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Prelazione agraria: termini per il pagamento del prezzo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 7524/2024, ha ribadito la rigida distinzione tra i termini per il pagamento del prezzo in caso di esercizio della prelazione agraria e quelli previsti per il riscatto. Il mancato versamento del prezzo entro il termine di legge comporta la decadenza dal diritto, senza possibilità di invocare normative più favorevoli o accordi non formalizzati. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di due agricoltori che, pur avendo manifestato l’intenzione di esercitare la prelazione, non avevano provveduto al pagamento, perdendo così definitivamente il diritto.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Prelazione Agraria e Termini di Pagamento: la Cassazione fa Chiarezza

Il diritto di prelazione agraria è uno strumento fondamentale per favorire l’accorpamento dei fondi agricoli e la continuità delle imprese coltivatrici. Tuttavia, l’esercizio di questo diritto è subordinato al rispetto di termini perentori, la cui violazione può comportare la perdita definitiva del beneficio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla rigida scadenza prevista per il pagamento del prezzo, distinguendola nettamente da quella applicabile in caso di riscatto.

I Fatti del Caso: La Contesa sul Diritto di Prelazione

Due coltivatori diretti avevano promosso una causa per vedersi riconosciuto il diritto di prelazione su alcuni terreni agricoli, venduti da un ente pubblico a un terzo acquirente. Sostenevano di essere titolari di tale diritto in quanto proprietari di un fondo confinante. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano rigettato le loro domande, non per la mancanza del diritto in sé, ma perché i ricorrenti non avevano provveduto al pagamento del prezzo entro i termini stabiliti dalla legge. Avevano infatti perso il diritto per decadenza.

Contro la decisione di secondo grado, gli agricoltori proponevano ricorso in Cassazione, basandolo su diverse argomentazioni. Essi ritenevano, in sintesi, che il termine per il pagamento dovesse essere più lungo e decorrere solo dal momento in cui una sentenza definitiva avesse accertato il loro diritto, applicando per analogia le norme previste per il riscatto agrario.

L’Analisi della Corte: Le Scadenze nella Prelazione Agraria

La Suprema Corte ha dichiarato i motivi di ricorso inammissibili, confermando la decisione dei giudici di merito e consolidando un orientamento giurisprudenziale ben preciso. I giudici hanno chiarito che la disciplina della prelazione agraria e quella del riscatto, pur essendo collegate, operano in momenti diversi e con regole differenti per quanto riguarda il pagamento.

La Rigida Interpretazione dei Termini di Legge

Il punto centrale della decisione risiede nell’articolo 8 della legge n. 590 del 1965. Questa norma stabilisce che, una volta esercitato il diritto di prelazione, il versamento del prezzo deve avvenire entro tre mesi. Questi decorrono dal trentesimo giorno successivo alla notifica della proposta di vendita da parte del proprietario. Si tratta di un termine di decadenza, il cui mancato rispetto estingue il diritto senza possibilità di sanatoria.

La Corte ha sottolineato che questa regola non può essere confusa con quella dell’articolo unico della legge n. 2 del 1979, che disciplina il riscatto. Solo nel caso del riscatto, esercitato quando il bene è già stato venduto a terzi in violazione della prelazione, il pagamento deve avvenire dopo la sentenza che risolve il conflitto. Questa differenza è logica: nella prelazione, il rapporto si svolge tra venditore e prelazionante prima della vendita a terzi; nel riscatto, si agisce per recuperare il bene da chi lo ha già acquistato.

Irrilevanza di Normative Successive e Accordi Informali

I ricorrenti avevano anche tentato di invocare una normativa successiva che estendeva il termine di pagamento da tre a sei mesi. La Corte ha ritenuto l’argomento irrilevante, poiché al momento della vendita anche il termine più lungo di sei mesi era ampiamente decorso, e i ricorrenti non avevano comunque pagato alcunché. Allo stesso modo, è stata respinta l’ipotesi che una clausola del regolamento dell’ente venditore potesse giustificare un pagamento differito. La Corte ha evidenziato che non solo non vi era prova di un accordo in tal senso, ma i ricorrenti stessi avevano inizialmente offerto di pagare secondo i termini di legge.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si fondano su una consolidata giurisprudenza che mira a garantire la certezza dei traffici giuridici e a non lasciare le compravendite immobiliari in uno stato di incertezza prolungata. La distinzione netta tra il termine di pagamento nella prelazione e quello nel riscatto risponde a questa esigenza. Mentre il riscatto presuppone un contenzioso per accertare un diritto violato, la prelazione è una fase che precede la stipula del contratto. Consentire al prelazionante di attendere l’esito di un giudizio prima di pagare il prezzo significherebbe paralizzare la circolazione del bene senza una valida ragione.

La Corte ha inoltre considerato inammissibili i motivi relativi alla questione della contiguità dei fondi. Una volta accertata la decadenza dal diritto di prelazione per mancato pagamento, diventa superfluo stabilire se i ricorrenti avessero originariamente i requisiti per esercitarlo. La questione principale (il pagamento) assorbe tutte le altre.

Le Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio cruciale per chiunque operi nel settore agricolo: l’esercizio del diritto di prelazione agraria è un atto formale che si perfeziona non solo con la comunicazione di voler acquistare, ma anche e soprattutto con il puntuale pagamento del prezzo entro i termini perentori fissati dalla legge. Qualsiasi ritardo comporta la perdita irreversibile del diritto. Gli operatori del settore devono quindi prestare la massima attenzione a queste scadenze, poiché la giurisprudenza non ammette deroghe o interpretazioni estensive che possano compromettere la stabilità dei trasferimenti immobiliari.

Qual è il termine per pagare il prezzo quando si esercita la prelazione agraria?
Secondo la legge (art. 8, comma 6, L. 590/1965) e la giurisprudenza consolidata, il versamento del prezzo deve essere effettuato entro il termine di tre mesi, che decorrono dal trentesimo giorno successivo alla notifica della proposta di vendita da parte del proprietario.

Le regole sul termine di pagamento per il riscatto agrario si applicano anche alla prelazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che la norma che consente il pagamento dopo la sentenza definitiva si applica esclusivamente al diritto di riscatto, non a quello di prelazione. Per la prelazione vale il termine di tre mesi dall’avvenuta notifica.

Cosa succede se il pagamento del prezzo non avviene entro i termini previsti dalla legge per la prelazione agraria?
Il mancato pagamento del prezzo entro il termine perentorio di tre mesi comporta la decadenza dal diritto di prelazione. Ciò significa che il diritto si estingue e non può più essere esercitato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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