LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione crediti di lavoro: la stabilità non basta

La Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione crediti di lavoro non decorre durante il rapporto di lavoro, anche dopo le riforme del 2012 e 2015. La Corte ha ritenuto che il livello di stabilità del posto di lavoro non è sufficiente a eliminare il ‘metus’ (timore) del lavoratore di essere licenziato per aver fatto valere i propri diritti, giustificando la sospensione del termine prescrizionale fino alla cessazione del rapporto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Crediti di Lavoro: La Cassazione Conferma la Sospensione Durante il Rapporto

Quando un lavoratore vanta dei crediti nei confronti del proprio datore di lavoro, ad esempio per differenze retributive o per un inquadramento superiore non riconosciuto, entro quanto tempo deve agire? La questione della prescrizione crediti di lavoro è centrale e una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale a tutela del dipendente: il termine per agire non decorre finché il rapporto di lavoro è in corso.

Il Caso: Riconoscimento di Livello Superiore e l’Eccezione di Prescrizione

La vicenda trae origine dalla richiesta di un lavoratore, dipendente di una grande società di telecomunicazioni, di vedersi riconosciuto un inquadramento superiore (V livello del CCNL di settore) con le relative differenze retributive a partire dal 2008. Sia in primo grado che in appello, i giudici davano ragione al lavoratore.

La società datrice di lavoro, tuttavia, ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su un unico motivo: la violazione delle norme sulla prescrizione. Secondo l’azienda, i crediti richiesti dal lavoratore erano ormai prescritti, in quanto il termine quinquennale avrebbe dovuto decorrere durante lo svolgimento del rapporto di lavoro e non rimanere ‘sospeso’ fino alla sua cessazione.

La Questione della Stabilità e la Prescrizione Crediti di Lavoro

L’argomento principale dell’azienda si fondava sulle riforme del mercato del lavoro, in particolare la Legge n. 92 del 2012 (cd. Riforma Fornero). Secondo la tesi difensiva, questa normativa avrebbe introdotto garanzie di stabilità tali da eliminare il cosiddetto metus, ovvero il timore del licenziamento, che storicamente giustificava la sospensione della prescrizione.

In altre parole, se il lavoratore è protetto da un regime di stabilità ‘forte’, non dovrebbe avere paura di fare causa al proprio datore di lavoro per rivendicare i propri diritti. Di conseguenza, il termine di prescrizione dovrebbe decorrere regolarmente anche in costanza di rapporto.

La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere se le riforme recenti abbiano effettivamente creato un regime di stabilità tale da superare il consolidato orientamento giurisprudenziale.

La Decisione della Corte di Cassazione: Prevale il Principio di Cautela

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società, confermando integralmente le decisioni dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ribadito un principio già affermato in numerose sentenze recenti: il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, anche a seguito delle riforme del 2012 e del D.Lgs. n. 23 del 2015 (Jobs Act), non è assistito da un regime di stabilità reale.

Il Ruolo Nomofilattico della Corte

Nel motivare la propria decisione, la Corte ha sottolineato la propria funzione nomofilattica, ossia il compito di assicurare l’uniforme interpretazione della legge. Discostarsi da un orientamento così consolidato, hanno spiegato i giudici, è possibile solo in presenza di ‘gravi ragioni’. Ragioni che, nel caso di specie, non sono state ravvisate. La Corte ha privilegiato la certezza del diritto e la prevedibilità delle decisioni giudiziarie, valori fondamentali per un sistema giudiziario efficiente.

Le motivazioni

La motivazione centrale della decisione risiede nella constatazione che le riforme legislative non hanno creato un sistema di tutele così solido da eliminare la posizione di debolezza psicologica del lavoratore. La Corte afferma che, mancando ‘presupposti di predeterminazione certa delle fattispecie di risoluzione e di una loro tutela adeguata’, il dipendente è ancora esposto a un potenziale timore reverenziale (metus) nei confronti del datore di lavoro. Questo timore è sufficiente a giustificare la sospensione del decorso della prescrizione per tutta la durata del rapporto di lavoro. In sostanza, il legislatore non ha ripristinato un regime di stabilità paragonabile a quello antecedente le riforme, dove la reintegrazione nel posto di lavoro era la regola in caso di licenziamento illegittimo. Fintantoché questa stabilità non è garantita, il lavoratore non può essere considerato pienamente libero di agire in giudizio contro il proprio datore di lavoro senza temere conseguenze.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione conferma che il termine di prescrizione quinquennale per i crediti di lavoro inizia a decorrere solo dalla data di cessazione del rapporto. Questa ordinanza rafforza un importante baluardo a protezione dei lavoratori, riconoscendo che la stabilità del posto di lavoro, anche dopo le più recenti riforme, non è assoluta. Per i datori di lavoro, ciò significa che le potenziali passività per crediti retributivi possono rimanere pendenti per l’intera durata del rapporto lavorativo, emergendo solo al momento della sua conclusione. Si tratta di un principio consolidato che garantisce al lavoratore la possibilità di rivendicare i propri diritti in un momento in cui non rischia più il proprio posto.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione per i crediti retributivi di un lavoratore?
Secondo la sentenza, il termine di prescrizione quinquennale per i crediti di lavoro (come le differenze retributive) inizia a decorrere solo dal momento della cessazione del rapporto di lavoro.

Le riforme del lavoro come la Legge Fornero (2012) o il Jobs Act (2015) hanno cambiato questa regola?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, nonostante queste riforme, il rapporto di lavoro non ha raggiunto un grado di stabilità tale da modificare questo principio. La prescrizione, pertanto, rimane sospesa per tutta la durata del rapporto.

Perché la stabilità del posto di lavoro è così importante per il calcolo della prescrizione?
La stabilità è cruciale perché un regime di tutela forte contro i licenziamenti illegittimi elimina il cosiddetto ‘metus’, ovvero il giustificato timore del lavoratore di essere licenziato come ritorsione per aver richiesto il pagamento di quanto gli spetta. In assenza di tale stabilità, si presume che il lavoratore non sia completamente libero di far valere i propri diritti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati