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Prelazione agraria commissione: quando non è dovuta

Un tribunale ha stabilito la non debenza della provvigione all’agente immobiliare in un caso di prelazione agraria commissione. Una società agricola, esercitando il diritto di prelazione su un terreno confinante, si era opposta a un decreto ingiuntivo per il pagamento della mediazione. Il giudice ha accolto l’opposizione, specificando che chi esercita la prelazione subentra solo negli obblighi strettamente legati alla compravendita, escludendo accordi accessori come la commissione.

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Prelazione Agraria e Commissione all’Agente: Un Diritto Che Prevale sull’Accordo

Quando si parla di compravendita di terreni agricoli, entra in gioco un istituto giuridico di grande importanza: la prelazione agraria. Questo diritto, che favorisce i proprietari di terreni confinanti, può avere implicazioni significative su accordi accessori, come quelli relativi alla provvigione dell’agente immobiliare. Una recente sentenza del Tribunale di Verona ha offerto un chiarimento cruciale sul tema della prelazione agraria commissione, stabilendo che l’esercizio di tale diritto esclude l’obbligo di pagare il mediatore. Analizziamo insieme questo caso.

I Fatti di Causa: Dalla Mediazione alla Prelazione

Una società immobiliare otteneva un decreto ingiuntivo per circa 8.300 euro contro una società agricola, a titolo di provvigione per un’attività di mediazione. L’agenzia sosteneva di aver messo in contatto la società agricola con i venditori di un terreno, ma la vendita non si era conclusa inizialmente.

Successivamente, i proprietari del terreno avviavano trattative con un terzo acquirente. In conformità con la legge, notificavano la proposta di vendita alla società agricola, in quanto proprietaria di un fondo confinante. Quest’ultima, avvalendosi del proprio diritto, esercitava la prelazione agraria, acquistando il terreno al prezzo convenuto. L’agenzia immobiliare, venuta a conoscenza della compravendita, riteneva di aver comunque diritto alla commissione per il suo intervento originario e richiedeva il pagamento, che veniva negato, portando all’emissione del decreto ingiuntivo e alla successiva opposizione in tribunale.

La Posizione delle Parti e l’Analisi del Tribunale

L’opposizione della società agricola si basava su un punto fondamentale: l’acquisto non era avvenuto come risultato diretto della mediazione, bensì tramite l’esercizio di un diritto potestativo previsto dalla legge, la prelazione agraria. L’agenzia, al contrario, insisteva sul fatto che il suo ruolo era stato determinante per la conclusione dell’affare.

Il Tribunale ha esaminato attentamente le prove documentali e testimoniali, ricostruendo la cronologia degli eventi. È emerso che, sebbene ci fosse stato un contatto iniziale tra le parti grazie all’agenzia, l’operazione si era perfezionata in un contesto diverso e sulla base di un presupposto giuridico specifico e autonomo.

La questione della prelazione agraria commissione

Il cuore della controversia risiedeva nel determinare se l’obbligo di pagare la commissione si estendesse anche a chi acquista esercitando la prelazione. Il Tribunale ha risposto negativamente, basando la sua decisione su un principio consolidato in giurisprudenza.

Il Principio di Diritto Applicato

Citando la normativa in materia (L. 590/1965 e L. 817/1971) e una pronuncia della Corte di Cassazione, il giudice ha chiarito che il confinante che esercita la prelazione si sostituisce al promissario acquirente nel contratto preliminare. Tuttavia, questa sostituzione riguarda esclusivamente le obbligazioni principali e inerenti alla vendita (come il pagamento del prezzo), non quelle accessorie e personali come il pagamento della provvigione al mediatore. Il rapporto con l’agenzia è un contratto distinto che lega l’agente al suo cliente originario, non al terzo che esercita la prelazione.

Le Motivazioni della Decisione

Il Tribunale ha ritenuto l’opposizione fondata, revocando il decreto ingiuntivo. La motivazione centrale è che l’esercizio del diritto di prelazione agraria interrompe il nesso causale tra l’attività del mediatore e la conclusione dell’affare. L’acquisto non è una conseguenza della mediazione, ma dell’esercizio di un diritto previsto dalla legge. Di conseguenza, la società agricola non era tenuta a corrispondere alcuna provvigione all’agenzia immobiliare. Il fatto che anni prima ci fosse stato un contatto tra le parti per l’acquisto di un terreno attiguo non legittima la richiesta dell’agenzia, poiché l’acquisto si è perfezionato attraverso un percorso giuridico differente.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la prelazione agraria commissione non è dovuta. L’esercizio del diritto di prelazione costituisce un titolo d’acquisto autonomo che non estende al prelazionante gli obblighi derivanti da un preesistente contratto di mediazione stipulato tra il venditore e un terzo. Per gli operatori del settore immobiliare, questa decisione sottolinea l’importanza di comprendere i limiti della propria pretesa di provvigione in contesti regolati da diritti di preferenza legali. Per gli agricoltori, rappresenta una tutela che garantisce l’effettività del diritto di prelazione, senza oneri aggiuntivi non direttamente legati alla compravendita del fondo.

Chi esercita la prelazione agraria deve pagare la commissione all’agente immobiliare?
No, secondo la sentenza, chi esercita il diritto di prelazione agraria si sostituisce al promissario acquirente solo per le obbligazioni previste nel contratto preliminare che sono inerenti alla vendita, non per quelle accessorie come il pagamento della provvigione al mediatore.

Perché il diritto di prelazione esclude l’obbligo di pagare la provvigione?
Perché la prelazione è un diritto legale che permette al confinante di subentrare nel contratto alle stesse condizioni di vendita. Questo subentro, per sua natura, non include accordi collaterali come quello con l’agenzia, che rimane un rapporto distinto tra l’agenzia e il suo cliente originario.

Un contatto precedente tra l’acquirente finale e l’agenzia immobiliare giustifica la richiesta di commissione?
No. La sentenza chiarisce che anche se c’era stato un contatto anni prima tra l’agenzia e la società che ha poi esercitato la prelazione, questo non legittima la richiesta di commissione, poiché l’acquisto si è perfezionato tramite l’esercizio di un diritto legale (la prelazione) e non come diretta conseguenza dell’attività di mediazione iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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