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Predivulgazione brevetto: come annulla la novità

La Corte di Cassazione ha confermato la nullità di un brevetto relativo a un metodo di fabbricazione di gioielli. La decisione si fonda sulla predivulgazione brevetto, ovvero la diffusione dell’invenzione a terzi per la produzione e commercializzazione prima della data di deposito della domanda. Nonostante la società titolare del brevetto contestasse le prove, la Corte ha ritenuto che la divulgazione a un numero anche limitato di operatori del settore, capaci di riprodurre l’invenzione, fosse sufficiente a distruggere il requisito della novità, rendendo il brevetto nullo fin dall’origine. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Predivulgazione brevetto: La Cassazione chiarisce quando un’invenzione non è più nuova

Il requisito della novità è il pilastro su cui si regge l’intero sistema brevettuale. Un’invenzione, per essere protetta, deve essere nuova, ovvero non deve essere già compresa nello stato della tecnica. Ma cosa succede se l’inventore stesso, o un concorrente, divulga i dettagli tecnici prima di depositare la domanda? La recente ordinanza della Corte di Cassazione analizza proprio un caso di predivulgazione brevetto, offrendo chiarimenti fondamentali su cosa costituisca una divulgazione distruttiva della novità e quali prove siano necessarie per dimostrarla.

I Fatti: La controversia sul brevetto del bracciale “tennis”

La vicenda nasce dalla disputa tra due aziende operanti nel settore della gioielleria. Una società, titolare di un brevetto per un innovativo metodo di fabbricazione di bracciali tipo “tennis”, citava in giudizio un’azienda concorrente per contraffazione e concorrenza sleale.

La società convenuta, tuttavia, si difendeva sostenendo una tesi radicale: il brevetto della ricorrente era nullo per mancanza del requisito della novità. Secondo la sua ricostruzione, la stessa invenzione era stata da lei sviluppata e divulgata a terzi (altri produttori e commercianti) prima che la controparte depositasse la domanda di brevetto. Questa divulgazione anticipata avrebbe, di fatto, reso l’invenzione parte dello “stato della tecnica”, impedendone una valida brevettazione successiva.

La decisione dei giudici di merito e la predivulgazione del brevetto

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello hanno dato ragione alla società concorrente, dichiarando la nullità del brevetto. Le decisioni si sono basate su un solido impianto probatorio, che includeva consulenza tecnica, documenti e, soprattutto, dichiarazioni testimoniali.

È emerso che l’azienda concorrente, prima della data di deposito del brevetto contestato, aveva fornito disegni, descrizioni tecniche e istruzioni dettagliate a diversi operatori del settore. Questi soggetti, sulla base delle informazioni ricevute, erano stati in grado di produrre e commercializzare bracciali identici a quelli oggetto dell’invenzione. Secondo i giudici, questa attività costituiva una chiara predivulgazione brevetto, sufficiente a invalidare il titolo di proprietà industriale della società ricorrente.

Il ricorso in Cassazione

L’azienda titolare del brevetto nullo ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la valutazione delle prove effettuata dai giudici di merito. In particolare, sosteneva che la mera possibilità che un soggetto avesse divulgato informazioni a un numero limitato di terzi non potesse costituire un’anticipazione distruttiva della novità. Inoltre, criticava l’attendibilità delle dichiarazioni testimoniali e dei documenti prodotti dalla controparte.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione della Corte d’Appello e fornendo importanti principi sulla predivulgazione brevetto.

Innanzitutto, la Corte ha ribadito che la divulgazione, per essere rilevante, deve consistere in una comunicazione o diffusione che porti il ritrovato a conoscenza di un numero indeterminato di persone, poste in grado di comprenderne gli elementi essenziali e di riprodurlo. Tuttavia, ha chiarito che non è necessario raggiungere il ‘grande pubblico’. La diffusione a una cerchia di specialisti del settore, capaci di attuare l’invenzione sulla base delle informazioni ricevute, è pienamente sufficiente a distruggere la novità.

Nel caso specifico, era stato provato che l’azienda concorrente aveva fornito a terzi non solo un’idea generica, ma ‘disegni e descrizioni dettagliati e articolati’. Queste informazioni avevano permesso la produzione e la commercializzazione dei bracciali, facendo entrare l’invenzione nello stato della tecnica prima del deposito del brevetto.

La Corte ha inoltre specificato che la valutazione delle prove, inclusa l’attendibilità dei testimoni e la rilevanza dei documenti, è un compito esclusivo del giudice di merito. In sede di legittimità, la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la correttezza logica e giuridica del ragionamento seguito. In questo caso, il percorso argomentativo dei giudici d’appello è stato ritenuto immune da vizi.

Conclusioni: Le implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza in esame rappresenta un monito cruciale per inventori e aziende: la segretezza prima del deposito della domanda di brevetto è un prerequisito essenziale. Qualsiasi forma di divulgazione che renda l’invenzione accessibile e riproducibile da parte di terzi può avere un effetto letale sulla validità del brevetto. La decisione conferma che anche una diffusione mirata a pochi operatori qualificati del settore è considerata pubblica e, pertanto, distruttiva della novità. Per chi intende proteggere un’innovazione, la prima regola è quindi quella di non divulgarne i dettagli tecnici a nessuno, se non sotto stretti vincoli di riservatezza, fino al giorno del deposito ufficiale della domanda.

Cosa si intende per ‘predivulgazione’ di un brevetto?
Per predivulgazione si intende qualsiasi forma di comunicazione o diffusione che renda un’invenzione accessibile al pubblico prima della data di deposito della domanda di brevetto. Questo include descrizioni scritte o orali, l’uso commerciale, o qualsiasi altro mezzo che permetta a terzi di conoscere e riprodurre l’invenzione.

La commercializzazione di un prodotto prima del deposito del brevetto ne determina la nullità?
Sì. Secondo la Corte, la predivulgazione attraverso l’uso in commercio (produzione e commercializzazione) richiede che lo stato della tecnica conoscesse già gli elementi essenziali e caratteristici dell’invenzione, in modo da poterla riprodurre. Se questa condizione è soddisfatta, il successivo brevetto è nullo per mancanza di novità.

Quali prove sono necessarie per dimostrare la predivulgazione di un’invenzione?
La prova deve essere rigorosa. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto sufficienti le dichiarazioni testimoniali di terzi che avevano ricevuto istruzioni tecniche, disegni e descrizioni dettagliate. Queste prove, confermando la diffusione delle informazioni necessarie per produrre e commercializzare il prodotto, hanno dimostrato che l’invenzione era già nota prima del deposito del brevetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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