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Prescrizione bollette gas: la decisione del Tribunale

Un utente si oppone a un decreto ingiuntivo per bollette di gas non pagate, eccependo la prescrizione del credito e la mancanza di un contratto scritto. Il Tribunale accoglie parzialmente l’appello, dichiarando la prescrizione bollette gas per il periodo più risalente ma confermando il debito per i consumi successivi. La sentenza chiarisce che l’uso del servizio costituisce un contratto valido e definisce l’onere della prova per contestare i consumi.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione bollette gas: quando il contratto non è firmato

Il tema della prescrizione bollette gas è una questione che tocca molti cittadini, spesso confrontati con richieste di pagamento per consumi energetici risalenti a diversi anni prima. Una recente sentenza del Tribunale di Roma offre importanti chiarimenti su come la legge affronta questi casi, in particolare quando l’utente contesta non solo la prescrizione, ma anche l’esistenza stessa di un contratto scritto. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere i principi applicati e le tutele previste per le parti coinvolte.

I Fatti di Causa: Dalla Richiesta di Pagamento all’Appello

La vicenda ha origine da un decreto ingiuntivo emesso su richiesta di una società fornitrice di energia, che chiedeva a un utente il pagamento di circa 4.900 euro per la fornitura di gas relativa a un periodo di quasi quattro anni (dal 2008 al 2011). L’utente si opponeva al decreto, sostenendo che una parte significativa del credito fosse caduta in prescrizione. Ammetteva di dover pagare solo una piccola somma, circa 307 euro, per i consumi più recenti. In primo grado, il Giudice di Pace rigettava l’opposizione, confermando l’ordine di pagamento per l’intero importo.

L’utente decideva quindi di presentare appello, basando la sua difesa su tre motivi principali: la mancata sottoscrizione di un contratto di fornitura, l’avvenuta prescrizione di gran parte del debito e l’assenza di prove sufficienti a sostegno della pretesa della società fornitrice.

La Questione della Prescrizione Bollette Gas e del Contratto

Il cuore del contenzioso in appello verteva su due aspetti legali cruciali:

1. Validità del rapporto contrattuale: L’appellante sosteneva che, in assenza di un contratto firmato, nessuna obbligazione potesse sorgere a suo carico.
2. L’eccezione di prescrizione: L’utente ribadiva che il diritto della società a riscuotere i crediti per i consumi più vecchi si era estinto per il decorso del termine quinquennale previsto dalla legge.

Durante il processo, intervenivano anche due società che, nel tempo, si erano rese cessionarie del credito originario, facendo proprie le difese già svolte dalla società fornitrice.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale ha accolto parzialmente l’appello, riformando la sentenza di primo grado. La decisione finale ha revocato il decreto ingiuntivo originale e ha condannato l’utente al pagamento di un importo ridotto, pari a circa 2.057 euro, oltre agli interessi. Questa somma corrispondeva ai crediti non coperti dalla prescrizione. Il Tribunale ha inoltre ripartito le spese legali in base al principio della soccombenza prevalente.

Le Motivazioni della Sentenza

Il giudice ha articolato la sua decisione sulla base di un’analisi approfondita delle questioni sollevate. Ecco i punti salienti del ragionamento seguito:

Sull’esistenza del contratto: Il Tribunale ha stabilito che per i contratti di somministrazione di gas (e di energia elettrica) non è richiesta la forma scritta a pena di nullità. La conclusione del contratto può avvenire anche tramite comportamenti concludenti (facta concludentia*). Il fatto stesso che l’utente abbia pacificamente usufruito della fornitura di gas per anni e abbia persino ammesso di dover pagare una parte del debito è stato considerato una prova sufficiente dell’esistenza del rapporto contrattuale. Negare il contratto in queste circostanze è stato ritenuto incompatibile con il comportamento processuale dell’utente stesso.

* Sulla prescrizione del credito: Questa è stata la parte più rilevante. Il giudice ha esaminato la documentazione prodotta dalla società per dimostrare l’interruzione della prescrizione. Ha ritenuto efficace solo una diffida di pagamento inviata e ricevuta nel 2015. Le comunicazioni precedenti (del 2011 e 2012) non sono state considerate idonee a interrompere la prescrizione perché non vi era prova certa del loro invio e del loro contenuto specifico. Di conseguenza, applicando il termine di prescrizione quinquennale, il Tribunale ha dichiarato estinti tutti i crediti maturati prima del febbraio 2010 (cinque anni prima della diffida valida). L’importo dovuto è stato quindi ricalcolato escludendo tutte le fatture più vecchie.

* Sulla prova dei consumi: Il Tribunale ha chiarito che le fatture, basate sui dati di consumo comunicati dal distributore locale, costituiscono una prova adeguata del credito. Spetta all’utente, che contesta tali dati, l’onere di dimostrare il malfunzionamento del contatore e l’entità dei suoi consumi effettivi, ad esempio attraverso lo storico delle bollette precedenti. Poiché l’utente si era limitato a una contestazione generica, senza fornire prove concrete, il giudice ha ritenuto provato il credito per la parte non prescritta.

Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che l’utilizzo di un servizio di pubblica utilità come il gas instaura un vincolo contrattuale valido anche senza un documento firmato. In secondo luogo, ribadisce l’importanza fondamentale di inviare comunicazioni formali e tracciabili (come una raccomandata A/R o una PEC) per interrompere efficacemente la prescrizione bollette gas. Per gli utenti, emerge la necessità di non limitarsi a contestazioni generiche, ma di attivarsi per richiedere verifiche del contatore e fornire prove concrete per sostenere le proprie ragioni in caso di consumi anomali.

È valido un contratto di fornitura di gas anche se non è stato firmato?
Sì. Secondo la sentenza, il contratto di somministrazione di gas non richiede la forma scritta per essere valido. La sua esistenza può essere provata attraverso comportamenti concludenti, come il fatto che l’utente abbia effettivamente e continuativamente usufruito della fornitura.

Quando si prescrive il debito per le bollette del gas non pagate?
Il diritto al pagamento del corrispettivo per la fornitura di gas si prescrive nel termine di cinque anni, come previsto dall’art. 2948, n. 4 c.c. Tale termine può essere interrotto da un atto formale di messa in mora da parte del creditore.

Come può un utente contestare l’importo di una bolletta se ritiene i consumi errati?
Secondo la sentenza, non è sufficiente una contestazione generica. L’utente ha l’onere di contestare specificamente il malfunzionamento del contatore, richiedendone la verifica, e di dimostrare quale sarebbe l’entità dei consumi effettivi, ad esempio basandosi sullo storico delle bollette precedenti o sugli ordinari impieghi di energia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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