LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione crediti lavoro: la Cassazione rinvia

La Corte di Cassazione, con un’ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione su un caso riguardante la riqualificazione di contratti di collaborazione in lavoro subordinato. La questione centrale, relativa alla decorrenza della prescrizione dei crediti lavoro in caso di contratti a termine successivi, è stata ritenuta meritevole di un rinvio in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite, data la sua importanza e la necessità di un orientamento giurisprudenziale uniforme.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Crediti Lavoro: La Cassazione Interroga le Sezioni Unite

L’ordinanza interlocutoria n. 5034/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto del lavoro: la decorrenza della prescrizione crediti lavoro in presenza di una successione di contratti a termine. La Suprema Corte, anziché decidere nel merito, ha scelto di sospendere il giudizio in attesa di un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite, evidenziando la complessità e l’importanza della questione.

I Fatti di Causa: Dalla Collaborazione alla Subordinazione

Il caso trae origine dalla vicenda di un biologo che aveva lavorato per un’Azienda Ospedaliera Universitaria in virtù di una serie di contratti di collaborazione stipulati tra il 2002 e il 2008. I giudici di primo e secondo grado avevano accertato che, a partire dal 1° gennaio 2008, il rapporto di lavoro si era trasformato in un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato, data la nullità dei contratti di collaborazione. Di conseguenza, al professionista erano state riconosciute le differenze retributive maturate.

L’Azienda Ospedaliera ha impugnato la decisione della Corte d’Appello dinanzi alla Cassazione, sollevando cinque distinti motivi di ricorso.

Le Doglianze dell’Azienda Ospedaliera

L’azienda ricorrente ha contestato la sentenza su più fronti, tra cui:

1. La presunta decadenza dall’impugnazione del contratto.
2. L’eccesso di potere del giudice, che avrebbe dichiarato la nullità dei contratti pur non essendo stato specificamente richiesto.
3. L’errata valutazione degli elementi probatori che avrebbero dimostrato la natura subordinata del rapporto.
4. L’omessa considerazione di fatti decisivi che avrebbero escluso la subordinazione (assenza di direttive, carattere non esclusivo del rapporto, etc.).
5. L’errato rigetto dell’eccezione di prescrizione dei crediti retributivi.

La Questione della Prescrizione dei Crediti di Lavoro

È proprio quest’ultimo motivo a catturare l’attenzione della Corte di Cassazione. Il punto nodale del dibattito sulla prescrizione crediti lavoro riguarda l’individuazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo del termine quinquennale previsto dall’art. 2948, n. 4, c.c. per i crediti di lavoro.

L’Azienda Ospedaliera sosteneva che, in assenza di un metus (timore di ritorsioni) da parte del lavoratore, la prescrizione avrebbe dovuto decorrere durante lo svolgimento del rapporto. L’orientamento giurisprudenziale, tuttavia, è complesso quando si tratta di una catena di contratti a termine. La domanda è: la prescrizione inizia a decorrere dalla scadenza di ogni singolo contratto o solo al termine definitivo dell’intera relazione lavorativa con l’ente?

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte Suprema, con grande prudenza, ha osservato che la questione relativa all’individuazione del dies a quo della prescrizione in caso di successione di contratti a termine era, al momento della trattazione del caso, già stata rimessa alle Sezioni Unite con un’altra ordinanza (n. 6051/2023). Questo significa che il massimo organo della giurisprudenza di legittimità era già stato chiamato a pronunciarsi per dirimere i contrasti e fornire un principio di diritto stabile e uniforme.

Invece di anticipare una soluzione o di creare un potenziale conflitto giurisprudenziale, il Collegio ha ritenuto opportuno disporre il rinvio della causa a nuovo ruolo. Si tratta di una decisione procedurale che congela il processo in attesa che le Sezioni Unite si pronuncino. Questa scelta risponde a esigenze di certezza del diritto e di economia processuale, evitando decisioni che potrebbero essere smentite a breve dalla pronuncia più autorevole.

Conclusioni: L’Attesa di un Principio di Diritto

L’ordinanza n. 5034/2024, pur non risolvendo la controversia, ha un’importante valenza sistematica. Sottolinea come la questione della decorrenza della prescrizione dei crediti per i lavoratori precari sia ancora un terreno di dibattito giuridico. La futura decisione delle Sezioni Unite sarà fondamentale per chiarire i diritti di migliaia di lavoratori che si trovano in situazioni analoghe, stabilendo una volta per tutte quando inizia a decorrere il tempo utile per richiedere le somme dovute in caso di riqualificazione del rapporto di lavoro.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti retributivi in caso di contratti a termine successivi?
La Corte di Cassazione, in questa ordinanza, non fornisce una risposta definitiva. Ha riconosciuto la complessità della questione e ha deciso di sospendere il giudizio in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite, l’organo supremo chiamato a risolvere i contrasti giurisprudenziali.

Cosa significa ‘rinviare la causa a nuovo ruolo’?
È una decisione procedurale con cui un organo giudicante sospende il processo e lo posticipa a una data successiva. In questo caso, il rinvio è stato disposto per attendere una decisione chiarificatrice su un punto di diritto fondamentale da parte delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione.

Perché la Corte non ha deciso sugli altri motivi del ricorso?
La Corte ha ritenuto che la questione della prescrizione fosse pregiudiziale e potenzialmente assorbente rispetto alle altre. Poiché questo punto cruciale era già all’esame delle Sezioni Unite, i giudici hanno preferito attendere tale pronuncia per garantire la certezza del diritto e l’economia processuale, prima di esaminare le altre doglianze.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati