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Prescrizione bollette: chi paga se il debitore cambia?

Un’Amministrazione Statale si oppone a un decreto ingiuntivo per bollette energetiche, eccependo la prescrizione. Il Tribunale accoglie l’opposizione, stabilendo che il termine di prescrizione delle bollette quinquennale era decorso prima di qualsiasi atto interruttivo verso il nuovo debitore, subentrato per legge al precedente.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Bollette: Cosa Succede se il Debitore Cambia per Legge?

La questione della prescrizione bollette è un tema di grande interesse, ma diventa ancora più complessa quando il soggetto obbligato al pagamento cambia nel tempo. Una recente sentenza del Tribunale di Venezia ha affrontato proprio questo scenario, chiarendo principi fondamentali sulla decorrenza dei termini e sull’onere del creditore di agire tempestivamente contro il debitore corretto, anche quando quest’ultimo è un’Amministrazione Statale. Il caso riguardava un debito per forniture energetiche destinate a un ufficio giudiziario, il cui onere di pagamento era passato da un ente locale allo Stato per effetto di una riforma normativa.

I Fatti di Causa

Una società creditrice otteneva un decreto ingiuntivo nei confronti di un’Amministrazione Statale per il pagamento di circa 20.000 euro, relativi a tre fatture per la fornitura di energia elettrica emesse tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. Tali forniture erano destinate a un Palazzo di Giustizia.

L’Amministrazione Statale si opponeva al decreto, sollevando diverse eccezioni, tra cui la più rilevante era quella relativa all’avvenuta prescrizione bollette. Sosteneva, infatti, che il credito fosse ormai estinto, essendo trascorsi più di cinque anni dalle scadenze delle fatture prima che le venisse notificato l’atto giudiziario.

Il nodo della questione risiedeva in una modifica legislativa (Legge 190/2014) che, a partire dal 1° settembre 2015, aveva trasferito l’obbligo di pagamento di tali spese da un ente locale direttamente al Ministero della Giustizia. La società creditrice, tuttavia, aveva ricevuto la notifica del decreto ingiuntivo solo nel luglio 2022, ben oltre il termine quinquennale.

L’Eccezione di Prescrizione Bollette e la Competenza Territoriale

L’Amministrazione opponente basava la sua difesa su due pilastri principali: l’incompetenza territoriale del Tribunale di Venezia e, nel merito, la prescrizione del credito. Sulla prima questione, il Tribunale ha rapidamente respinto l’eccezione, confermando l’orientamento consolidato secondo cui, per i debiti della Pubblica Amministrazione, la competenza è del Tribunale del luogo in cui ha sede l’ufficio di tesoreria provinciale del creditore.

Il punto cruciale della decisione si è concentrato sull’eccezione di prescrizione. La società creditrice sosteneva che il termine dovesse decorrere da momenti successivi, come la data di una sentenza intercorsa con il precedente debitore (l’ente locale) o dal momento in cui aveva appreso del cambio di debitore. Il Tribunale ha ritenuto queste argomentazioni infondate.

La Decisione del Tribunale sulla Prescrizione

Il Giudice ha accolto pienamente l’eccezione di prescrizione sollevata dall’Amministrazione Statale. La sentenza ha stabilito che il termine di prescrizione applicabile ai crediti per forniture di energia elettrica, ai sensi dell’art. 2948, n. 4, c.c., è di cinque anni per i pagamenti periodici con scadenza anteriore al 1° marzo 2018.

Le Motivazioni

Il Tribunale ha chiarito che il creditore avrebbe dovuto agire direttamente nei confronti dell’Amministrazione Statale, nuovo debitore per effetto della successione ex lege, sin dal momento in cui il suo diritto era sorto. Le scadenze delle fatture risalivano al periodo tra dicembre 2015 e febbraio 2016. Il primo atto idoneo a interrompere la prescrizione nei confronti del corretto debitore è stato identificato nella notifica del decreto ingiuntivo, avvenuta il 22 luglio 2022.

A quella data, il termine quinquennale era ampiamente decorso. Il Giudice ha sottolineato che la successione nel debito era avvenuta per legge e, pertanto, il creditore era tenuto a conoscere la normativa e ad agire di conseguenza. Le vicende giudiziarie con il precedente debitore o la presunta tardiva conoscenza del nuovo obbligato non potevano sospendere o posticipare la decorrenza della prescrizione. L’inerzia del creditore per oltre cinque anni ha quindi portato all’estinzione del suo diritto.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza ha revocato il decreto ingiuntivo e condannato la società creditrice al pagamento delle spese legali. Questa decisione ribadisce un principio cruciale: in caso di successione legale in un debito, è onere del creditore identificare tempestivamente il nuovo debitore e compiere gli atti interruttivi della prescrizione nei suoi confronti. La semplice ignoranza della norma o le azioni intraprese contro il debitore originario non sono sufficienti a preservare il diritto di credito.

Quando si prescrive il diritto al pagamento delle bollette energetiche?
Secondo la sentenza, per le fatture con scadenze anteriori al 1° marzo 2018, il termine di prescrizione è di cinque anni, come previsto dall’art. 2948, n. 4, del Codice Civile, trattandosi di pagamenti da effettuarsi periodicamente.

Se il debitore cambia per legge, da quando decorre la prescrizione per il creditore?
La prescrizione decorre dalla data di scadenza di ciascuna fattura, indipendentemente dal cambio di debitore. È onere del creditore agire contro il soggetto corretto entro il termine previsto dalla legge, poiché la successione ex lege non modifica il momento iniziale da cui calcolare la prescrizione.

Quale atto ha interrotto efficacemente la prescrizione nel caso esaminato?
Nel caso specifico, il primo atto interruttivo della prescrizione nei confronti del corretto debitore (l’Amministrazione Statale) è stato individuato nella notifica del decreto ingiuntivo, avvenuta il 22 luglio 2022. Poiché non risultavano atti interruttivi precedenti, e il termine di cinque anni era già trascorso, il credito è stato dichiarato prescritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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