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Prescrizione buoni postali: quando si perde il diritto

La Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione buoni postali è decennale e decorre dalla data di scadenza, anche se non indicata sul titolo. L’obbligo di conoscere i termini ricade sul risparmiatore, che deve consultare le fonti ufficiali, non potendo invocare la mancata informazione da parte dell’intermediario. La Corte ha rigettato il ricorso dei risparmiatori il cui diritto al rimborso era ormai estinto.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Civile, Giurisprudenza Civile

Prescrizione Buoni Postali: La Cassazione Conferma la Decorrenza dalla Scadenza

La questione della prescrizione buoni postali è da tempo al centro di numerosi contenziosi legali. Molti risparmiatori si trovano a scoprire, a distanza di anni, che il loro diritto al rimborso del capitale e degli interessi è svanito. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione torna sul tema, offrendo chiarimenti fondamentali sulla decorrenza dei termini e sulle responsabilità informative dell’emittente. Vediamo nel dettaglio cosa ha stabilito la Suprema Corte.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Rimborso Tardiva

Due risparmiatori, in possesso di quattro buoni postali fruttiferi emessi nel 1996, avevano ottenuto un’ingiunzione di pagamento nei confronti dell’intermediario finanziario emittente. Quest’ultimo si era opposto, eccependo l’avvenuta prescrizione del diritto al rimborso. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in sede di appello avevano dato ragione all’emittente, ritenendo che il termine decennale di prescrizione, decorrente dalla data di scadenza dei titoli, fosse ampiamente trascorso.

I risparmiatori hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, in assenza di una chiara indicazione della data di scadenza sui buoni stessi, il termine di prescrizione non potesse iniziare a decorrere. A loro avviso, l’intermediario avrebbe avuto un obbligo informativo specifico, la cui violazione impediva l’estinzione del loro diritto.

La Decisione della Corte: La prescrizione buoni postali è decennale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando le decisioni dei giudici di merito. Ha stabilito che il diritto al rimborso dei buoni si era effettivamente prescritto. La Corte ha ribadito principi consolidati in materia, chiarendo in modo definitivo la natura di questi strumenti di risparmio e le fonti normative che ne regolano la vita, inclusa la scadenza e la prescrizione.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Suprema Corte si fonda su argomentazioni giuridiche precise, che meritano di essere analizzate nel dettaglio.

Natura Giuridica dei Buoni Postali: Non Sono Titoli di Credito

Il punto centrale della motivazione riguarda la qualificazione dei buoni postali. La Corte ha ricordato che essi non sono titoli di credito (come un assegno o una cambiale), bensì titoli di legittimazione ai sensi dell’art. 2002 c.c. Questo significa che il loro scopo è solo quello di identificare chi ha diritto alla prestazione (il rimborso). Di conseguenza, non si applica il principio di ‘letteralità’, secondo cui il contenuto del diritto è solo quello che appare sul documento. Il contratto, invece, può essere integrato da fonti esterne (ab externo), come leggi e decreti ministeriali.

L’onere di informarsi e la prescrizione buoni postali

Proprio perché il rapporto è regolato da una normativa complessa, che va oltre quanto scritto sul singolo buono, spetta al risparmiatore attivarsi per conoscere tutti gli elementi del rapporto, inclusa la data di scadenza esatta. La Corte ha specificato che tali informazioni sono facilmente reperibili attraverso la consultazione di fonti ufficiali, come la Gazzetta Ufficiale (dove vengono pubblicati i decreti ministeriali che istituiscono le varie serie di buoni) o i siti web istituzionali dell’emittente e della Cassa Depositi e Prestiti.

L’ignoranza di queste condizioni non costituisce una causa di sospensione della prescrizione. La legge (art. 2935 c.c.) stabilisce che la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto ‘può essere fatto valere’, riferendosi a una possibilità legale e non a un impedimento di fatto come la mancata conoscenza della scadenza.

La Decorrenza della Prescrizione

La Corte ha confermato che il termine di prescrizione applicabile è quello decennale, introdotto dal D.M. del 19 dicembre 2000. Elemento cruciale è il dies a quo, ovvero il giorno da cui il termine inizia a correre. La Cassazione ha chiarito che questo giorno coincide con la data di scadenza del titolo, e non, come prevedeva una normativa precedente e superata, con il 1° gennaio dell’anno successivo a quello di scadenza. Pertanto, il calcolo fatto dal Tribunale, che aveva dichiarato il diritto estinto, è stato ritenuto corretto.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. Per i possessori di buoni postali fruttiferi, le implicazioni sono chiare:

1. Non fare affidamento solo su quanto scritto sul buono: Il contenuto del rapporto è definito da un quadro normativo più ampio.
2. Verificare la scadenza: È onere del risparmiatore informarsi sulla data di scadenza dei propri titoli, consultando le fonti ufficiali.
3. Agire tempestivamente: Una volta che il buono è scaduto, il diritto al rimborso deve essere esercitato entro il termine di dieci anni. Superato questo periodo, il capitale e gli interessi sono irrimediabilmente perduti a favore dell’emittente.

La sentenza sottolinea la natura particolare di questi strumenti di risparmio, legati a interessi generali di bilancio pubblico, la cui disciplina è affidata alla legge e non alla negoziazione privata tra le parti.

Da quando inizia a decorrere la prescrizione dei buoni postali fruttiferi?
La prescrizione, che è di dieci anni, inizia a decorrere dalla data di scadenza del titolo, anche se questa data non è esplicitamente indicata sul buono stesso.

È responsabilità dell’intermediario finanziario informare il cliente della data di scadenza non indicata sul buono?
No. Secondo la Cassazione, non sussiste un obbligo informativo specifico a carico dell’intermediario in tal senso. La conoscenza delle condizioni del rapporto, inclusa la scadenza, è affidata alla pubblicazione delle norme su fonti ufficiali (come la Gazzetta Ufficiale), ed è onere del risparmiatore informarsi.

Le condizioni dei buoni postali possono essere modificate da decreti ministeriali successivi alla loro emissione?
Sì. Essendo titoli di legittimazione e non titoli di credito, il loro contenuto contrattuale può essere integrato ‘ab externo’ da fonti normative, inclusi decreti ministeriali che possono variare le condizioni del rapporto, come avvenuto per il termine di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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