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Prescrizione contributi: il dies a quo è decisivo

La Cassazione ha annullato una sentenza d’appello sulla prescrizione contributi di un professionista. La Corte ha stabilito che il termine di prescrizione non era maturato, poiché un D.P.C.M. aveva differito la scadenza di pagamento. Un atto interruttivo notificato prima di tale scadenza differita ha impedito l’inizio del decorso della prescrizione, rendendo irrilevante la questione del doloso occultamento del debito.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Contributi: Il Ruolo Decisivo del Differimento dei Termini di Pagamento

La questione della prescrizione contributi rappresenta un tema di costante attualità per professionisti e lavoratori autonomi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il differimento del termine per il versamento dei contributi sposta in avanti anche il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere la prescrizione. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un ente previdenziale aveva notificato a un professionista un avviso di addebito per il mancato versamento dei contributi dovuti alla Gestione Separata per l’anno 2008. Il professionista si opponeva, sostenendo che il credito fosse ormai prescritto. La Corte d’Appello gli dava ragione, annullando l’avviso di addebito.

L’ente previdenziale, non condividendo la decisione, ricorreva in Cassazione. L’argomentazione principale dell’ente si basava sul presunto doloso occultamento del debito da parte del professionista, che avrebbe omesso di compilare il quadro RR della dichiarazione dei redditi, un comportamento che, secondo l’ente, avrebbe dovuto sospendere la prescrizione.

La Prescrizione Contributi e l’Errore della Corte d’Appello

La Corte di Cassazione, nell’esaminare il caso, ha individuato un errore di fondo nella sentenza della Corte d’Appello, un errore talmente fondamentale da assorbire e rendere superflua la discussione sul doloso occultamento.

Il punto cruciale non era se la prescrizione fosse stata sospesa, ma quando avesse effettivamente iniziato a decorrere. La Corte territoriale, infatti, non aveva tenuto conto di un d.P.C.M. (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 4 giugno 2009, il quale aveva posticipato il termine per il versamento del saldo dei contributi relativi ai redditi del 2008.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha applicato un principio consolidato e logico: la prescrizione dei contributi previdenziali inizia a decorrere dal momento in cui scadono i termini per il pagamento. Se un provvedimento normativo, come un d.P.C.M., sposta in avanti tale scadenza, anche il dies a quo della prescrizione si sposta di conseguenza.

Nel caso specifico, la scadenza per il versamento era stata differita al 6 luglio 2009. L’atto interruttivo della prescrizione, ovvero la notifica dell’avviso bonario da parte dell’ente, era avvenuto il 1° luglio 2009. Questo significa che l’ente si era attivato per richiedere il pagamento prima ancora che il termine per adempiere fosse scaduto. Di conseguenza, il termine di prescrizione non solo non era maturato, ma non aveva neppure iniziato il suo decorso.

La Suprema Corte ha sottolineato come questa valutazione, basata su una disposizione direttamente applicabile, possa essere compiuta in ogni stato e grado del processo. L’errore della Corte d’Appello è stato proprio quello di non aver verificato la data esatta della scadenza del pagamento, un dato fondamentale per calcolare correttamente la prescrizione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello di Torino in diversa composizione. Il principio che emerge è di grande importanza pratica: per determinare la decorrenza della prescrizione contributi, è essenziale verificare non solo le scadenze ordinarie, ma anche eventuali proroghe o differimenti disposti da provvedimenti normativi. Un atto di richiesta di pagamento notificato prima della scadenza differita è pienamente valido e impedisce alla prescrizione di iniziare il suo corso, rendendo il credito esigibile.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i contributi previdenziali?
La prescrizione dei contributi dovuti, ad esempio, alla gestione separata decorre dal momento in cui scadono i termini stabiliti per il loro pagamento.

Un provvedimento che sposta la data di scadenza per il pagamento dei contributi ha effetto sulla prescrizione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il differimento del termine di pagamento, disposto ad esempio da un d.P.C.M., sposta anche il giorno (‘dies a quo’) da cui inizia a decorrere il termine di prescrizione.

Cosa succede se l’ente previdenziale notifica un atto interruttivo prima della scadenza del termine per il pagamento?
Se l’atto interruttivo (come un avviso bonario o un avviso di addebito) viene notificato prima della scadenza, anche se differita, del termine di pagamento, il credito non può considerarsi prescritto perché la prescrizione non ha ancora iniziato a decorrere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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