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Prescrizione benefici amianto: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che il termine di prescrizione per i benefici amianto non inizia dalla data di pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore o i suoi eredi acquisiscono consapevolezza dell’esposizione. Annullata la decisione della Corte d’Appello che aveva respinto la richiesta di una vedova per tardività, poiché non era stata verificata l’effettiva conoscenza del danno da parte del lavoratore.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Benefici Amianto: La Consapevolezza Conta Più della Pensione

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione interviene su un tema di grande rilevanza sociale e giuridica: la prescrizione dei benefici amianto. La decisione chiarisce un punto fondamentale: il termine decennale per richiedere la rivalutazione contributiva non decorre automaticamente dalla data del pensionamento, ma dal momento in cui il lavoratore acquisisce la consapevolezza di essere stato esposto alla sostanza nociva. Questa pronuncia tutela i diritti dei lavoratori e dei loro eredi, spesso ignari per anni dei rischi corsi.

Il Caso: La Richiesta di Rivalutazione della Vedova

La vicenda trae origine dalla domanda presentata dall’erede di un lavoratore deceduto, esposto all’amianto durante la sua carriera. Il lavoratore era andato in pensione nell’agosto del 2003 e deceduto nel 2008. Solo nel 2016, l’erede, in qualità di titolare di pensione di reversibilità, aveva inoltrato all’istituto di previdenza la domanda per ottenere la rivalutazione dei contributi maturati dal coniuge defunto, sulla base dell’esposizione professionale all’amianto.

L’istituto previdenziale aveva respinto la richiesta, sostenendo che il diritto fosse ormai prescritto, essendo trascorsi più di dieci anni dalla data di pensionamento del lavoratore.

Il Percorso Giudiziario e la Decisione della Corte d’Appello

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva dato ragione all’istituto previdenziale. Secondo i giudici di secondo grado, il dies a quo, ovvero il giorno da cui far partire il calcolo della prescrizione decennale, coincideva con la data del pensionamento del lavoratore. Essendo la domanda amministrativa stata presentata nel 2016, ben oltre il termine di dieci anni dall’agosto 2003, il diritto era stato dichiarato estinto per prescrizione.

Contro questa sentenza, l’erede ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, la violazione delle norme sulla decorrenza della prescrizione.

La Sentenza e la Prescrizione dei Benefici Amianto

La Corte di Cassazione ha accolto i motivi centrali del ricorso, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Gli Ermellini hanno affermato un principio di diritto cruciale: la prescrizione di un diritto può iniziare a decorrere solo dal momento in cui tale diritto può essere effettivamente fatto valere. Nel contesto della prescrizione dei benefici amianto, questo momento non può essere arbitrariamente fissato alla data del pensionamento.

La Consapevolezza come Requisito Indefettibile

Il fulcro della decisione risiede nel concetto di “consapevolezza”. Per poter esercitare il diritto alla rivalutazione contributiva, è indispensabile che il titolare del diritto (il lavoratore o, dopo la sua morte, gli eredi) sia a conoscenza, o sia in condizione di conoscere, il fatto che ha generato quel diritto: l’esposizione all’amianto oltre le soglie di legge durante l’attività lavorativa.

La Corte d’Appello ha errato nel presumere che la data del pensionamento coincidesse con tale momento di consapevolezza, senza svolgere alcuna indagine per verificare se e quando il lavoratore avesse effettivamente saputo dei rischi corsi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 2935 del Codice Civile, il quale stabilisce che “La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”. La giurisprudenza consolidata, richiamata nell’ordinanza, afferma che il diritto alla rivalutazione contributiva è soggetto a prescrizione decennale, ma la sua decorrenza è legata al momento in cui l’interessato abbia avuto “conoscenza o potesse avere conoscenza” del fatto. La data del pensionamento, di per sé, è un dato neutro e non probante rispetto a tale consapevolezza. I giudici di merito avrebbero dovuto procedere a una rigorosa verifica, accertando positivamente e puntualmente il momento in cui la conoscenza dell’esposizione era stata acquisita, ad esempio attraverso certificazioni mediche o documentazione specifica, come la domanda di certificazione all’INAIL presentata dal lavoratore nel 2007, fatto non adeguatamente considerato dalla Corte d’Appello.

Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Quest’ultima dovrà attenersi al principio di diritto secondo cui il termine di prescrizione dei benefici amianto decorre solo dal momento dell’effettiva e provata conoscenza o conoscibilità dell’esposizione dannosa. Questa ordinanza rappresenta una vittoria importante per la tutela dei diritti dei lavoratori esposti a rischi professionali, i cui effetti dannosi possono manifestarsi e diventare noti solo a distanza di molti anni, anche dopo la cessazione dell’attività lavorativa.

Il diritto alla rivalutazione dei contributi per esposizione ad amianto si prescrive?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che questo diritto è soggetto alla prescrizione decennale e non è un diritto imprescrittibile.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione per i benefici amianto?
La prescrizione decorre non dalla data del pensionamento, ma dal momento in cui l’interessato ha avuto conoscenza, o avrebbe potuto avere conoscenza con l’ordinaria diligenza, di essere stato esposto all’amianto oltre le soglie di legge.

La data di pensionamento è sufficiente per far partire il termine di prescrizione?
No, secondo la Corte la data di pensionamento di per sé non è un elemento sufficiente a dimostrare la conoscenza dell’esposizione. È necessaria una verifica rigorosa per accertare il momento in cui tale consapevolezza è stata effettivamente acquisita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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