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Prescrizione contributi: il termine per avvocati

La Corte di Cassazione interviene sul tema della prescrizione dei contributi dovuti da un’avvocata alla Gestione Separata INPS. Pur correggendo la motivazione della Corte d’Appello sul ‘dies a quo’ (la prescrizione decorre dalla scadenza del pagamento, non dalla dichiarazione dei redditi), la Suprema Corte ha rigettato l’eccezione di prescrizione, ritenendo applicabili le proroghe dei termini di versamento. Tuttavia, ha annullato le sanzioni civili per il periodo in esame (2009-2010), applicando un principio stabilito dalla Corte Costituzionale.

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Prescrizione Contributi INPS: La Cassazione Chiarisce per gli Avvocati

La questione della prescrizione contributi previdenziali è un tema cruciale per ogni libero professionista. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali sul calcolo dei termini per i contributi dovuti alla Gestione Separata INPS, con importanti conseguenze per gli avvocati e altri professionisti.

Il Caso: Contributi non Versati e l’Eccezione di Prescrizione

Il caso ha origine dalla richiesta di pagamento avanzata dall’INPS nei confronti di un’avvocata per contributi omessi relativi agli anni 2009 e 2010. La professionista si è opposta, eccependo l’avvenuta prescrizione quinquennale del credito dell’Istituto. Secondo la sua tesi, il termine di cinque anni sarebbe dovuto decorrere dalla data di scadenza originaria per il pagamento dei contributi, rendendo tardive le intimazioni di pagamento ricevute nel 2015 e 2016.

La Corte d’Appello aveva dato torto alla professionista, sostenendo che il termine di prescrizione iniziasse a decorrere non dalla scadenza del pagamento, ma dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Tale interpretazione, tuttavia, è stata oggetto di revisione da parte della Suprema Corte.

La Decisione sulla Prescrizione dei Contributi

La Corte di Cassazione, pur accogliendo parzialmente il ricorso, ha svolto un’analisi dettagliata e correttiva, arrivando a conclusioni diverse da quelle della Corte d’Appello ma confermando, nel merito della prescrizione, l’obbligo di versamento del capitale.

Il Dies a Quo: Quando Inizia a Decorrere il Termine?

Il primo punto chiarito dalla Corte è il dies a quo, ovvero il momento iniziale del termine di prescrizione. Contrariamente a quanto stabilito in appello, la Cassazione ha ribadito il suo orientamento costante: la prescrizione dei contributi decorre dalla data in cui scadono i relativi termini di pagamento, e non dalla presentazione della dichiarazione dei redditi. Quest’ultima, infatti, non è l’atto che fa sorgere l’obbligo contributivo, ma solo uno strumento di comunicazione di dati fiscali.

L’impatto dei Differimenti di Pagamento

Nonostante la correzione sul dies a quo, la Cassazione ha ritenuto infondata l’eccezione di prescrizione. Ha infatti rilevato che per gli anni in questione (2009 e 2010) erano intervenuti dei decreti ministeriali che avevano differito i termini di pagamento per i soggetti che esercitavano attività economiche per le quali erano stati elaborati gli studi di settore. La professionista sosteneva di non rientrare in tale proroga in quanto operante nel ‘regime dei minimi’.

La Corte ha respinto questa argomentazione, specificando che il differimento si applica oggettivamente a tutti i contribuenti operanti in settori coperti dagli studi di settore, indipendentemente dal regime fiscale concretamente adottato. Di conseguenza, calcolando il termine quinquennale dalle scadenze prorogate (6 luglio 2010 e 6 luglio 2011), le richieste dell’INPS risultavano tempestive e idonee a interrompere la prescrizione.

La Svolta: L’Intervento della Corte Costituzionale sulle Sanzioni

L’aspetto più innovativo della decisione riguarda le sanzioni. La Cassazione ha ‘sgombrato il campo’ dalla questione della prescrizione per affrontare un tema di legittimità costituzionale. Ha richiamato la sentenza n. 104 del 2022 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo l’obbligo di pagamento delle sanzioni civili per l’omessa iscrizione alla Gestione Separata da parte degli avvocati (non iscritti alla Cassa Forense per bassi redditi) per i periodi antecedenti all’entrata in vigore della legge interpretativa del 2011.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su due pilastri. Sul fronte della prescrizione, la Corte ha applicato un criterio oggettivo per l’estensione delle proroghe di pagamento, basato sull’attività svolta e non sul regime fiscale individuale, uniformandosi a precedenti decisioni. Sul fronte sanzionatorio, la Corte ha applicato direttamente gli effetti di una pronuncia di incostituzionalità, rilevando che la contestazione del debito impedisce la formazione di un ‘rapporto esaurito’ e consente di applicare retroattivamente la declaratoria di illegittimità. Di conseguenza, ha stabilito che per le annualità 2009 e 2010, antecedenti alla norma del 2011, la professionista non era tenuta a versare le sanzioni civili.

Conclusioni: Cosa Cambia per i Professionisti?

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che per la prescrizione contributi il riferimento è la data di scadenza del pagamento, ma bisogna prestare massima attenzione a eventuali proroghe normative che possono spostare in avanti tale data. In secondo luogo, e con maggiore impatto, sancisce che le sanzioni per omessa iscrizione alla Gestione Separata per periodi antecedenti al 2011 non sono dovute dagli avvocati, in linea con i principi stabiliti dalla Corte Costituzionale. La decisione finale, quindi, cassa la sentenza d’appello e, decidendo nel merito, annulla l’obbligo di pagamento delle sole sanzioni, compensando le spese legali data la complessità della materia.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione separata INPS?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui scadono i termini per il pagamento dei contributi, non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Le proroghe dei termini di pagamento previste per chi è soggetto agli studi di settore si applicano anche ai contribuenti in regime dei minimi?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il differimento dei termini si applica a tutti i contribuenti che esercitano attività per le quali sono stati elaborati gli studi di settore, a prescindere dal regime fiscale soggettivo (come quello dei ‘minimi’).

Sono dovute le sanzioni per l’omessa iscrizione alla Gestione separata per periodi antecedenti al 2011?
No. In applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale (n. 104/2022), la Corte di Cassazione ha dichiarato che non sono dovute le sanzioni civili per l’omessa iscrizione relative a periodi anteriori alla legge di interpretazione del 2011.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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