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Prescrizione crediti lavoro: decorrenza e stabilità

La Corte di Cassazione, con ordinanza n. 33066/2024, ha respinto il ricorso di un’azienda, confermando che la prescrizione dei crediti di lavoro decorre dalla cessazione del rapporto. La Corte ha ribadito che, nonostante le riforme legislative recenti, il rapporto di lavoro non gode di una stabilità tale da giustificare una decorrenza del termine in costanza di rapporto, a causa dell’incertezza sulla tutela in caso di licenziamento illegittimo.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione crediti lavoro: la Cassazione fa chiarezza sulla decorrenza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di prescrizione crediti lavoro: il termine quinquennale per far valere i propri diritti retributivi inizia a decorrere solo dalla cessazione del rapporto di lavoro. Questa decisione conferma che, anche dopo le riforme degli ultimi anni, il timore del lavoratore di subire ritorsioni, come il licenziamento, non permette di considerare il rapporto sufficientemente stabile da giustificare una decorrenza della prescrizione in corso di rapporto.

Il Caso: Un Premio di Collaborazione Conteso

Una società in amministrazione straordinaria si opponeva a un decreto del Tribunale di Milano, il quale aveva riconosciuto a una ex dipendente un credito di oltre 13.000 euro a titolo di premio di collaborazione per gli anni 2013-2019.
Il Tribunale aveva stabilito che il premio, previsto dal contratto individuale della lavoratrice, non poteva essere peggiorato da successivi accordi collettivi che lo condizionavano al raggiungimento di risultati aziendali. Inoltre, aveva rigettato l’eccezione di prescrizione sollevata dall’azienda.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’azienda ha portato il caso davanti alla Corte di Cassazione, basando il proprio ricorso su due motivi principali:
1. Omesso esame di un fatto decisivo: Secondo la società, il Tribunale non aveva considerato che gli accordi collettivi erano stati ratificati dall’assemblea dei lavoratori e che la dipendente, non avendo mai richiesto il premio prima, aveva di fatto accettato le nuove condizioni.
2. Violazione delle norme sulla prescrizione: L’azienda sosteneva che, a seguito della Legge n. 92/2012 (cd. Riforma Fornero), il rapporto di lavoro avesse acquisito un grado di stabilità tale da far decorrere il termine di prescrizione quinquennale anche durante lo svolgimento del rapporto, e non solo alla sua conclusione.

La Decisione della Corte sulla prescrizione crediti lavoro

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso. Il primo motivo è stato dichiarato inammissibile perché l’azienda non ha specificato in quale sede processuale avesse allegato i fatti che lamentava non fossero stati esaminati.
È sul secondo motivo, quello relativo alla prescrizione crediti lavoro, che la Corte si è soffermata, giudicandolo infondato e cogliendo l’occasione per ribadire un orientamento consolidato.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che, nonostante le riforme legislative (come la Legge 92/2012 e il D.Lgs. 23/2015 o Jobs Act), il sistema di tutele contro il licenziamento illegittimo non assicura una ‘stabilità reale’ al lavoratore. La possibilità di reintegrazione nel posto di lavoro non è più la regola generale, ma è legata a specifiche e gravi ipotesi, la cui valutazione è rimessa all’esito di un giudizio.
Questa incertezza sulla tutela finale non pone il lavoratore in una condizione di sufficiente libertà e sicurezza per rivendicare i propri diritti in corso di rapporto, per timore di una reazione negativa da parte del datore di lavoro. L’individuazione del regime di stabilità avviene solo ‘ex post’, a seguito di un accertamento giudiziale, e non è predeterminata con certezza. Di conseguenza, il rapporto non è assistito da un regime di stabilità che possa giustificare la decorrenza della prescrizione prima della sua cessazione.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione consolida un principio di fondamentale importanza a tutela dei lavoratori. Si afferma che, finché il quadro normativo non garantirà una protezione certa e predeterminata contro i licenziamenti illegittimi, la paura di ritorsioni rimane un elemento concreto che impedisce al lavoratore di agire liberamente per i propri diritti. Pertanto, il termine di prescrizione per i crediti retributivi continuerà a decorrere solo dal momento in cui il rapporto di lavoro si conclude, garantendo così una tutela più efficace dei diritti economici del dipendente.

Quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per i crediti di lavoro?
Secondo la Corte di Cassazione, il termine di prescrizione quinquennale per i crediti di lavoro decorre dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

Le riforme del mercato del lavoro (come la Legge Fornero) hanno modificato la decorrenza della prescrizione?
No. La Corte ha stabilito che, anche dopo le riforme come la Legge n. 92/2012, il rapporto di lavoro non è assistito da un regime di ‘stabilità reale’. L’incertezza sulla tutela in caso di licenziamento illegittimo non giustifica la decorrenza della prescrizione in costanza di rapporto.

Perché la stabilità del rapporto di lavoro è così importante per determinare l’inizio della prescrizione?
La stabilità è cruciale perché solo un regime che protegge efficacemente il lavoratore dal rischio di un licenziamento ritorsivo può garantirgli la libertà di rivendicare i propri diritti senza timore. In assenza di tale stabilità, la legge presume che il lavoratore possa essere indotto a non agire, e per questo fa partire il conteggio della prescrizione solo alla fine del rapporto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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