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Premio speciale unitario: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 32295/2024, ha stabilito che il calcolo del premio speciale unitario per i facchini soci di cooperativa non può essere agganciato alla retribuzione effettiva. La Corte ha affermato il principio “lex posterior generalis non derogat priori speciali”, sostenendo che la disciplina speciale prevista dall’art. 42 del d.P.R. 1124/1965 non è stata tacitamente abrogata dalle successive leggi generali sul lavoro in cooperativa. La modifica di tale premio richiede un apposito decreto ministeriale, non essendo sufficiente una circolare dell’INAIL.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Premio speciale unitario: la Cassazione conferma la disciplina speciale

Con la sentenza n. 32295 del 2024, la Corte di Cassazione si è pronunciata su una questione cruciale in materia di contributi assicurativi, chiarendo le modalità di calcolo del premio speciale unitario dovuto all’INAIL per i soci lavoratori delle cooperative di facchinaggio. La decisione riafferma l’autonomia e la specialità di questo sistema di calcolo rispetto a quello ordinario basato sulla retribuzione, applicando il principio secondo cui una legge generale successiva non abroga quella speciale precedente.

Il caso: il calcolo del premio INAIL per i soci di cooperativa

Una società cooperativa attiva nel settore del facchinaggio ha contestato la richiesta dell’INAIL di integrare i premi assicurativi versati per i propri soci lavoratori per il periodo dal 2007 al 2016. Secondo la cooperativa, il calcolo doveva basarsi sul sistema del premio speciale unitario, previsto dall’art. 42 del d.P.R. 1124/1965 e da un decreto ministeriale del 1987, che fissa un importo predeterminato per lavoratore.

L’INAIL, al contrario, sosteneva che le normative successive, in particolare la legge n. 142 del 2001, avessero introdotto un nuovo quadro normativo per il lavoro in cooperativa, imponendo di coordinare il calcolo del premio con la retribuzione minima, e quindi con quella effettivamente corrisposta ai lavoratori.

Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione all’INAIL, ritenendo che la nuova disciplina avesse imposto un adeguamento del sistema speciale, creando una sorta di modello “ibrido”.

La decisione della Corte di Cassazione e il premio speciale unitario

La Suprema Corte ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo le doglianze della cooperativa. I giudici di legittimità hanno sottolineato la natura speciale della disciplina contenuta nell’art. 42 del Testo Unico del 1965. Questa norma è stata introdotta proprio per superare le difficoltà di determinazione del premio assicurativo per specifiche categorie lavorative, come i facchini, caratterizzate da retribuzioni variabili e precarie.

Il premio speciale unitario rappresenta, quindi, un sistema alternativo e autonomo rispetto a quello ordinario, che si fonda sul prodotto tra il tasso di rischio e la massa retributiva. I due sistemi non possono essere fusi o “ibridati”, come erroneamente sostenuto dalla Corte d’Appello.

Il principio “lex specialis”

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione del brocardo latino “Lex posterior generalis non derogat priori speciali”. La Corte ha chiarito che le leggi del 2001, pur avendo riordinato la materia del lavoro nelle cooperative, hanno carattere generale. Esse, pertanto, non possono aver tacitamente abrogato la normativa speciale e preesistente sui premi speciali, la quale mantiene la sua piena vigenza. Non vi è, infatti, alcuna incompatibilità tra una norma generale sulla retribuzione dei soci e una norma speciale sul calcolo di uno specifico premio assicurativo.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione evidenziando che il legislatore ha scelto consapevolmente di mantenere in vita due sistemi paralleli per la determinazione dei premi: quello ordinario (art. 41) e quello speciale (art. 42). Quest’ultimo è stato disegnato per categorie lavorative specifiche, per le quali il riferimento alla retribuzione effettiva sarebbe problematico. La specialità di questo regime si manifesta anche nella sua procedura di modifica: l’art. 42 prevede espressamente che i premi speciali possano essere rivisti solo attraverso un apposito decreto ministeriale, previa delibera dell’istituto assicuratore. Questo percorso normativo tipizzato non è stato seguito nel caso di specie, in quanto la pretesa dell’INAIL si basava su una propria circolare interpretativa. La Corte ha inoltre osservato che un decreto ministeriale modificativo è effettivamente intervenuto nel 2022, ma con efficacia solo a partire dal gennaio 2023, confermando a contrario che fino a quella data vigeva il sistema precedente.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza ha cassato la decisione della Corte d’Appello, rinviando la causa per un nuovo esame. Il principio stabilito è chiaro: il sistema del premio speciale unitario è una disciplina autonoma che può essere modificata solo seguendo la procedura specifica prevista dalla legge. Le normative generali successive non ne determinano l’abrogazione implicita. Questa pronuncia fornisce una fondamentale tutela per le imprese che operano in settori regolati da premi speciali, garantendo certezza del diritto e preservando l’integrità dei sistemi normativi speciali.

Come deve essere calcolato il premio assicurativo INAIL per i facchini soci di cooperativa per gli anni antecedenti al 2023?
Secondo la Corte di Cassazione, il premio deve essere calcolato applicando il sistema del premio speciale unitario previsto dall’art. 42 del d.P.R. 1124/1965 e dal relativo decreto ministeriale del 1987, che si basa su un importo fisso e non sulla retribuzione effettivamente corrisposta.

Una nuova legge generale sul lavoro può modificare implicitamente le regole speciali sui premi assicurativi?
No. La Corte ha applicato il principio “Lex posterior generalis non derogat priori speciali”, stabilendo che una legge successiva di carattere generale (come quelle sul lavoro in cooperativa) non abroga né modifica una legge precedente di carattere speciale (come quella sul premio speciale unitario), a meno che non lo preveda espressamente.

Qual è la procedura corretta per modificare la disciplina del premio speciale unitario?
La disciplina del premio speciale unitario può essere modificata solo attraverso un apposito decreto ministeriale, adottato su delibera dell’istituto assicuratore (INAIL), come specificamente previsto dall’art. 42 del Testo Unico del 1965. Una semplice circolare dell’istituto non è sufficiente a innovare la disciplina.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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