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Prescrizione contributi: il dies a quo corretto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24586/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla decorrenza della prescrizione contributi. Il caso riguardava contributi previdenziali del 2009 non versati da un professionista. La Corte ha chiarito che il termine di prescrizione decorre non dalla scadenza ordinaria, ma da quella differita da un D.P.C.M. specifico. La Corte territoriale aveva errato nel non considerare tale differimento, e la Cassazione ha cassato la sentenza, sottolineando che l’individuazione del ‘dies a quo’ è un elemento preliminare che il giudice di legittimità può e deve verificare d’ufficio.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Contributi: La Cassazione Sottolinea l’Importanza del Dies a Quo

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione cruciale in materia di prescrizione contributi previdenziali, chiarendo come determinare correttamente il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine. La decisione evidenzia l’importanza dei decreti ministeriali che dispongono proroghe dei versamenti e il potere del giudice di legittimità di verificare d’ufficio questo aspetto fondamentale, anche quando non sia stato oggetto di uno specifico motivo di ricorso.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una richiesta di pagamento di contributi previdenziali per l’anno 2009, avanzata dall’ente previdenziale nei confronti di una professionista iscritta alla Gestione Separata. La professionista si opponeva, eccependo l’avvenuta prescrizione del credito. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello le avevano dato ragione, ritenendo che il termine prescrizionale fosse decorso.

L’ente previdenziale, non condividendo la decisione, ha presentato ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: l’errata esclusione della sospensione della prescrizione per doloso occultamento del debito da parte della professionista, che non aveva compilato il quadro RR della dichiarazione dei redditi.

La Questione sulla Prescrizione Contributi e il Ruolo del D.P.C.M.

Il cuore della controversia non si è concentrato, come auspicato dal ricorrente, sulla sospensione, bensì su un aspetto logicamente preliminare: l’identificazione del momento esatto da cui far partire il conteggio della prescrizione. La Corte d’Appello aveva individuato tale data nel 16 giugno 2010, scadenza ordinaria per il versamento dei contributi relativi al 2009.

Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rilevato un errore in questa valutazione. Per quell’anno, infatti, era intervenuto il D.P.C.M. del 10 giugno 2010, il quale aveva differito il termine di versamento al 6 luglio 2010 per i contribuenti che esercitavano attività economiche per le quali erano stati elaborati gli studi di settore. Questo differimento, secondo la Suprema Corte, modifica il dies a quo per tutti i soggetti rientranti nel campo di applicazione oggettivo della norma, a prescindere dal loro specifico regime fiscale individuale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha riaffermato principi consolidati e ne ha tratti importanti corollari. Innanzitutto, ha ribadito che l’obbligazione contributiva sorge con la produzione del reddito, ma la sua esigibilità, e quindi la decorrenza della prescrizione, è legata alla scadenza del termine per il pagamento.

Il punto centrale della motivazione risiede nel potere del giudice di legittimità. Anche se il ricorso dell’ente verteva esclusivamente sulla sospensione della prescrizione (art. 2941 c.c.), la Corte ha stabilito che l’intera fattispecie della prescrizione rimane sub iudice. L’individuazione del dies a quo è un aspetto logicamente preliminare rispetto alla sospensione. Un errore su questo punto inficia l’intera analisi. Pertanto, la Corte ha il potere e il dovere di rilevare d’ufficio l’errata individuazione del termine iniziale, senza che su tale punto possa formarsi un giudicato interno.

Di conseguenza, la Corte territoriale aveva sbagliato a far decorrere la prescrizione dal 16 giugno 2010, ignorando il differimento normativo al 6 luglio 2010. Questo errore di diritto ha portato la Cassazione a cassare la sentenza impugnata.

Le Conclusioni

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassato la sentenza e rinviato la causa alla Corte d’Appello di Napoli, in diversa composizione. Il giudice del rinvio dovrà ora riesaminare la questione della prescrizione partendo dal presupposto corretto: il termine iniziale di decorrenza è il 6 luglio 2010. Questa decisione ha implicazioni pratiche significative: sposta in avanti l’orologio della prescrizione, potendo cambiare l’esito della controversia. Inoltre, riafferma con forza il valore normativo dei D.P.C.M. che prorogano le scadenze fiscali e contributive e chiarisce i confini dei poteri del giudice di legittimità nell’analisi della prescrizione.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione dei contributi previdenziali?
La prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui i contributi dovevano essere versati, ovvero dalla data di scadenza del pagamento, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) può modificare la data di inizio della prescrizione?
Sì. Se un D.P.C.M. differisce la scadenza legale per il versamento dei contributi, la prescrizione inizierà a decorrere dalla nuova data di scadenza stabilita dal decreto. Questo perché il diritto può essere fatto valere solo da quel momento.

Se un ricorso in Cassazione contesta solo la sospensione della prescrizione, può la Corte decidere anche sulla data di inizio della stessa?
Sì. La Corte di Cassazione ha affermato che l’identificazione della corretta data di inizio della prescrizione (dies a quo) è un aspetto logicamente preliminare e fondamentale. Pertanto, può e deve verificarla d’ufficio, anche se non è stata oggetto di uno specifico motivo di ricorso, poiché l’intera fattispecie della prescrizione rimane sotto il suo esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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