LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione crediti lavoro: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha affrontato il tema della prescrizione dei crediti di lavoro. Il caso riguardava la richiesta di differenze retributive da parte di due ex dipendenti nei confronti di un consorzio. La Corte ha dichiarato inammissibili sia il ricorso del datore di lavoro che quello dei lavoratori, ribadendo due principi fondamentali: 1) la valutazione dell’idoneità di un atto a interrompere la prescrizione è un accertamento di fatto riservato al giudice di merito e non sindacabile in Cassazione; 2) a seguito della Legge Fornero, il rapporto di lavoro non gode più di una stabilità tale da far decorrere il termine di prescrizione in costanza di rapporto, che quindi inizia solo alla sua cessazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Prescrizione crediti lavoro: la Cassazione sull’interruzione e la Legge Fornero

La prescrizione dei crediti di lavoro è un tema cruciale che determina la possibilità per un lavoratore di recuperare le somme non pagate dal datore di lavoro. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione è intervenuta su questo argomento, chiarendo due aspetti fondamentali: l’interpretazione degli atti che interrompono la prescrizione e l’impatto della Legge Fornero sulla decorrenza dei termini. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata pratica.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di due ex dipendenti di un consorzio di bonifica. I lavoratori, attraverso un decreto ingiuntivo, avevano chiesto il pagamento di differenze retributive maturate tra il 2006 e il 2017. Tali differenze derivavano dalla mancata applicazione di un aumento del 10%, previsto da un accordo sindacale del 1989, su alcuni elementi della retribuzione (indennità di contingenza ed EDR) conglobati nella base di calcolo da un CCNL del 2005.

Il Tribunale di primo grado aveva condannato il consorzio al pagamento, ma solo per i crediti sorti a partire dal 18 luglio 2012, dichiarando prescritti quelli precedenti. La Corte d’Appello, in parziale accoglimento del ricorso dei lavoratori, aveva esteso il diritto al pagamento anche ai periodi precedenti il 2012, ritenendo che alcune missive inviate dai dipendenti avessero interrotto la prescrizione. Contro questa decisione, sia il consorzio che i lavoratori hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibili sia il ricorso principale del datore di lavoro sia quello incidentale dei lavoratori, confermando di fatto la decisione della Corte d’Appello. La decisione si fonda su principi consolidati in materia di processo civile e diritto del lavoro.

Le Motivazioni: Prescrizione crediti lavoro e limiti del giudizio di legittimità

Le motivazioni della Corte offrono spunti importanti sulla distinzione tra giudizio di fatto (riservato ai tribunali di merito) e giudizio di legittimità (proprio della Cassazione).

L’interpretazione degli atti interruttivi è una questione di fatto

Il primo motivo di ricorso del consorzio lamentava che le lettere inviate dai lavoratori non fossero idonee a interrompere la prescrizione, in quanto prive di una formale intimazione di pagamento. La Cassazione ha respinto questa censura come inammissibile. Ha chiarito che stabilire se un documento manifesti in modo inequivocabile la volontà del creditore di far valere il proprio diritto è un accertamento di fatto. Tale valutazione è di esclusiva competenza del giudice di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non può essere riesaminata in sede di Cassazione, a meno che non si denunci una violazione delle regole legali di interpretazione dei contratti, cosa che il ricorrente non aveva adeguatamente fatto, limitandosi a proporre una diversa interpretazione del documento.

Gli effetti della Legge Fornero sulla decorrenza della prescrizione crediti lavoro

Il secondo motivo del consorzio sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel ritenere che la prescrizione fosse sospesa durante il rapporto di lavoro anche dopo l’entrata in vigore della Legge Fornero (L. 92/2012). Anche questo motivo è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha richiamato un suo precedente orientamento (sentenza n. 26246/2022), secondo cui le riforme del mercato del lavoro, a partire dalla Legge Fornero, hanno indebolito il regime di stabilità del posto di lavoro. Di conseguenza, il lavoratore potrebbe essere indotto a non far valere i propri diritti per timore di ritorsioni (il c.d. metus reverentialis). Per questa ragione, la prescrizione dei crediti di lavoro non decorre in costanza di rapporto, ma inizia a correre solo dalla sua cessazione.

L’inammissibilità del ricorso dei lavoratori

Anche il ricorso dei lavoratori è stato giudicato inammissibile. Essi si dolevano del fatto che la Corte d’Appello avesse limitato l’effetto interruttivo delle loro lettere solo a una parte dei crediti richiesti. La Cassazione ha ritenuto che anche questa fosse una richiesta di rivalutazione del merito della controversia, mascherata da violazione di legge, e come tale non accoglibile in sede di legittimità.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida due principi cardine in materia di prescrizione crediti lavoro:

1. Atti Interruttivi: La valutazione sull’efficacia di una lettera di sollecito per interrompere la prescrizione è un’indagine di fatto che spetta ai giudici di merito. Non è sufficiente, in Cassazione, proporre una lettura alternativa del documento; è necessario dimostrare che il giudice abbia violato specifiche norme sull’interpretazione.
2. Decorrenza dei Termini: La Corte conferma che, nell’attuale quadro normativo post-Fornero, la stabilità del rapporto di lavoro a tempo indeterminato è attenuata. Pertanto, il termine di prescrizione quinquennale per i crediti retributivi decorre non durante il rapporto, ma solo dal giorno della sua cessazione. Questo principio offre una tutela significativa ai lavoratori, permettendo loro di agire per i propri diritti senza il timore di perdere il posto.

Una semplice lettera di sollecito è sufficiente a interrompere la prescrizione di un credito di lavoro?
Sì, purché sia idonea a manifestare l’inequivocabile volontà del titolare del credito di far valere il proprio diritto. La valutazione di tale idoneità è un accertamento di fatto che spetta al giudice di merito e non richiede l’uso di formule solenni.

Dopo la Legge Fornero, la prescrizione dei crediti di lavoro decorre durante il rapporto di lavoro?
No. Secondo la giurisprudenza della Cassazione, le riforme introdotte dalla Legge Fornero (e successive) hanno indebolito il regime di stabilità del posto di lavoro. Di conseguenza, il termine di prescrizione per i crediti retributivi non corre durante lo svolgimento del rapporto, ma inizia a decorrere solo dalla sua cessazione.

La Corte di Cassazione può riesaminare l’interpretazione di un documento, come una lettera interruttiva della prescrizione, fatta da un giudice di appello?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare nel merito l’interpretazione di un documento. Il suo ruolo è quello di giudice di legittimità, che verifica la corretta applicazione delle norme di diritto. Può intervenire solo se il giudice di merito ha violato i canoni legali di interpretazione contrattuale, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati