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Prelazione agraria: no alla provvigione per l’agente

Un’imprenditrice agricola ha esercitato il suo diritto di prelazione su un terreno. L’agenzia immobiliare, mediatrice nella trattativa originaria, le ha chiesto il pagamento della provvigione prevista nel contratto preliminare. La Corte di Cassazione ha stabilito che chi esercita la prelazione agraria non è tenuto a pagare la provvigione, in quanto estraneo al contratto di mediazione e perché tale onere costituirebbe una condizione più gravosa rispetto a quelle previste dalla legge a tutela dell’impresa agricola.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Prelazione Agraria: Chi Esercita il Diritto Non Paga la Provvigione al Mediatore

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale in materia di prelazione agraria: l’agricoltore che esercita il diritto di prelazione per l’acquisto di un fondo non è tenuto a pagare la provvigione all’agenzia immobiliare che ha mediato la vendita con un terzo. Questa decisione ribadisce la natura protettiva della normativa agraria, ponendo l’accento sulla distinzione tra il contratto di compravendita e quello di mediazione.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine dalla domanda di un’agenzia immobiliare che chiedeva il pagamento di una provvigione di circa 6.000 euro a un’imprenditrice agricola. L’agenzia aveva mediato la vendita di un terreno agricolo tra i proprietari e un potenziale acquirente, inserendo nel contratto preliminare una clausola che prevedeva il pagamento della propria commissione.

L’imprenditrice agricola, titolare di un fondo confinante, ha esercitato il proprio diritto di prelazione, sostituendosi all’acquirente originario e acquistando il terreno alle stesse condizioni di prezzo. Tuttavia, l’agenzia immobiliare ha preteso anche da lei il pagamento della provvigione, sostenendo che, accettando le condizioni del preliminare, avesse accettato anche l’obbligo di pagare il mediatore.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Il caso ha visto decisioni opposte nei primi due gradi di giudizio. Il Tribunale, in prima istanza, aveva respinto la richiesta dell’agenzia, ritenendo che non fosse stata svolta alcuna attività di mediazione a favore dell’imprenditrice. La Corte d’Appello, invece, aveva ribaltato la decisione, condannando l’agricoltrice al pagamento. Secondo i giudici d’appello, l’esercizio della prelazione comportava l’accettazione di tutte le clausole del contratto, inclusa quella sulla provvigione.

Prelazione agraria e provvigione: la parola alla Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imprenditrice, cassando la sentenza d’appello e stabilendo un principio di diritto chiaro e fondamentale per la tutela del settore agricolo.

Il Principio “A Parità di Condizioni”

La legge stabilisce che la prelazione debba essere esercitata “a parità di condizioni”. La Suprema Corte ha chiarito che questa espressione si riferisce esclusivamente alle condizioni della compravendita (come il prezzo e le modalità di pagamento dello stesso), e non a obblighi accessori derivanti da contratti distinti, come quello di mediazione. Il rapporto tra il venditore, l’acquirente originario e il mediatore è autonomo e non può vincolare il prelazionante, che è del tutto estraneo a tale accordo.

La Finalità Protettiva della Normativa sulla Prelazione Agraria

La Corte ha sottolineato che le norme sulla prelazione agraria hanno una finalità di ordine pubblico, volta a favorire l’accorpamento dei fondi agricoli e lo sviluppo delle imprese coltivatrici. Imporre al prelazionante il pagamento di una provvigione per un servizio di cui non ha usufruito si tradurrebbe in una condizione di pagamento più onerosa rispetto a quelle previste dalla legge, andando contro lo spirito della normativa.

Inapplicabilità dell’Analogia con la Prelazione Urbana

La sentenza impugnata aveva fatto un paragone con la prelazione urbana, dove in passato era stata ammessa la validità di clausole simili. La Cassazione ha respinto con forza questa analogia, evidenziando le profonde differenze di finalità e disciplina tra i due istituti. La prelazione agraria impone limiti più stringenti all’autonomia contrattuale per proteggere interessi di rilevanza pubblica, cosa che non avviene con la stessa intensità nella prelazione di immobili urbani.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione centrale della Corte di Cassazione risiede nella netta separazione tra il rapporto di compravendita e il rapporto di mediazione. Il titolare del diritto di prelazione esercita un diritto potestativo che nasce dalla legge, non dalla volontà delle parti del contratto preliminare. Sostituendosi all’acquirente originario, egli assume gli obblighi strettamente legati alla compravendita, ma non quelli derivanti da contratti accessori a cui è rimasto estraneo. L’attività del mediatore si è conclusa con la messa in contatto del venditore con il primo promissario acquirente, e non può estendere i suoi effetti a un soggetto terzo che interviene successivamente in forza di una previsione legale. Inoltre, l’obbligo di pagare la provvigione costituirebbe una clausola che aggrava la posizione del prelazionante, in contrasto con la legislazione speciale di settore che mira a tutelarlo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha enunciato il seguente principio di diritto: il coltivatore diretto che esercita il diritto di prelazione ai sensi dell’art. 8 della legge n. 590/1965 non è tenuto al pagamento della provvigione al mediatore, anche se tale pagamento è previsto nel contratto preliminare. Questa decisione rafforza la tutela degli imprenditori agricoli e fa chiarezza sui confini dell’obbligo di provvigione nelle compravendite immobiliari soggette a prelazione legale.

Chi esercita la prelazione agraria è obbligato a pagare la provvigione al mediatore immobiliare?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il soggetto che esercita il diritto di prelazione agraria non è tenuto al pagamento della provvigione, in quanto è estraneo al contratto di mediazione stipulato tra il venditore e il promissario acquirente originario.

Perché il pagamento della provvigione non rientra nelle “pari condizioni” richieste dalla legge per la prelazione agraria?
Perché l’obbligo di versare la provvigione deriva da un contratto di mediazione distinto dalla compravendita. Imporre tale pagamento al prelazionante significherebbe aggiungere una condizione di pagamento più onerosa rispetto a quelle legali, contravvenendo alla finalità protettiva della normativa agraria.

La clausola che prevede il pagamento della provvigione nel contratto preliminare è vincolante per chi esercita la prelazione?
No, tale clausola non è vincolante per chi esercita il diritto di prelazione. Il rapporto di mediazione rimane un accordo tra le parti originarie (venditore e primo acquirente) e non può essere esteso a un soggetto terzo che interviene in forza di un diritto potestativo conferitogli dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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