LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione contributi INPS: la Cassazione decide

Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta la questione della prescrizione dei contributi INPS dopo la notifica della cartella esattoriale. La Corte non decide nel merito se il termine sia di 5 o 10 anni, ma rimette la causa a un’altra sezione per risolvere una questione pregiudiziale sulla legittimità della difesa in giudizio dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione tramite avvocati del libero foro. Il caso riguarda l’opposizione di un contribuente a cartelle per contributi previdenziali, ritenuti prescritti in 5 anni dai giudici di merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Prescrizione contributi INPS: la Cassazione rinvia la decisione

La questione della prescrizione contributi INPS dopo la notifica di una cartella esattoriale è un tema di grande interesse per contribuenti e professionisti. Ci si chiede se il termine rimanga quello breve di cinque anni o si trasformi in quello ordinario di dieci. Con l’ordinanza interlocutoria in esame, la Corte di Cassazione non fornisce una risposta definitiva, ma sceglie di rinviare la causa a un’altra sezione per affrontare una complessa questione procedurale prima di decidere nel merito.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dall’opposizione di una contribuente a tre cartelle esattoriali relative a contributi previdenziali non versati. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla contribuente, dichiarando che il diritto dell’ente previdenziale alla riscossione si era estinto. Secondo i giudici di merito, era maturata la prescrizione quinquennale, calcolata dalla data di notifica delle cartelle, in assenza di successivi atti interruttivi validi.

I Motivi del Ricorso e la prescrizione contributi INPS

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha impugnato la decisione della Corte d’Appello davanti alla Cassazione, basando il suo ricorso su due motivi principali.

La trasformazione del termine di prescrizione

Il primo motivo, di natura sostanziale, contesta l’applicazione della prescrizione di cinque anni. Secondo l’ente di riscossione, una volta che la cartella esattoriale non viene opposta, il debito contributivo si trasforma. Le singole obbligazioni per contributi, sanzioni e accessori verrebbero ‘fuse’ in un unico credito, soggetto non più al termine breve di cinque anni, ma al termine di prescrizione ordinario di dieci anni previsto dall’art. 2946 del codice civile. Si tratterebbe, in sostanza, di un effetto novativo dell’obbligazione.

L’omesso esame di un fatto decisivo

Il secondo motivo riguarda un presunto errore procedurale. L’Agenzia lamentava che la Corte d’Appello non avesse considerato un fatto decisivo: una delle cartelle era stata notificata anche a un coobbligato in solido, il quale l’aveva impugnata in un separato giudizio. Tale azione legale, secondo la tesi del ricorrente, avrebbe interrotto la prescrizione in modo permanente (fino al passaggio in giudicato della sentenza) nei confronti di tutti i debitori solidali, inclusa la contribuente del presente procedimento. L’Agenzia sosteneva di aver prodotto in appello la sentenza di quel giudizio, ma che la Corte non l’avesse esaminata.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione, con questa ordinanza interlocutoria, non entra nel vivo delle questioni sollevate dall’Agenzia. Invece, rileva d’ufficio una questione pregiudiziale e di fondamentale importanza: la corretta costituzione in giudizio dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La Corte si interroga sulla possibilità per il nuovo ente pubblico economico di avvalersi di avvocati del libero foro anziché dell’Avvocatura dello Stato, e sulle condizioni necessarie per farlo.

La Corte evidenzia come altre sezioni della Cassazione abbiano già stabilito principi rigorosi in materia, richiedendo all’ente di dimostrare, con atti specifici, le ragioni che giustificano il ricorso a un patrocinio privato. Data la rilevanza della questione e l’impatto di una recente norma di interpretazione autentica (legge n. 58/2019), i giudici hanno ritenuto opportuno che fosse la sezione specializzata in materia di lavoro e previdenza a pronunciarsi sulla questione, prima di affrontare i temi della prescrizione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione non ha deciso se la prescrizione contributi INPS dopo la notifica della cartella sia di cinque o dieci anni. Ha invece ritenuto necessario risolvere prima un nodo procedurale complesso e di portata generale. Pertanto, ha disposto il rinvio della trattazione del ricorso alla Quarta Sezione (sezione lavoro) in pubblica udienza. Questa scelta, pur non fornendo nell’immediato una risposta ai dubbi sulla prescrizione, assicura che la decisione finale sarà presa con la massima ponderazione, dopo aver chiarito tutti gli aspetti preliminari, garantendo così una maggiore certezza del diritto.

Qual è il termine di prescrizione per i contributi previdenziali applicato dai giudici di merito in questo caso?
I giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) hanno applicato la prescrizione quinquennale, ritenendo che il diritto alla riscossione fosse estinto perché erano trascorsi più di cinque anni dalla notifica delle cartelle senza validi atti interruttivi.

Cosa sostiene l’Agenzia di Riscossione riguardo al termine di prescrizione dopo la notifica della cartella?
L’Agenzia sostiene che, una volta notificata la cartella esattoriale e in assenza di opposizione, il credito si trasforma e non è più soggetto alla prescrizione breve di cinque anni, bensì a quella ordinaria di dieci anni, come per un credito accertato giudizialmente.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso subito la questione della prescrizione?
La Corte non ha deciso nel merito perché ha individuato una questione procedurale preliminare e fondamentale: la corretta modalità di costituzione in giudizio dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Ha ritenuto opportuno rimettere la causa a un’altra sezione per una decisione in pubblica udienza, al fine di risolvere prima questa questione pregiudiziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati