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Premio speciale unitario: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che il calcolo del premio speciale unitario per le cooperative di facchinaggio deve seguire la normativa speciale basata su importi convenzionali (art. 42 T.U. 1124/1965) e non la regola generale legata alla retribuzione effettiva (D.Lgs. 423/2001). La Corte ha annullato la decisione della Corte d’Appello, affermando il principio per cui una legge generale successiva non abroga una legge speciale precedente, a meno che non vi sia un’incompatibilità assoluta, qui non ravvisata. La disciplina del premio speciale unitario rimane quindi in vigore fino a una sua esplicita modifica tramite apposito decreto ministeriale.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Premio Speciale Unitario: la Cassazione fa chiarezza sulla retribuzione

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha posto fine a una lunga disputa sul corretto metodo di calcolo del premio speciale unitario per l’assicurazione contro gli infortuni, in particolare per le cooperative di facchinaggio. Questa decisione riafferma un importante principio di specialità normativa, con significative implicazioni per tutte le aziende operanti in settori con regimi contributivi speciali. Vediamo nel dettaglio i fatti e le motivazioni della Suprema Corte.

I fatti del caso

Una società cooperativa attiva nel settore del facchinaggio si è opposta alla richiesta dell’ente assicurativo nazionale di ricalcolare i premi assicurativi dovuti per i propri soci lavoratori per gli anni dal 2007 al 2011. L’ente, a partire dal 2012, aveva abbandonato il sistema di calcolo basato su un importo convenzionale fisso, previsto dalla normativa speciale (art. 42 del T.U. 1124/1965), per applicare la regola generale basata sulla retribuzione effettivamente percepita dai lavoratori, introdotta da una riforma del 2001 (D.Lgs. 423/2001).

Mentre il Tribunale di primo grado aveva dato ragione alla cooperativa, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, sostenendo che la nuova normativa generale sulla retribuzione imponibile avesse implicitamente abrogato il regime speciale precedente. La questione è quindi approdata in Cassazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha cassato la sentenza della Corte d’Appello, accogliendo i motivi del ricorso della cooperativa. Ha stabilito che il criterio di calcolo del premio speciale unitario per i facchini deve rimanere quello previsto dalla disciplina speciale, basato su parametri convenzionali e non sulla retribuzione effettiva. Di conseguenza, la causa è stata rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce dei principi affermati.

Le motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su un’argomentazione giuridica solida e coerente, incentrata sul rapporto tra legge generale e legge speciale. Ecco i punti chiave:

1. Natura del Premio Speciale Unitario: La Corte ha ribadito che il premio speciale previsto dall’art. 42 del T.U. sugli infortuni sul lavoro è una disciplina derogatoria rispetto a quella ordinaria (art. 41). È stato introdotto proprio per quelle lavorazioni in cui, per natura o modalità di svolgimento, risulta difficile determinare con precisione la base retributiva. Il calcolo si fonda quindi su elementi diversi, come il numero di persone o la durata del lavoro, e non sul prodotto tra tasso e retribuzioni.

2. Principio di Specialità: Il cuore della motivazione risiede nell’applicazione del brocardo latino lex posterior generalis non derogat priori speciali. Questo principio stabilisce che una legge successiva di carattere generale non abroga una legge precedente che regola una materia specifica. La riforma del 2001 (D.Lgs. 423/2001), pur avendo introdotto la retribuzione effettiva come base per i contributi dei soci lavoratori, ha natura generale. Essa non ha mai menzionato né mostrato l’intenzione di abrogare la disciplina specifica del premio speciale unitario.

3. Assenza di Incompatibilità: I giudici hanno chiarito che l’abrogazione tacita di una norma regolamentare (come il decreto ministeriale che attua l’art. 42) può avvenire solo se la nuova legge è talmente incompatibile con la precedente da renderne impossibile la coesistenza. In questo caso, non è stata ravvisata alcuna incompatibilità tra il principio generale della retribuzione effettiva e la permanenza di un regime speciale per categorie ben definite.

4. Modalità di Modifica: La Corte ha infine sottolineato che l’art. 42 stesso prevede una specifica procedura per la modifica della disciplina del premio speciale: un apposito decreto ministeriale, adottato su delibera dell’istituto assicuratore. In assenza di tale atto formale, il regime speciale resta pienamente in vigore.

Le conclusioni

Questa ordinanza fornisce un’importante tutela per le cooperative e le imprese soggette a regimi contributivi speciali. La Corte di Cassazione ha riaffermato che le normative nate per rispondere a esigenze specifiche di un settore non possono essere considerate superate da riforme di carattere generale, a meno che il legislatore non lo dichiari espressamente. La decisione garantisce certezza del diritto, confermando che il calcolo del premio speciale unitario deve continuare a basarsi sui criteri convenzionali stabiliti dalla normativa dedicata, proteggendo le imprese da ricalcoli retroattivi basati su interpretazioni estensive della legge.

Perché il calcolo del premio assicurativo per la cooperativa di facchini è stato contestato?
L’ente assicurativo nazionale ha modificato il metodo di calcolo, passando da un importo convenzionale fisso (previsto dalla disciplina speciale per il premio speciale unitario) a un calcolo basato sulla retribuzione effettiva dei soci lavoratori, sostenendo che una legge generale del 2001 avesse superato la normativa speciale.

Una nuova legge generale può modificare automaticamente le regole per un premio assicurativo speciale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base al principio “lex posterior generalis non derogat priori speciali”, una legge generale successiva non abroga una legge speciale precedente, a meno che non vi sia un’incompatibilità assoluta o un’espressa previsione legislativa. La disciplina speciale resta in vigore.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione sul premio speciale unitario?
La Corte ha deciso che la disciplina del premio speciale unitario, basata su criteri convenzionali e non sulla retribuzione effettiva, è ancora valida. Ha affermato che tale regime può essere modificato solo attraverso la procedura specifica prevista dalla legge stessa (un apposito decreto ministeriale), e non da una legge di portata generale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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