LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione arricchimento senza causa: la Cassazione

Un professionista ha citato in giudizio un Comune per ottenere un indennizzo per arricchimento senza causa relativo a un progetto di urbanizzazione. La Cassazione ha confermato la decisione di merito, rigettando il ricorso e dichiarando la prescrizione del diritto. La Corte ha chiarito che il termine di prescrizione per l’arricchimento senza causa decorre da quando la Pubblica Amministrazione utilizza l’opera, non dalla successiva stipula del contratto d’appalto. Inoltre, un’azione contrattuale non interrompe la prescrizione per quella di arricchimento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prescrizione Arricchimento Senza Causa: Quando Inizia a Correre il Termine?

L’azione di arricchimento senza causa rappresenta uno strumento di tutela fondamentale quando una prestazione viene eseguita a vantaggio di un altro soggetto senza un valido titolo contrattuale. Tuttavia, anche questo diritto è soggetto a termini di legge. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce aspetti cruciali sulla prescrizione dell’arricchimento senza causa, in particolare quando il beneficiario è una Pubblica Amministrazione. L’ordinanza analizza il momento esatto da cui far decorrere il termine decennale e l’inefficacia, a tal fine, di precedenti azioni giudiziarie basate su un titolo diverso.

I Fatti del Caso: Il Progetto, la Richiesta e l’Eccezione di Prescrizione

Un ingegnere aveva svolto un’attività di progettazione per lavori di urbanizzazione su incarico di un Comune. A distanza di anni, non avendo ricevuto il compenso, il professionista agiva in giudizio contro l’ente locale chiedendo un indennizzo per indebito arricchimento, ai sensi dell’art. 2041 c.c. Il Comune, costituitosi in giudizio, eccepiva l’avvenuta prescrizione del diritto, sostenendo che il termine decennale fosse già trascorso.

La Corte d’Appello accoglieva l’eccezione del Comune, individuando il dies a quo (il giorno di decorrenza) della prescrizione nella data di approvazione del progetto esecutivo da parte della Giunta Municipale, avvenuta nel 1989. Poiché l’azione per arricchimento era stata avviata solo nel 2001, il diritto del professionista era da considerarsi estinto. Il professionista ricorreva quindi in Cassazione, sostenendo che il termine dovesse decorrere da un momento successivo, come la stipula del contratto di appalto per la realizzazione delle opere.

La Decisione sulla Prescrizione dell’Arricchimento Senza Causa

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del professionista, confermando la sentenza d’appello e fornendo importanti chiarimenti sulla prescrizione dell’arricchimento senza causa.

Il “Dies a Quo”: Quando si Verifica l’Arricchimento della P.A.?

Il punto centrale della controversia era stabilire il momento preciso in cui l’amministrazione si è “arricchita” della prestazione del professionista. Secondo la Cassazione, l’obbligo indennitario non sorge con la completa realizzazione dell’opera, ma nel momento in cui l’elaborato progettuale viene acquisito e, comunque, utilizzato dalla Pubblica Amministrazione. Questo utilizzo si concretizza con l’approvazione del progetto, atto che dimostra l’appropriazione dell’utilitas (l’utilità) derivante dal lavoro del professionista.

La successiva stipula di un contratto d’appalto per eseguire i lavori progettati è un evento successivo che, anzi, presuppone la già avvenuta appropriazione del progetto. Di conseguenza, il termine di prescrizione inizia a decorrere dalla data di approvazione del progetto e non da momenti successivi.

L’Azione Contrattuale Non Interrompe la Prescrizione dell’Azione di Arricchimento

Il ricorrente sosteneva inoltre che una precedente azione giudiziaria, intentata per ottenere il pagamento su base contrattuale, avrebbe dovuto interrompere la prescrizione anche per la successiva domanda di arricchimento. La Cassazione ha respinto anche questa tesi, ribadendo un principio consolidato.

L’azione di adempimento contrattuale e quella di arricchimento senza causa sono fondate su diritti “eterodeterminati”. Ciò significa che nascono da fatti costitutivi diversi e non sono fungibili tra loro:
1. La prima si basa sull’esistenza di un valido contratto.
2. La seconda presuppone proprio la mancanza di un valido titolo giuridico che giustifichi lo spostamento patrimoniale.

Poiché le due azioni hanno presupposti e fatti costitutivi differenti, la domanda giudiziale per l’adempimento contrattuale non può avere effetto interruttivo sulla prescrizione del diritto all’indennizzo per arricchimento senza causa.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura sussidiaria e autonoma dell’azione di arricchimento ex art. 2041 c.c. Il legislatore ha previsto questo rimedio per ripristinare un equilibrio patrimoniale alterato in assenza di una giusta causa, ma lo ha distinto nettamente dalle tutele contrattuali. L’arricchimento della P.A. si verifica e diventa giuridicamente rilevante quando questa fa proprio il risultato della prestazione professionale, utilizzandolo per i suoi fini istituzionali. L’atto di approvazione del progetto rappresenta la manifestazione oggettiva di tale utilizzo e, pertanto, segna il momento in cui il professionista impoverito può far valere il suo diritto all’indennizzo. Attendere eventi futuri e incerti, come la stipula di un contratto d’appalto, renderebbe indefinito il termine di prescrizione, in contrasto con il principio di certezza del diritto. Analogamente, la distinzione tra diritti eterodeterminati impedisce che l’esercizio di un’azione (quella contrattuale) possa conservare un diritto diverso e autonomo (quello da arricchimento), che si fonda su presupposti di fatto e di diritto opposti.

Conclusioni

L’ordinanza in esame offre due indicazioni pratiche di grande rilevanza per i professionisti che operano con la Pubblica Amministrazione. In primo luogo, in assenza di un contratto valido, il diritto all’indennizzo per arricchimento senza causa sorge e la relativa prescrizione decennale inizia a decorrere dal momento in cui l’ente si appropria concretamente della prestazione (es. approvazione di un progetto). In secondo luogo, non bisogna fare affidamento su un’azione contrattuale per interrompere i termini di un’eventuale e successiva azione di arricchimento. È essenziale agire tempestivamente con lo strumento giuridico corretto, tenendo ben distinti i presupposti e i termini di ciascuna azione per non rischiare di vedere estinto il proprio diritto.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per un’azione di arricchimento senza causa contro la Pubblica Amministrazione per una prestazione professionale?
Il termine di prescrizione decennale decorre dal momento in cui l’elaborato professionale viene acquisito e utilizzato dalla Pubblica Amministrazione, ad esempio con l’approvazione formale del progetto, e non da eventi successivi come la stipula del contratto d’appalto per l’esecuzione dei lavori.

Un’azione legale per ottenere l’adempimento di un contratto interrompe la prescrizione per una successiva azione di arricchimento senza causa?
No. Secondo la Cassazione, la domanda giudiziale per l’adempimento contrattuale non interrompe la prescrizione dell’azione di arricchimento senza causa. Le due azioni si basano su diritti cosiddetti ‘eterodeterminati’, ossia fondati su fatti costitutivi e presupposti giuridici diversi e non fungibili.

La prescrizione per l’azione di arricchimento inizia solo dopo che una sentenza definitiva ha dichiarato nullo il contratto?
No, la tesi è stata respinta. La prescrizione dell’azione di ingiustificato arricchimento non decorre dal momento in cui la sentenza sull’azione contrattuale diventa definitiva, poiché le due azioni sono autonome e basate su presupposti differenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati