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Prescrizione compenso gratuito patrocinio: i chiarimenti

Un avvocato si è visto negare il compenso per gratuito patrocinio a causa della prescrizione presuntiva di tre anni. La Corte di Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che per i crediti verso lo Stato si applica la prescrizione ordinaria decennale. Inoltre, ha ribadito che la prescrizione presuntiva non può essere rilevata d’ufficio dal giudice, ma deve essere eccepita dal debitore. La sentenza chiarisce i termini di prescrizione del compenso per gratuito patrocinio.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Compenso Gratuito Patrocinio: La Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante delucidazione sulla prescrizione del compenso per gratuito patrocinio, stabilendo principi chiari a tutela dei professionisti che vantano crediti nei confronti dello Stato. La decisione si concentra su due aspetti cruciali: la durata del termine di prescrizione e la possibilità per il giudice di rilevarla d’ufficio.

I Fatti di Causa

Un avvocato aveva prestato la propria opera professionale in regime di patrocinio a spese dello Stato. Anni dopo la conclusione del giudizio, precisamente a quasi dieci anni dalla pubblicazione della sentenza d’appello, presentava istanza per la liquidazione del proprio compenso. Il Tribunale competente rigettava la richiesta, ritenendo che il diritto al compenso fosse estinto per prescrizione. Secondo il giudice di merito, si sarebbe dovuta applicare la prescrizione presuntiva triennale prevista per i compensi dei professionisti, decorrente dalla data della decisione che aveva definito il giudizio. L’avvocato, vedendosi negato il proprio diritto, ricorreva in Cassazione, lamentando l’errata applicazione della norma sulla prescrizione e il fatto che il giudice l’avesse rilevata di sua iniziativa, in assenza di una specifica eccezione da parte del Ministero della Giustizia.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Prescrizione del Compenso

La Corte Suprema di Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato, cassando l’ordinanza impugnata e rinviando la causa al Tribunale per una nuova valutazione. La decisione si fonda su due principi giuridici consolidati e di fondamentale importanza pratica.

Le Motivazioni della Sentenza

In primo luogo, la Corte ha affermato un principio ormai pacifico: la prescrizione presuntiva non può essere invocata per i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione. La ragione di questa inapplicabilità risiede nelle specifiche regole di contabilità pubblica. Ogni pagamento effettuato dallo Stato, infatti, deve seguire un iter formale che si conclude con l’emissione di un apposito mandato di pagamento. Questa procedura, tracciabile e documentata, è intrinsecamente incompatibile con il fondamento della prescrizione presuntiva, la quale si basa, appunto, su una ‘presunzione’ di avvenuto pagamento per via del trascorrere del tempo in rapporti dove il saldo avviene solitamente senza rilascio di quietanza formale. Pertanto, il credito del difensore ammesso al gratuito patrocinio non è soggetto alla prescrizione breve triennale, bensì a quella ordinaria decennale.

In secondo luogo, i giudici di legittimità hanno ribadito un altro caposaldo del diritto processuale. Anche qualora, in via puramente ipotetica, la prescrizione presuntiva fosse stata applicabile al caso di specie, il giudice non avrebbe potuto rilevarla d’ufficio. L’articolo 2938 del Codice Civile stabilisce infatti che il giudice non può sollevare autonomamente l’eccezione di prescrizione; questa deve essere sempre proposta dalla parte che vi ha interesse. Nel caso in esame, il Ministero della Giustizia non aveva sollevato alcuna eccezione, rendendo illegittima la decisione del Tribunale di dichiarare prescritto il credito di propria iniziativa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Le conclusioni che si traggono da questa ordinanza sono di grande rilevanza per tutti gli avvocati che operano in regime di gratuito patrocinio. La sentenza consolida la certezza del diritto, confermando che il termine per richiedere la liquidazione dei compensi allo Stato è quello ordinario di dieci anni. Questo offre una maggiore tutela ai professionisti, allineando la loro posizione a quella degli altri creditori della Pubblica Amministrazione. Inoltre, viene riaffermato un principio di garanzia processuale fondamentale: la prescrizione, specialmente quella presuntiva, è una difesa che spetta alla parte e non un’arma a disposizione del giudice da usare d’ufficio. La decisione, quindi, non solo protegge i diritti economici degli avvocati, ma rafforza anche i principi di un giusto processo.

Qual è il termine di prescrizione per il compenso di un avvocato in regime di gratuito patrocinio?
Secondo l’ordinanza, quando il debitore è lo Stato, il termine di prescrizione applicabile è quello ordinario di dieci anni e non la prescrizione presuntiva triennale prevista per i compensi dei professionisti.

Il giudice può dichiarare d’ufficio la prescrizione presuntiva del compenso dell’avvocato?
No, la Corte di Cassazione ha ribadito che la prescrizione presuntiva non può essere rilevata d’ufficio dal giudice. Deve essere specificamente eccepita dalla parte debitrice, in questo caso il Ministero della Giustizia.

Perché la prescrizione presuntiva non si applica ai crediti verso la Pubblica Amministrazione?
La prescrizione presuntiva è incompatibile con le regole della contabilità pubblica. Poiché i pagamenti dello Stato richiedono l’emissione di mandati di pagamento formali e tracciabili, non può operare la ‘presunzione’ di avvenuto pagamento su cui si fonda questo tipo di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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