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Prelazione locazione commerciale: no al riscatto

Una ex conduttrice ha agito in giudizio per la violazione del suo diritto di prelazione locazione commerciale, chiedendo di ‘riscattare’ l’immobile dal nuovo inquilino. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo in modo definitivo che l’art. 40 della Legge 392/1978, in caso di nuova locazione, conferisce al vecchio conduttore solo il diritto al risarcimento del danno nei confronti del locatore, escludendo qualsiasi forma di riscatto o sostituzione nel contratto.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prelazione Locazione Commerciale: Diritto al Risarcimento, non al Riscatto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 13859/2024) fa luce su un punto cruciale in materia di prelazione locazione commerciale. Cosa accade quando un locatore, alla scadenza del contratto, ne stipula uno nuovo con un terzo soggetto senza offrirlo in prelazione al precedente conduttore? La risposta della Corte è netta: l’unico rimedio per il conduttore pretermesso è il risarcimento del danno, non il ‘riscatto’ del contratto. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società, conduttrice di un terreno adibito a parcheggio, dopo la fine del suo contratto di locazione e il rilascio dell’immobile, scopriva che il locatore aveva stipulato un nuovo contratto con un altro soggetto per la stessa attività. Ritenendo violato il proprio diritto di prelazione, previsto dall’art. 40 della Legge 392/1978, la ex conduttrice citava in giudizio sia il locatore sia il nuovo inquilino.
La sua richiesta al Tribunale era triplice:
1. Accertare la sussistenza dei presupposti per il suo diritto di prelazione.
2. Dichiarare il suo diritto a ‘riscattare’ la posizione di conduttore, subentrando nel nuovo contratto.
3. Stabilire le modalità del riscatto.
Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano le sue domande, portando il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Distinzione Cruciale nella Prelazione Locazione Commerciale

Il cuore della controversia risiede in un errore fondamentale nella richiesta avanzata dalla ex conduttrice. Aveva invocato il ‘riscatto’, un rimedio che permette di sostituirsi coattivamente al terzo nel contratto. Tuttavia, la Cassazione chiarisce che questo strumento non è applicabile alla violazione del diritto di prelazione in caso di nuova locazione.
La legge sull’equo canone (L. 392/1978) distingue nettamente due tipi di prelazione:
* Prelazione in caso di vendita (art. 38): Se il locatore decide di vendere l’immobile, il conduttore ha il diritto di essere preferito. Se questo diritto viene violato, la legge concede espressamente al conduttore il diritto di riscatto (art. 39), ovvero di ‘riprendere’ l’immobile dal terzo acquirente.
* Prelazione in caso di nuova locazione (art. 40): Se il locatore, dopo la scadenza, intende rilocare l’immobile, deve offrirlo prima al vecchio conduttore. La legge, in questo caso, non prevede alcun diritto di riscatto. L’unico rimedio per il conduttore la cui prelazione è stata violata è il diritto di ottenere il risarcimento dei danni dal locatore.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, pur confermando la decisione di rigetto dei giudici di merito, ne corregge la motivazione. I giudici precedenti avevano ‘assorbito’ la prima domanda (accertamento del diritto) nel rigetto della seconda (riscatto). La Cassazione, invece, spiega che il problema era a monte: la domanda era stata formulata in modo giuridicamente errato. La conduttrice aveva richiesto un rimedio (petitum, il riscatto) che la legge non prevede per la situazione da lei lamentata (causa petendi, la violazione della prelazione per nuova locazione).
In sostanza, non si trattava di esaminare se ci fosse o meno il diritto di prelazione per poi negare il riscatto. L’intera azione, essendo basata su un presupposto giuridico inesistente (la possibilità di riscattare una locazione), era destinata a fallire sin dall’inizio. Il giudice avrebbe dovuto rigettare la domanda in toto, senza ricorrere alla figura dell’assorbimento, poiché il diritto azionato (riscatto) non aveva alcun fondamento normativo nel caso di specie.

Le Conclusioni

L’ordinanza è di fondamentale importanza per tutti gli operatori del settore immobiliare commerciale. Stabilisce in modo inequivocabile che il conduttore pretermesso nel suo diritto di prelazione locazione commerciale non può ambire a subentrare nel nuovo contratto stipulato con terzi. La sua tutela è esclusivamente di natura risarcitoria e va diretta contro il locatore inadempiente. Questa decisione rafforza la certezza dei rapporti giuridici, proteggendo il nuovo conduttore che ha legittimamente stipulato il suo contratto, e indirizza correttamente il vecchio inquilino verso l’unica azione che la legge gli consente: la richiesta di risarcimento per i danni subiti a causa della mancata offerta in prelazione.

Quale tutela ha il conduttore commerciale se il locatore stipula un nuovo contratto con un terzo senza rispettare la prelazione?
Secondo la Corte di Cassazione, l’unico rimedio previsto dall’art. 40 della Legge 392/1978 è il diritto a richiedere il risarcimento dei danni direttamente al locatore. Non è possibile agire contro il nuovo inquilino.

È possibile per il vecchio conduttore ‘riscattare’ l’immobile, ovvero sostituirsi al nuovo inquilino nel contratto di locazione?
No. Il diritto di riscatto è previsto dalla legge solo in caso di violazione della prelazione per la vendita dell’immobile (art. 39 L. 392/1978), non per la stipula di una nuova locazione (art. 40).

Perché la domanda iniziale di accertamento del diritto di prelazione è stata considerata inutile?
Perché era stata presentata come presupposto per ottenere il riscatto, un rimedio giuridicamente inesistente per quel caso. Poiché l’obiettivo finale (il riscatto) era impossibile da raggiungere, anche l’accertamento preliminare perdeva di qualsiasi utilità pratica per il richiedente nell’ambito di quella specifica azione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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