LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione bollette: quando decorre il termine?

Un utente ha contestato una bolletta per consumi pregressi, eccependo la prescrizione del credito. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la decisione di merito secondo cui la prescrizione bollette non decorre se il ritardo nella fatturazione è causato dalla mancata collaborazione dell’utente nel permettere la lettura del contatore. Il termine, infatti, inizia a decorrere solo da quando il fornitore può concretamente accertare il consumo e far valere il proprio diritto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione bollette: il contatore inaccessibile blocca il decorso dei termini

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per consumatori e aziende energetiche: la prescrizione bollette e il suo rapporto con la collaborazione dell’utente. Se un cliente impedisce la lettura del contatore, può poi sostenere che il debito per i consumi sia prescritto? La risposta della Corte, pur basandosi su aspetti procedurali, offre spunti fondamentali sul principio di esigibilità del credito e sul dovere di cooperazione contrattuale.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine quando una società di fornitura energetica invia a un proprio cliente, nel 2018, una richiesta di pagamento per consumi risalenti al periodo 2012-2013. L’utente si oppone, sostenendo che il diritto della società a riscuotere tali somme fosse ormai estinto per prescrizione.

Inizialmente, il Giudice di Pace accoglie la tesi del consumatore. Tuttavia, il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, ribalta la decisione. Secondo il Tribunale, il termine di prescrizione non era ancora maturato. La motivazione si fonda sull’articolo 2935 del codice civile, il quale stabilisce che la prescrizione inizia a decorrere “dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. Nel caso specifico, il diritto della società a richiedere il pagamento è diventato esigibile solo nel momento in cui è stata finalmente effettuata la lettura del contatore, il 3 maggio 2018. Il ritardo, secondo il giudice d’appello, era imputabile proprio all’utente, che per lungo tempo non aveva consentito l’accesso all’immobile per la rilevazione dei consumi. Di conseguenza, il credito non poteva considerarsi prescritto.

Contro questa sentenza, l’utente ha proposto ricorso per Cassazione.

I motivi di ricorso e la prescrizione bollette

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su cinque motivi, lamentando principalmente:

1. La mancata considerazione delle norme e dei provvedimenti delle Autorità di settore (ARERA e AGCM) che disciplinano la materia.
2. La violazione di norme procedurali e la mancata applicazione di un provvedimento dell’AGCM contro le pratiche commerciali scorrette.
3. L’errata applicazione dell’art. 2935 c.c. riguardo all’inizio della decorrenza della prescrizione, sostenendo che dovesse partire dal momento del consumo e non dalla lettura.
4. L’erronea valutazione delle prove documentali.
5. La violazione delle leggi sulla fatturazione dei consumi, attribuendogli erroneamente la responsabilità del ritardo.

L’utente sosteneva, in sintesi, che il Tribunale avesse sbagliato a far decorrere la prescrizione bollette dalla data della lettura del contatore anziché dal consumo effettivo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, senza entrare nel merito della questione di diritto sulla decorrenza della prescrizione. La decisione si è basata su vizi prettamente procedurali del ricorso presentato.

In primo luogo, la Corte ha rilevato che il quarto motivo, relativo alla valutazione delle prove, era inammissibile. Con esso, il ricorrente non denunciava una violazione di legge, ma tentava di indurre la Cassazione a una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (primo e secondo grado) e non alla Suprema Corte.

Anche il quinto motivo è stato giudicato inammissibile per difetto di autosufficienza. Il ricorrente, infatti, aveva omesso di trascrivere nel ricorso il contenuto dei documenti che, a suo dire, erano stati erroneamente valutati dal Tribunale. Tale omissione ha impedito alla Corte di Cassazione di verificare la fondatezza della censura, poiché il ricorso deve contenere in sé tutti gli elementi per essere deciso.

Infine, gli altri motivi sono stati ritenuti inammissibili perché riguardavano ipotesi di fatturazione ritardata non pertinenti al caso di specie. La Corte ha sottolineato che la decisione del Tribunale si fondava su un presupposto di fatto specifico e decisivo: il ritardo nella fatturazione non era imputabile alla società di fornitura, ma al comportamento non collaborativo dell’utente, che aveva impedito l’accesso al contatore. Questo elemento, correttamente rilevato dal giudice di merito, rendeva le altre argomentazioni del ricorrente non applicabili.

Le Conclusioni

Pur non pronunciandosi direttamente sul fondo della questione, l’ordinanza della Cassazione offre una conclusione pratica di grande rilevanza. Un utente non può invocare la prescrizione bollette se ha contribuito a causare il ritardo nella fatturazione, impedendo la lettura dei consumi. Il principio secondo cui la prescrizione decorre solo da quando il diritto può essere fatto valere (art. 2935 c.c.) trova piena applicazione. Se la società fornitrice è materialmente impossibilitata a quantificare il credito a causa della condotta dell’utente, il “giorno in cui il diritto può essere fatto valere” coincide con il momento in cui tale ostacolo viene rimosso, ovvero con la lettura del contatore. La decisione ribadisce, inoltre, il rigore formale richiesto per i ricorsi in Cassazione, i quali non possono trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti della causa.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i consumi energetici se la lettura del contatore è ritardata a causa dell’utente?
Secondo la sentenza del Tribunale, confermata implicitamente dalla Cassazione che ha respinto il ricorso, la prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui il diritto può essere fatto valere, ovvero dalla data in cui la società di fornitura ha potuto effettuare la lettura del contatore, e non dalla data dei consumi.

La mancata collaborazione dell’utente nel consentire la lettura del contatore ha conseguenze sulla prescrizione?
Sì. Il giudice di merito ha ritenuto che il ritardo nell’accertamento dei consumi, causato dall’impossibilità di accedere all’immobile dell’utente, non potesse essere ascritto alla società fornitrice. Di conseguenza, tale comportamento ha impedito il decorso della prescrizione, che è rimasta sospesa fino alla lettura.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell’utente inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per motivi procedurali. In particolare, ha stabilito che alcuni motivi miravano a una rivalutazione dei fatti (non consentita in Cassazione) e che altri erano privi del requisito di autosufficienza, poiché il ricorrente non aveva trascritto i documenti essenziali per la comprensione delle sue censure.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati