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Premio speciale unitario: vince la norma speciale

La Corte di Cassazione ha stabilito che il calcolo del premio speciale unitario per l’assicurazione contro gli infortuni, previsto per specifiche categorie come le cooperative di facchinaggio, deve seguire le regole speciali e non quelle generali basate sulla retribuzione effettiva. La Corte ha chiarito che una legge successiva di carattere generale non abroga una legge precedente speciale, confermando la validità del calcolo basato su importi fissi predeterminati. La sentenza della Corte d’Appello, che imponeva il calcolo sulla retribuzione reale, è stata annullata.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Premio speciale unitario: la Cassazione conferma la prevalenza della norma speciale

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di contributi assicurativi: la disciplina del premio speciale unitario non può essere superata da una normativa successiva di carattere generale. Questa decisione ha importanti implicazioni per le cooperative e altre imprese che operano in settori con modalità di lavoro particolari, come il facchinaggio, chiarendo definitivamente come deve essere calcolato il premio dovuto all’ente assicuratore.

I Fatti di Causa

La vicenda legale ha origine dalla richiesta di una società cooperativa di vedersi rimborsare dall’ente nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro le maggiori somme versate a titolo di premio assicurativo. La cooperativa sosteneva che il calcolo dovesse basarsi su un importo fisso, come stabilito da un decreto ministeriale del 1987 che attuava una disciplina speciale (Art. 42 T.U. 1124/1965), pensata per attività in cui è complesso determinare la retribuzione effettiva.

L’ente assicuratore, invece, a partire dal 2007, aveva preteso il pagamento del premio calcolato sulla base della retribuzione effettivamente corrisposta ai soci lavoratori, in applicazione di una normativa più recente (D.Lgs. 423/2001). La Corte d’Appello aveva dato ragione all’ente, ritenendo che la legge nuova, imponendo come base di calcolo la retribuzione effettiva, avesse implicitamente abrogato la precedente disciplina speciale.

L’Analisi della Corte e la disciplina del premio speciale unitario

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la decisione di secondo grado, accogliendo il ricorso della cooperativa. Il cuore del ragionamento dei giudici supremi risiede nella distinzione fondamentale tra due regimi di calcolo del premio assicurativo:

1. Regime Generale (Art. 41 T.U. 1124/1965): Il premio è calcolato come prodotto tra il tasso di rischio e la massa delle retribuzioni (effettive o convenzionali) erogate ai lavoratori. Questa è la regola standard.
2. Regime Speciale (Art. 42 T.U. 1124/1965): Per lavorazioni particolari (per natura, modalità di svolgimento o altre circostanze), dove il calcolo standard risulta difficile, la legge prevede un premio speciale unitario. Questo premio è determinato su basi diverse, come il numero di persone, la durata del lavoro o un importo fisso (pro capite), stabilito con apposito decreto ministeriale.

La Corte ha chiarito che il D.Lgs. 423/2001, che ha introdotto il principio della retribuzione effettiva come base imponibile, è una norma di carattere generale che si applica al regime ordinario dell’Art. 41. Tuttavia, non ha la forza di modificare o abrogare la disciplina speciale dell’Art. 42.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione centrale della sentenza si fonda sul brocardo latino “lex posterior generalis non derogat priori speciali”. Questo principio, codificato anche nell’ordinamento italiano, stabilisce che una legge successiva di portata generale non cancella una legge precedente che regola una materia specifica e particolare. La disciplina del premio speciale unitario è, per sua stessa definizione, una norma speciale, creata appositamente per gestire situazioni complesse che non si adattano alla regola generale.

I giudici hanno sottolineato che la specialità del regime dell’Art. 42 è stata più volte riconosciuta dalla giurisprudenza. La sua esistenza si giustifica con la necessità di ancorare l’obbligazione contributiva a parametri certi e di facile accertamento, specialmente in contesti lavorativi caratterizzati da redditi variabili o precari. Pertanto, l’innovazione legislativa del 2001, pur importante, non ha creato un’incompatibilità con il sistema speciale, che continua a operare nel suo ambito di applicazione.

Di conseguenza, la Corte d’Appello ha commesso un errore nel ritenere che dal 2007 gli importi del premio speciale dovessero essere ricalcolati sulla base della retribuzione effettiva. La disciplina speciale, una volta istituita con decreto ministeriale, può essere modificata solo da un atto dello stesso tipo, su delibera dell’istituto assicuratore, e non da una legge generale successiva.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello per una nuova decisione. L’ordinanza stabilisce un punto fermo: il premio speciale unitario previsto dall’Art. 42 del T.U. 1124/1965 rimane in vigore e deve essere calcolato secondo i criteri fissati dai decreti ministeriali attuativi. Le imprese soggette a questo regime speciale possono quindi continuare a fare affidamento sulla stabilità di tali regole, senza il timore che modifiche legislative di carattere generale possano alterarne retroattivamente la base di calcolo. La decisione rafforza la certezza del diritto e tutela le specificità di determinati settori produttivi.

Come si calcola il premio speciale unitario per le cooperative di facchinaggio?
Si calcola sulla base di parametri fissi (come un importo per ogni socio lavoratore) stabiliti da uno specifico decreto ministeriale, e non in percentuale sulla retribuzione effettivamente pagata ai soci.

Una nuova legge generale sulla retribuzione può modificare le regole di un premio speciale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una legge successiva di carattere generale non abroga una legge precedente che regola una materia speciale. La disciplina del premio speciale rimane valida finché non viene modificata da un atto normativo specifico dello stesso tipo.

Quale principio giuridico è stato decisivo per la risoluzione del caso?
Il principio decisivo è stato “lex posterior generalis non derogat priori speciali”, che afferma la prevalenza della norma speciale su quella generale successiva, garantendo che le regole create per situazioni particolari non vengano eliminate da normative generiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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