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Prescrizione contributi appalto: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7691/2024, ha stabilito che la prescrizione contributi appalto per l’ente previdenziale è quinquennale. Il termine di decadenza biennale dell’art. 29 D.Lgs. 276/03 si applica solo all’azione del lavoratore per le retribuzioni, non alla pretesa contributiva dell’ente, che è autonoma e soggetta alle proprie regole.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Contributi Appalto: La Cassazione Fa Chiarezza sul Termine

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione interviene su un tema cruciale per le aziende che ricorrono a contratti di appalto: la prescrizione contributi appalto. La decisione chiarisce definitivamente la distinzione tra il termine previsto per l’azione del lavoratore e quello applicabile all’ente previdenziale. La Corte ha stabilito che la pretesa contributiva dell’ente non è soggetta alla decadenza biennale, ma al più lungo termine di prescrizione quinquennale, ribadendo l’autonomia dell’obbligazione previdenziale rispetto a quella retributiva.

Il Contesto: Solidarietà negli Appalti e la Pretesa dell’Ente Previdenziale

La vicenda trae origine da un decreto ingiuntivo emesso da un ente previdenziale nazionale nei confronti di una società committente. L’ente richiedeva il pagamento di contributi e sanzioni in via solidale, ai sensi dell’art. 29 del D.Lgs. 276/2003, per un appalto affidato a una cooperativa. La normativa sulla responsabilità solidale negli appalti mira a tutelare i lavoratori, consentendo loro di rivalersi anche sul committente per il pagamento di retribuzioni e contributi non versati dall’appaltatore.

La società committente si era opposta al decreto ingiuntivo, sostenendo che l’azione dell’ente fosse tardiva.

La Decisione della Corte d’Appello: l’Applicazione della Decadenza Biennale

Inizialmente, la Corte d’Appello aveva dato ragione alla società committente. I giudici di secondo grado avevano ritenuto applicabile la decadenza biennale prevista dal comma 2 dell’art. 29. Secondo questa interpretazione, l’ente previdenziale avrebbe dovuto notificare l’avviso di addebito entro due anni dalla cessazione del contratto d’appalto. Poiché tale termine non era stato rispettato, la pretesa contributiva era stata dichiarata estinta.

L’ente previdenziale, non condividendo questa lettura della norma, ha presentato ricorso in Cassazione.

L’Analisi sulla Prescrizione Contributi Appalto della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente, ribaltando la decisione d’appello. Gli Ermellini hanno affermato un principio consolidato: il termine di decadenza biennale si applica esclusivamente all’azione del lavoratore volta a ottenere le proprie retribuzioni dal committente solidalmente responsabile.

La pretesa dell’ente per il recupero dei contributi omessi, invece, segue un percorso diverso. Essa non è soggetta a un termine di decadenza, ma unicamente al termine di prescrizione quinquennale. Questa distinzione è fondamentale per comprendere la portata della responsabilità solidale.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione sulla netta autonomia tra l’obbligazione retributiva e quella contributiva.

1. L’obbligazione retributiva riguarda il rapporto diretto tra il lavoratore e il suo datore di lavoro (l’appaltatore), con il committente che interviene come garante solidale.
2. L’obbligazione contributiva fa capo direttamente all’ente previdenziale. È un’obbligazione di diritto pubblico, indisponibile per le parti, e serve a finanziare il sistema di sicurezza sociale. La sua misura è legata alla retribuzione dovuta secondo i contratti collettivi (il cosiddetto minimale contributivo), non necessariamente a quella effettivamente pagata.

Secondo la Cassazione, sarebbe incoerente un sistema in cui il lavoratore può agire entro due anni per la retribuzione, ma l’ente previdenziale, per lo stesso periodo, perda il diritto a riscuotere i contributi. L’autonomia delle due obbligazioni impone che ciascuna segua le proprie regole in materia di estinzione del diritto.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha cassato la sentenza d’appello e ha rinviato la causa a una diversa sezione della Corte d’Appello di Bologna. Quest’ultima dovrà ora riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto enunciato: l’azione dell’ente previdenziale per il recupero dei contributi in un appalto è soggetta alla sola prescrizione quinquennale. Per le aziende committenti, questa decisione rappresenta un’importante conferma: la loro esposizione per i debiti contributivi degli appaltatori si estende per cinque anni dalla cessazione dell’appalto, un periodo significativamente più lungo rispetto ai due anni previsti per le pretese retributive dei lavoratori.

Qual è il termine per l’azione dell’ente previdenziale per i contributi dovuti in solido dal committente in un appalto?
Il termine è quello di prescrizione quinquennale. La Corte di Cassazione ha chiarito che il termine di decadenza biennale, previsto per l’azione del lavoratore, non si applica alla pretesa dell’ente.

A chi si applica il termine di decadenza biennale previsto dall’art. 29, co. 2, d.lgs. 276/03?
Secondo la sentenza, questo termine di due anni dalla cessazione dell’appalto si applica esclusivamente all’azione del lavoratore per ottenere le proprie retribuzioni dal committente solidalmente responsabile, e non all’azione dell’ente previdenziale.

Perché l’obbligazione contributiva e quella retributiva sono considerate autonome?
L’obbligazione retributiva riguarda il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro per il pagamento dello stipendio. L’obbligazione contributiva, invece, è un rapporto di diritto pubblico tra il datore di lavoro e l’ente previdenziale, finalizzata a finanziare il sistema di sicurezza sociale. Questa sua natura la rende autonoma e soggetta a proprie regole, inclusa la prescrizione quinquennale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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