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Prelazione beni culturali: quando si perfeziona?

Eredi di un debitore si oppongono all’esercizio della prelazione beni culturali da parte dello Stato su un immobile, lamentando il mancato pagamento del prezzo. La Cassazione rigetta il ricorso, confermando che la prelazione si perfeziona con la sola manifestazione di volontà dello Stato, essendo il pagamento un’obbligazione successiva. Accoglie invece il ricorso incidentale per l’inadeguatezza delle spese legali liquidate.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prelazione Beni Culturali: Il Pagamento del Prezzo è Necessario?

L’esercizio del diritto di prelazione beni culturali da parte dello Stato rappresenta un potere significativo a tutela del patrimonio nazionale. Ma cosa accade se lo Stato esercita questo diritto senza pagare immediatamente il prezzo? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo punto, chiarendo il momento esatto in cui si perfeziona l’acquisto e le conseguenze del mancato pagamento.

La vicenda analizzata nasce dall’opposizione di alcuni eredi a una procedura esecutiva, contestando la validità della prelazione esercitata dal Ministero della Cultura su un immobile pignorato, proprio a causa del mancato versamento del corrispettivo. Esaminiamo la decisione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa

Gli eredi del proprietario di un immobile di interesse storico-artistico, sottoposto a esecuzione forzata, proponevano ricorso in Cassazione avverso la sentenza del Tribunale che aveva rigettato la loro opposizione agli atti esecutivi. La loro contestazione si basava su due motivi principali:
1. Un vizio procedurale: sostenevano che il Tribunale avesse erroneamente qualificato la loro azione come un reclamo contro il diniego di sospensione dell’esecuzione, anziché come la prosecuzione nel merito dell’opposizione.
2. Un vizio di merito: ritenevano che il Ministero della Cultura non potesse acquisire la proprietà del bene senza il contestuale pagamento del prezzo, e che l’esercizio della prelazione non potesse essere considerato un atto di imperio che prescinde dalle normali regole processuali.

Contemporaneamente, altri creditori presentavano un ricorso incidentale, lamentando che le spese legali liquidate in loro favore dal Tribunale fossero eccessivamente basse rispetto al valore della causa.

La Prelazione Beni Culturali Secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso principale degli eredi, confermando un orientamento giuridico consolidato in materia di prelazione beni culturali.

Sul piano processuale, la Corte ha ritenuto inammissibile il primo motivo, affermando che la valutazione del giudice di merito sulla natura dell’atto introduttivo era corretta. L’opposizione mirava a contestare un’ordinanza di rigetto dell’istanza di sospensione, per la quale il Codice di procedura civile prevede uno specifico strumento di impugnazione (il reclamo), che non era stato utilizzato.

Sul piano sostanziale, la Corte ha respinto il secondo motivo, ribadendo un principio fondamentale: l’atto con cui l’Amministrazione esercita il diritto di prelazione determina l’immediato passaggio della proprietà del bene allo Stato. Si tratta di un’ipotesi peculiare di acquisto a titolo originario, che si perfeziona con la sola manifestazione di volontà dell’ente pubblico. Il pagamento del prezzo, quindi, non è una condizione per l’efficacia del trasferimento, ma costituisce un’obbligazione successiva. L’eventuale inadempimento da parte del Ministero lo espone a responsabilità come qualsiasi debitore, ma non invalida l’acquisto già avvenuto.

Il Ricorso Incidentale e la Liquidazione delle Spese Legali

A differenza del ricorso principale, la Corte ha accolto il ricorso incidentale. Ha ritenuto fondata la doglianza relativa all’esiguità delle spese legali liquidate dal Tribunale. La liquidazione operata in primo grado non era rispettosa dei minimi tariffari previsti dalla legge in relazione al valore della controversia (superiore a 1,5 milioni di euro).

Per questo motivo, la Corte ha cassato la sentenza su questo specifico punto e, decidendo nel merito, ha rideterminato l’importo delle spese legali in Euro 30.000,00, oltre accessori.

Le motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su una chiara distinzione tra il momento dell’esercizio del potere e l’adempimento delle obbligazioni che ne derivano. L’esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato su beni di interesse culturale è espressione di un potere pubblicistico finalizzato alla tutela di un interesse superiore. Per questa ragione, la legge configura il trasferimento della proprietà come una conseguenza diretta e immediata della dichiarazione di prelazione, svincolandola dal pagamento del prezzo. Questo meccanismo garantisce che il bene entri subito nel patrimonio pubblico, assicurandone la protezione. Il diritto del venditore al pagamento del prezzo è comunque tutelato, ma si trasforma in un diritto di credito nei confronti dello Stato. Per quanto riguarda il ricorso incidentale, la motivazione è prettamente tecnica: la liquidazione delle spese processuali deve avvenire nel rispetto dei parametri forensi, che stabiliscono minimi e massimi inderogabili in base al valore e alla complessità della causa.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame offre due importanti spunti pratici. In primo luogo, consolida il principio della forza e dell’autonomia della prelazione beni culturali: i privati che si trovano coinvolti in tali procedure devono essere consapevoli che il trasferimento di proprietà è immediato e non condizionato al pagamento. In secondo luogo, la decisione sul ricorso incidentale ricorda l’importanza di verificare sempre la correttezza della liquidazione delle spese legali, che, se non conformi ai parametri di legge, possono essere efficacemente contestate in sede di impugnazione.

Quando si perfeziona il trasferimento di proprietà in caso di prelazione beni culturali da parte dello Stato?
Secondo la Corte, il trasferimento della proprietà si perfeziona nel momento in cui l’amministrazione esercita il diritto di prelazione. Il pagamento del prezzo non è una condizione per il trasferimento, ma un’obbligazione successiva.

L’omesso o tardivo pagamento del prezzo da parte dello Stato invalida l’acquisto del bene culturale?
No, il mancato pagamento del prezzo non invalida l’acquisto. Rende lo Stato un debitore inadempiente e fa sorgere una sua responsabilità, ma non incide sulla già avvenuta acquisizione della proprietà del bene.

È possibile contestare un’ordinanza di rigetto dell’istanza di sospensione con un’opposizione agli atti esecutivi nel merito?
No. L’ordinanza che decide sull’istanza di sospensione deve essere impugnata con uno specifico mezzo di tutela, ovvero il reclamo previsto dall’art. 669 terdecies c.p.c., e non può essere oggetto del successivo giudizio di merito dell’opposizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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