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Prescrizione contributi INPS: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione si pronuncia sulla prescrizione contributi INPS per un professionista. Viene chiarito che il termine decorre dalla scadenza del pagamento, non dalla dichiarazione dei redditi. La Corte ha rigettato il ricorso sulla prescrizione, confermando la validità dell’interruzione tramite avviso bonario, ma ha accolto il motivo relativo alle sanzioni, annullandole in base a una sopravvenuta sentenza della Corte Costituzionale che esonera i professionisti già iscritti ad altra cassa dal pagamento delle sanzioni per omessa iscrizione alla Gestione Separata.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Contributi INPS: Chiarimenti dalla Cassazione su Decorrenza e Sanzioni

La questione della prescrizione contributi INPS è un tema cruciale per professionisti e lavoratori autonomi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre importanti delucidazioni, distinguendo nettamente la sorte dei contributi da quella delle sanzioni, soprattutto alla luce di un intervento della Corte Costituzionale. Analizziamo nel dettaglio questa decisione che tocca da vicino architetti, ingegneri e altre figure professionali iscritte alla Gestione Separata.

I Fatti di Causa: Un Architetto contro l’Ente Previdenziale

Un architetto, lavoratore dipendente ma anche iscritto all’INPS (gestione ex INPDAI), si è opposto a un avviso di addebito per contributi e sanzioni relativi all’anno 2010, dovuti per la sua attività professionale da iscrivere alla Gestione Separata. La sua principale difesa si basava sull’avvenuta prescrizione del credito dell’ente previdenziale. Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto la sua opposizione, ritenendo che il termine di prescrizione non fosse maturato. Il professionista ha quindi presentato ricorso in Cassazione, basandolo su due motivi: l’errata applicazione delle norme sulla prescrizione e l’omessa pronuncia sulle censure relative al regime sanzionatorio.

La Decorrenza della Prescrizione Contributi INPS

Il primo motivo di ricorso, centrato sulla prescrizione contributi INPS, è stato rigettato dalla Suprema Corte. Il punto chiave della discussione era il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo del termine di prescrizione quinquennale.

Il Principio Affermato dalla Corte

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: la prescrizione dei contributi previdenziali decorre “dal momento in cui scadono i termini per il relativo pagamento e non già dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi”. La dichiarazione dei redditi è un mero atto di scienza, mentre l’obbligazione contributiva sorge con la produzione del reddito. Il termine per agire, quindi, si attiva quando il pagamento diventa esigibile.

Il Ruolo del D.P.C.M. di Proroga

Nel caso specifico, i contributi per l’anno 2010 avevano una scadenza originaria che è stata differita al 6 luglio 2011 da un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M. 12 maggio 2011). La Corte ha confermato la piena legittimità e natura normativa di tali decreti, i quali attuano e integrano la fonte primaria (D.Lgs. n. 241/1997). Di conseguenza, il dies a quo per la prescrizione era il 6 luglio 2011. L’avviso bonario notificato dall’ente tra il 22 giugno e il 4 luglio 2016 è risultato quindi tempestivo, in quanto ha interrotto la prescrizione prima del compimento dei cinque anni. La decisione impugnata, che aveva disatteso l’eccezione di prescrizione, è stata pertanto ritenuta corretta su questo punto.

L’Annullamento delle Sanzioni: l’Impatto della Corte Costituzionale

Se sul fronte dei contributi il professionista ha perso, la sua sorte è stata completamente diversa per quanto riguarda le sanzioni. Il secondo motivo di ricorso, che lamentava l’omessa pronuncia sulle critiche al regime sanzionatorio, è stato infatti accolto.

La Sentenza della Consulta n. 55/2024

Dagli atti emergeva che le sanzioni, pari a oltre 2.600 euro, erano relative all’omessa iscrizione alla Gestione Separata per l’anno 2010. La Cassazione ha evidenziato una novità normativa di fondamentale importanza: la sentenza della Corte Costituzionale n. 55 del 2024. Questa pronuncia ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18, co. 12 del D.L. n. 98/2011, nella parte in cui non prevedeva che ingegneri e architetti, già iscritti a un’altra forma di previdenza obbligatoria (come nel caso dell’architetto, che era anche lavoratore dipendente), fossero esonerati dal pagamento delle sanzioni civili per l’omessa iscrizione alla Gestione Separata per i periodi precedenti all’entrata in vigore della legge.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il primo motivo del ricorso relativo alla prescrizione dei contributi. Ha stabilito che il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla data di scadenza del pagamento e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Nel caso specifico, un D.P.C.M. aveva posticipato la scadenza al 6 luglio 2011, rendendo tempestiva la richiesta di pagamento inviata dall’INPS nel 2016. La Corte ha invece accolto il secondo motivo, annullando le sanzioni. Questa decisione si fonda sulla sentenza n. 55/2024 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l’applicazione di sanzioni per omessa iscrizione alla Gestione Separata a ingegneri e architetti già coperti da altra previdenza obbligatoria per i periodi antecedenti all’entrata in vigore della normativa del 2011.

le conclusioni

La Corte ha cassato la sentenza d’appello limitatamente al motivo accolto. Decidendo nel merito, ha dichiarato che nulla è dovuto dal professionista a titolo di sanzioni per l’anno 2010. Le spese dell’intero processo sono state compensate tra le parti, data la sopravvenienza della decisione della Corte Costituzionale, che ha modificato il quadro normativo di riferimento. Questa ordinanza conferma quindi un importante principio di tutela per i professionisti con doppia posizione previdenziale, annullando retroattivamente le sanzioni per omessa iscrizione.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per i contributi INPS dovuti dai professionisti?
La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui scade il termine per il pagamento dei contributi, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Un decreto ministeriale (D.P.C.M.) può validamente posticipare la scadenza dei versamenti contributivi e, di conseguenza, il dies a quo della prescrizione?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che i D.P.C.M. che modificano i termini di versamento hanno natura di fonte normativa e sono pienamente efficaci. Pertanto, la prescrizione inizia a decorrere dalla nuova scadenza da essi fissata.

Sono dovute le sanzioni per omessa iscrizione alla Gestione Separata INPS da parte di un architetto che era già iscritto a un’altra cassa di previdenza obbligatoria?
No. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 55/2024, gli ingegneri e architetti già iscritti ad altra previdenza obbligatoria sono esonerati dal pagamento delle sanzioni civili per l’omessa iscrizione alla Gestione Separata per i periodi antecedenti l’entrata in vigore della legge del 2011.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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