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Prescrizione crediti di lavoro: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1067/2024, ha confermato che la prescrizione crediti di lavoro decorre dalla cessazione del rapporto se questo non è assistito da ‘stabilità reale’. A seguito delle riforme del 2012, la ridotta tutela contro i licenziamenti illegittimi giustifica la sospensione del termine prescrizionale durante il rapporto, poiché il lavoratore potrebbe temere ritorsioni. La Corte ha rigettato il ricorso di due società di trasporto, consolidando un importante principio a tutela dei lavoratori.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Crediti di Lavoro: La Svolta della Cassazione dopo la Legge 92/2012

La questione della prescrizione crediti di lavoro è da sempre un tema centrale nel diritto del lavoro. Per quanto tempo un lavoratore può far valere i propri diritti retributivi? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1067 del 10 gennaio 2024, interviene nuovamente sul punto, consolidando un orientamento fondamentale sorto all’indomani della Riforma Fornero (Legge 92/2012). La decisione chiarisce che, in assenza di un regime di ‘stabilità reale’, la prescrizione rimane sospesa per tutta la durata del rapporto di lavoro.

Il Caso: Scatti di Anzianità e il Dubbio sulla Prescrizione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un lavoratore che aveva citato in giudizio due importanti società del settore trasporti per ottenere il pagamento di differenze retributive maturate a titolo di scatti di anzianità. Le aziende si erano difese eccependo la prescrizione di parte dei crediti, sostenendo che il termine quinquennale fosse decorso regolarmente anche in costanza di rapporto.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, ritenendo che l’entrata in vigore della Legge n. 92/2012 avesse modificato la disciplina della stabilità del rapporto di lavoro in modo tale da giustificare la sospensione della prescrizione a partire dal 18 luglio 2012. Le società, non soddisfatte della decisione, hanno proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica sulla Prescrizione Crediti di Lavoro

Il cuore della controversia ruota attorno all’interpretazione degli effetti della Legge 92/2012 sul concetto di stabilità del posto di lavoro e, di conseguenza, sulla decorrenza della prescrizione crediti di lavoro.

Tradizionalmente, la giurisprudenza ha sempre affermato che la prescrizione dei crediti retributivi non decorre durante il rapporto di lavoro solo se questo è assistito dalla cosiddetta ‘stabilità reale’. Questa stabilità, garantita in passato dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, assicurava al lavoratore illegittimamente licenziato la reintegrazione nel posto di lavoro. L’assenza di timore di ritorsioni (il cosiddetto metus reverentialis) permetteva al dipendente di agire per i propri diritti senza paura di perdere il lavoro.

Le società ricorrenti sostenevano che la riforma del 2012 non avesse intaccato questo nucleo di stabilità. La Cassazione, tuttavia, è stata di parere opposto.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, basando la sua decisione su un’attenta analisi del quadro normativo post-riforma. Richiamando un suo precedente consolidato (in particolare la sentenza n. 26246/2022), ha ribadito i seguenti punti chiave:

1. Indebolimento della Stabilità Reale: La Legge 92/2012, e successivamente il D.Lgs. 23/2015 (Jobs Act), ha modulato le tutele contro i licenziamenti illegittimi, introducendo diverse fattispecie di risoluzione e tutele che non garantiscono più, in modo certo e predeterminato, il ripristino del rapporto di lavoro. La reintegrazione è diventata un’ipotesi residuale, spesso sostituita da un indennizzo economico.

2. Incertezza e Timore del Lavoratore: Questa varietà di tutele, la cui applicazione dipende da una valutazione del giudice ex post, ha fatto venire meno l’originaria integralità del regime di stabilità. Il lavoratore non ha più la certezza di riavere il proprio posto, il che reintroduce una condizione di soggezione e timore che giustifica la sospensione della prescrizione.

3. Applicazione a Tutti i Crediti Retributivi: La Corte ha respinto la tesi delle aziende secondo cui questo principio dovrebbe applicarsi solo alla ‘retribuzione tabellare’ minima. Citando l’articolo 36 della Costituzione, i giudici hanno sottolineato che il diritto a una retribuzione ‘proporzionata e sufficiente’ riguarda ogni elemento del trattamento economico, inclusi gli scatti di anzianità. Pertanto, la sospensione della prescrizione si estende a tutti i diritti retributivi del lavoratore, nella loro interezza, la cui azionabilità è sospesa in un rapporto non più assistito da stabilità reale.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di fondamentale importanza per la tutela dei diritti dei lavoratori nell’era post-Riforma Fornero. La prescrizione crediti di lavoro, per tutti i rapporti non più coperti dalla ‘stabilità reale’, non corre finché il rapporto è in essere, ma inizia a decorrere solo dal momento della sua cessazione. Questa interpretazione estende una protezione significativa ai lavoratori, permettendo loro di rivendicare i propri diritti economici senza il timore di subire un licenziamento ritorsivo. Per le aziende, d’altra parte, ciò implica la necessità di una gestione ancora più attenta e corretta degli adempimenti retributivi, poiché eventuali pendenze potrebbero essere reclamate anche a distanza di molti anni, al termine del rapporto di lavoro.

A partire da quando decorre la prescrizione dei crediti di lavoro per i rapporti non assistiti da stabilità reale?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, per i rapporti di lavoro non più protetti da un regime di stabilità reale (come quelli modificati dalla Legge 92/2012), il termine di prescrizione dei crediti retributivi decorre dalla cessazione del rapporto di lavoro.

La Legge 92/2012 (Riforma Fornero) ha modificato il regime di stabilità del rapporto di lavoro?
Sì, secondo la Corte, la Legge 92/2012 ha indebolito il regime di stabilità. La varietà di tutele previste in caso di licenziamento illegittimo non garantisce più sistematicamente il ripristino del posto di lavoro, giustificando la sospensione della prescrizione in costanza di rapporto.

La sospensione della prescrizione riguarda solo i crediti retributivi minimi o tutti i crediti di lavoro?
La sospensione della prescrizione si applica a tutti i crediti retributivi, non solo a quelli corrispondenti ai minimi tabellari. La Corte ha chiarito che qualsiasi credito che costituisce parte del diritto a una retribuzione adeguata e proporzionata è soggetto a questo principio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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