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Prescrizione contributi gestione separata: la data

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19858/2025, ha chiarito un punto cruciale sulla prescrizione dei contributi della gestione separata. Il caso riguardava un professionista a cui l’ente previdenziale chiedeva i contributi per il 2012. La questione era determinare il corretto ‘dies a quo’ (giorno di inizio) della prescrizione quinquennale, data l’esistenza di una prima scadenza prorogata e di una seconda, facoltativa, con maggiorazione. La Corte ha stabilito che il termine di prescrizione decorre dalla prima scadenza di pagamento utile, anche se prorogata. La possibilità di pagare successivamente con una maggiorazione è una mera agevolazione e non sposta in avanti l’inizio della prescrizione. Di conseguenza, l’atto di riscossione dell’ente, notificato oltre cinque anni dalla prima scadenza, è stato ritenuto tardivo e il credito prescritto.

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Pubblicato il 30 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Contributi Gestione Separata: la Cassazione fissa il Dies a Quo

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale sulla prescrizione contributi gestione separata, un tema di grande interesse per tutti i professionisti e lavoratori autonomi. La pronuncia stabilisce con precisione da quale momento inizia a decorrere il termine quinquennale di prescrizione quando la legge prevede scadenze di pagamento differenziate, di cui una con maggiorazione. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per la gestione dei debiti contributivi e per le azioni di riscossione da parte dell’ente previdenziale.

I fatti del caso

La vicenda ha origine dal ricorso di un ingegnere contro l’iscrizione d’ufficio alla Gestione Separata e la relativa richiesta di contributi per l’anno 2012 da parte dell’ente previdenziale. Inizialmente, il professionista aveva ottenuto l’annullamento della pretesa, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’ente. Il nodo della questione era l’eccezione di prescrizione sollevata dal professionista. La Corte territoriale aveva ritenuto che il termine di prescrizione quinquennale fosse iniziato a decorrere dalla data ultima di versamento possibile, quella del 20 agosto 2013 (che prevedeva una maggiorazione dello 0,40%), e non dalla scadenza precedente, fissata all’8 luglio 2013. Di conseguenza, la lettera di richiesta dell’ente, ricevuta dal professionista il 31 luglio 2018, sarebbe stata tempestiva nell’interrompere la prescrizione. Il professionista ha quindi impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione della decorrenza della prescrizione contributi gestione separata

Il motivo del ricorso in Cassazione si è concentrato sulla violazione delle norme che regolano l’inizio della prescrizione (art. 2935 c.c.) e la durata della stessa per i contributi previdenziali (art. 3 L. 335/1995). Secondo il ricorrente, la Corte d’Appello aveva errato nel considerare come data di partenza della prescrizione quella del 20 agosto 2013. Tale data, infatti, non rappresentava un nuovo termine di scadenza dell’obbligazione, ma solo una facoltà concessa al contribuente di sanare il proprio debito, già scaduto all’8 luglio 2013, pagando una piccola sanzione. Il diritto dell’ente previdenziale, quindi, poteva essere fatto valere già a partire dal 9 luglio 2013, e da quel momento doveva iniziare a decorrere la prescrizione.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno riaffermato il principio consolidato secondo cui il termine di prescrizione dei contributi dovuti alla gestione separata decorre dal momento in cui scadono i termini per il loro pagamento. Questo momento coincide con quello in cui il diritto può essere fatto valere.
La Corte ha chiarito che la possibilità di effettuare il versamento entro un termine successivo (in questo caso, il 20 agosto) versando una maggiorazione a titolo di interesse corrispettivo, non sposta in avanti il ‘dies a quo’ della prescrizione. Questa opzione è qualificata come una ‘onerosa facilitazione di pagamento di un debito già maturo e scaduto’. In altre parole, l’obbligazione principale era già scaduta alla prima data utile (8 luglio 2013), e da quel giorno l’ente previdenziale avrebbe potuto agire per la riscossione. La seconda scadenza non è un termine alternativo, ma un beneficio concesso per sanare un inadempimento già avvenuto. Pertanto, il quinquennio di prescrizione era iniziato a decorrere l’8 luglio 2013 e si sarebbe concluso l’8 luglio 2018. L’atto interruttivo dell’ente, essendo stato notificato solo il 31 luglio 2018, è risultato tardivo.

Le conclusioni

La sentenza impugnata è stata cassata e la causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per un nuovo esame che dovrà attenersi al principio di diritto enunciato. Questa decisione ribadisce un punto fondamentale: la decorrenza della prescrizione è legata alla scadenza effettiva dell’obbligazione contributiva. Le agevolazioni che permettono un pagamento tardivo con sanzioni non modificano tale scadenza ai fini della prescrizione. Si tratta di una tutela importante per i contribuenti, che possono così contare su una data certa per il calcolo dei termini, e di un monito per gli enti previdenziali a esercitare tempestivamente i propri diritti di credito.

Da quale momento decorre la prescrizione per i contributi dovuti alla Gestione Separata?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui scade il termine per il pagamento dei contributi, ovvero dal giorno in cui l’ente previdenziale può legalmente esercitare il proprio diritto alla riscossione.

Una proroga del termine di versamento che prevede il pagamento di una maggiorazione sposta la data di decorrenza della prescrizione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la possibilità di pagare in una data successiva con l’aggiunta di una maggiorazione è una ‘onerosa facilitazione di pagamento’ per un debito già scaduto. Non modifica la scadenza originaria dell’obbligazione e, pertanto, non sposta in avanti l’inizio del termine di prescrizione.

La presentazione della dichiarazione dei redditi influenza l’inizio della prescrizione dei contributi?
No. La Corte conferma che la dichiarazione dei redditi è una mera ‘dichiarazione di scienza’ e non costituisce un presupposto del credito contributivo. La prescrizione decorre dalla scadenza del termine di versamento, indipendentemente dalla data di presentazione della dichiarazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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