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Prelazione ereditaria: prevale su quella agraria

Una coerede acquista la quota ereditaria della sorella, comprensiva di un vigneto. Un coltivatore confinante esercita il retratto agrario. La Cassazione, ribaltando la decisione d’appello, afferma che in caso di vendita di una quota ereditaria, la prelazione ereditaria ex art. 732 c.c. prevale sempre su quella agraria, impedendo al confinante l’esercizio del suo diritto.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Prelazione Ereditaria vs Agraria: La Cassazione Fa Chiarezza

Quando un’eredità comprende terreni agricoli, possono sorgere conflitti tra diversi diritti di prelazione. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulla prevalenza della prelazione ereditaria rispetto a quella agraria. Questa decisione è cruciale per coeredi, agricoltori e professionisti del settore immobiliare, poiché definisce con precisione i confini e la gerarchia tra due importanti istituti del nostro ordinamento giuridico.

I Fatti del Contendere: Una Quota Ereditaria con Vigneto

Il caso ha origine dalla vendita, tra due sorelle, di una quota di comunione ereditaria “pro indiviso”. L’acquirente, già proprietaria di una metà dell’eredità, acquistava dalla sorella la restante metà, consolidando così la proprietà dell’intero compendio, che includeva, tra gli altri beni, un vigneto.

Un coltivatore diretto, proprietario di un terreno confinante con il vigneto, riteneva di avere diritto ad acquistare il fondo. Esercitava quindi il cosiddetto retratto agrario, un diritto che permette al coltivatore di riscattare un fondo agricolo venduto a terzi senza che gli sia stata offerta la possibilità di acquistarlo per primo.

La questione giungeva in tribunale: da un lato, l’acquirente sosteneva che la vendita riguardava una quota ereditaria e non un singolo bene, attivando così la tutela della prelazione successoria; dall’altro, il confinante rivendicava il suo diritto di prelazione agraria sul vigneto.

Il Conflitto tra Prelazione Ereditaria e Agraria

Per comprendere la decisione della Corte, è necessario distinguere i due istituti:

La Prelazione Ereditaria (Art. 732 c.c.)

Questo diritto, noto anche come retratto successorio, ha lo scopo di proteggere l’integrità del patrimonio familiare. Stabilisce che, se un coerede intende vendere la propria quota di eredità a un estraneo, deve prima offrirla agli altri coeredi. Se non lo fa, questi ultimi possono “riscattare” la quota dall’acquirente. La finalità è quella di evitare la frammentazione della proprietà e l’ingresso di terzi nella comunione ereditaria.

La Prelazione Agraria (L. 590/1965 e L. 817/1971)

Questo diritto ha una finalità economica e sociale: favorire la formazione di imprese agricole più efficienti e competitive, accorpando i terreni. Per questo motivo, la legge conferisce al coltivatore diretto confinante il diritto di essere preferito a chiunque altro nell’acquisto di un fondo rustico messo in vendita.

Il dilemma sorge quando l’oggetto della vendita è una quota di eredità che contiene al suo interno un fondo agricolo. Quale delle due tutele deve prevalere?

La Decisione della Cassazione: Quando Prevale la Prelazione Ereditaria

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della coerede acquirente, ha stabilito un principio chiaro e dirimente. La Corte ha ribadito che la distinzione fondamentale risiede nell’oggetto del contratto di vendita.

Se l’oggetto è una quota ereditaria, intesa come frazione ideale dell’intero patrimonio del defunto, la transazione ricade interamente nell’ambito dell’art. 732 c.c. In questo scenario, la prelazione ereditaria prevale in modo assoluto, escludendo quella agraria.

Diverso è il caso in cui i coeredi vendano un singolo bene specifico (come il vigneto in questione), anche se proveniente da un’eredità. Se l’operazione negoziale è configurata come vendita di un bene determinato e non di una quota astratta, allora si applicano le norme sulla prelazione agraria.

La Corte d’Appello aveva commesso un errore: pur avendo qualificato l’atto come vendita di quota ereditaria, aveva poi, contraddittoriamente, ritenuto applicabile il retratto agrario. La Cassazione ha corretto questa impostazione, cassando la sentenza e rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova decisione conforme al principio di diritto enunciato.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione chiarisce che la natura dell’oggetto venduto è decisiva. La vendita di una “quota ereditaria” è una transazione universale, che riguarda una frazione dell’intero patrimonio e non i singoli beni che lo compongono. Questo attiva la protezione prevista dall’art. 732 c.c., concepita per preservare l’integrità del patrimonio ereditario tra i coeredi. La prelazione agraria, invece, si applica solo quando viene venduto un terreno rustico specifico e individualmente identificato. Il giudice d’appello, pur avendo correttamente identificato l’operazione come vendita di “quota”, aveva erroneamente applicato le norme sulla prelazione agraria, creando una contraddizione giuridica. La Suprema Corte corregge questo errore, riaffermando che la causa della vendita (successoria) definisce il quadro normativo applicabile, che in questo caso è esclusivamente quello della prelazione del coerede.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio cruciale per chiunque si trovi a gestire terreni agricoli di provenienza ereditaria. Conferma che la vendita di una quota di eredità è un atto giuridico distinto che gode della specifica tutela dell’art. 732 c.c. Il diritto di prelazione agraria del confinante non può essere esercitato in questo contesto. Di conseguenza, i coeredi sono protetti da pretese di terzi quando consolidano la proprietà all’interno della comunione, mentre gli agricoltori che intendono ampliare la propria azienda devono accertarsi che la vendita riguardi un appezzamento di terreno specifico e non un’intera quota ereditaria.

Quando si vende una quota di eredità che include un terreno agricolo, quale diritto di prelazione prevale tra quello del coerede e quello del coltivatore confinante?
Secondo la Corte di Cassazione, prevale il diritto di prelazione del coerede (retratto successorio) previsto dall’art. 732 del codice civile.

Perché la prelazione ereditaria prevale su quella agraria in questo caso?
Perché l’oggetto della vendita è la “quota ereditaria” (una frazione ideale dell’intero patrimonio), e non un singolo e specifico fondo agricolo. La legge tutela primariamente la volontà di mantenere il patrimonio all’interno della comunione ereditaria quando l’atto di vendita ha questa natura universale.

Il coltivatore confinante può esercitare la prelazione agraria se un coerede vende un singolo fondo rustico ereditato, e non la sua intera quota?
Sì. La Corte di Cassazione chiarisce che la prelazione agraria spetta al coltivatore qualora l’oggetto del trasferimento sia un fondo (o una quota di esso) considerato nella sua individualità determinata, e non quando la sua cessione rientra in una vendita più ampia di una quota ereditaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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