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Prededuzione crediti professionali: no alla priorità

La Corte di Cassazione ha stabilito che i crediti di un professionista per la consulenza su un piano di risanamento ex art. 67 l.fall. non godono di prededuzione, poiché non si tratta di una procedura concorsuale. Anche per l’attività legata a un concordato preventivo, la prededuzione è esclusa se non viene dimostrata la sua funzionalità ex ante per la massa dei creditori. La richiesta del professionista di ottenere il pagamento prioritario è stata quindi respinta confermando la decisione del Tribunale.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Prededuzione Crediti Professionali: Quando il Consulente non ha Priorità

La questione della prededuzione crediti professionali è centrale per chi assiste le imprese in crisi. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce i confini di questo diritto, stabilendo quando il compenso del consulente debba essere pagato con priorità e quando, invece, segua le sorti degli altri creditori. La decisione analizza in modo distinto il valore delle consulenze per i piani di risanamento e per i concordati preventivi, offrendo spunti fondamentali per i professionisti del settore.

I Fatti del Caso

Un professionista aveva assistito una società, poi finita in amministrazione straordinaria, in diverse fasi della sua crisi. In particolare, aveva prestato consulenza per la redazione di un piano di risanamento attestato (ai sensi dell’art. 67 della legge fallimentare) e, successivamente, per la presentazione di una domanda di concordato preventivo. Una volta aperta la procedura di amministrazione straordinaria, il professionista chiedeva che i suoi compensi venissero ammessi al passivo con privilegio prededucibile, ovvero con diritto di essere pagati prima di tutti gli altri creditori non privilegiati.

Il Tribunale accoglieva solo parzialmente la richiesta, negando la prededuzione per i crediti derivanti sia dalla redazione del piano di risanamento sia dall’assistenza per il concordato, il quale era stato peraltro revocato. Il professionista ha quindi proposto ricorso in Cassazione per ottenere il riconoscimento della priorità di pagamento su tutti i suoi compensi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la decisione del Tribunale. I giudici hanno respinto le argomentazioni del professionista, delineando in modo netto i presupposti per il riconoscimento della prededuzione.

Le Motivazioni: Analisi della Prededuzione Crediti Professionali

La Corte ha basato la sua decisione su due argomenti principali, distinguendo nettamente tra l’attività svolta per il piano di risanamento e quella per il concordato preventivo.

1. Il Piano di Risanamento non è una Procedura Concorsuale

La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il piano di risanamento attestato, previsto dall’art. 67, comma 3, lett. d), della legge fallimentare, non costituisce una procedura concorsuale. Si tratta di un atto interno all’impresa, finalizzato a programmare il superamento della crisi, ma che non è soggetto a un controllo giurisdizionale. Di conseguenza, i crediti sorti per la sua redazione non possono essere considerati come sorti “in occasione o in funzione” di una procedura concorsuale, requisito indispensabile richiesto dall’art. 111 l.fall. per ottenere la prededuzione. Il compenso per tale attività, quindi, non ha diritto ad alcun pagamento prioritario.

2. La Funzionalità del Credito nel Concordato Preventivo

Per quanto riguarda i compensi relativi alla domanda di concordato preventivo, la Corte ha precisato che la prededuzione non è automatica. È necessario che la prestazione professionale sia stata, in una valutazione da compiersi ex ante (cioè al momento in cui è stata resa), concretamente funzionale alla conservazione o all’incremento del patrimonio aziendale a vantaggio della massa dei creditori. Nel caso di specie, il Tribunale aveva escluso tale funzionalità, e la sua valutazione non è stata specificamente contestata in Cassazione. La Corte ha inoltre sottolineato che, sebbene la successiva revoca del concordato non escluda di per sé la prededuzione (a meno che il professionista non fosse complice in atti fraudolenti del debitore), il requisito originario della funzionalità ex ante rimane imprescindibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Professionisti

Questa ordinanza offre due indicazioni operative cruciali per i consulenti d’impresa:
1. Massima cautela con i piani di risanamento: I professionisti devono essere consapevoli che il compenso per l’attività di redazione di un piano ex art. 67 l.fall. è un credito che, in caso di successivo fallimento o amministrazione straordinaria, non godrà di alcuna priorità di pagamento.
2. Dimostrare l’utilità nel concordato: Per ottenere la prededuzione nel contesto di un concordato preventivo, non è sufficiente predisporre la domanda. È essenziale che l’attività professionale sia orientata e dimostrabilmente utile, fin dall’inizio, a tutelare gli interessi dell’intero ceto creditorio, preservando il valore dell’azienda. La mancanza di questa “adeguatezza funzionale” può comportare l’esclusione dal pagamento prioritario.

Il compenso del professionista per un piano di risanamento (art. 67 l.fall.) è un credito prededucibile?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il piano di risanamento attestato è un atto interno all’impresa e non una procedura concorsuale. Pertanto, i crediti derivanti dalla sua redazione non sorgono ‘in occasione o in funzione’ di una procedura e non possono godere della prededuzione.

Il compenso per la redazione di una domanda di concordato preventivo è sempre prededucibile?
No, non automaticamente. La prededuzione spetta solo se la prestazione professionale risulta, da una valutazione effettuata ex ante (cioè basata sulla situazione esistente al momento della consulenza), funzionale alla conservazione o all’incremento dei valori aziendali a vantaggio della massa dei creditori, e a condizione che l’impresa sia stata poi ammessa alla procedura.

La revoca del concordato preventivo esclude sempre la prededuzione per i compensi del professionista?
Non necessariamente. La prededuzione può essere riconosciuta anche se il concordato viene successivamente revocato, a patto che il requisito della funzionalità ex ante fosse presente al momento della prestazione e che la revoca non sia dipesa da atti fraudolenti del debitore a cui il professionista abbia partecipato o di cui fosse consapevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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