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Precetto su assegno: nullo se non è trascritto tutto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13373/2024, ha stabilito un principio fondamentale sulla validità del precetto su assegno. Un creditore aveva notificato un precetto basato su un assegno circolare, omettendo però di trascrivere il retro del titolo. L’istituto bancario debitore si è opposto, eccependo la nullità dell’atto. La Corte ha accolto l’opposizione, chiarendo che la mancata trascrizione integrale impedisce al debitore di verificare la legittimazione del creditore (ad esempio, l’esistenza di una girata per l’incasso a una banca), pregiudicando il suo diritto di difesa e rendendo nullo il precetto.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Bancario, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Precetto su assegno: perché la trascrizione integrale è essenziale?

La notifica di un precetto su assegno è il primo passo per il recupero forzoso di un credito. Tuttavia, la sua validità dipende dal rispetto di precisi requisiti formali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13373/2024) ha fatto luce su un aspetto cruciale: l’obbligo di trascrivere integralmente il titolo di credito, incluso il retro. Vediamo perché questa formalità non è un mero cavillo, ma una garanzia fondamentale per il debitore.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dall’opposizione di un istituto di credito a un atto di precetto notificatogli dalla beneficiaria di un assegno circolare non trasferibile. La banca sosteneva la nullità dell’atto in quanto il creditore aveva omesso di trascrivere il contenuto del retro dell’assegno. Il Tribunale di primo grado aveva accolto l’opposizione, dichiarando nullo il precetto. La creditrice ha quindi presentato ricorso in Cassazione, ritenendo che la trascrizione degli elementi essenziali dell’assegno fosse sufficiente per la validità dell’atto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del Tribunale e la nullità del precetto. La sentenza stabilisce un principio di diritto chiaro: l’omessa trascrizione integrale del fronte e del retro dell’assegno, che impedisca di conoscere l’esistenza o meno di una clausola di girata per l’incasso, rende nullo il precetto intimato.

Le Motivazioni: la funzione del precetto su assegno e la tutela del debitore

La Corte ha basato la sua decisione sulla funzione teleologica dell’atto di precetto. Questo atto non è solo una minaccia di esecuzione forzata, ma serve a informare compiutamente il debitore, mettendolo in condizione di:
1. Verificare la pretesa: Controllare l’identità e la validità del titolo di credito.
2. Adempiere spontaneamente: Pagare il dovuto evitando gli aggravi del pignoramento.
3. Difendersi: Sollevare eventuali contestazioni sulla regolarità formale degli atti o sul diritto stesso del creditore.

L’omessa trascrizione del retro di un assegno circolare, anche se “non trasferibile”, compromette irrimediabilmente questa funzione. La legge (art. 43 R.D. 1736/1933) prevede infatti che anche un assegno non trasferibile possa essere girato, ma solo a un banchiere “per l’incasso”. Questa operazione conferisce alla banca girataria la legittimazione a riscuotere il credito.

Di conseguenza, non riportando il contenuto del retro, il creditore impedisce al debitore (la banca emittente) di accertare chi sia l’effettivo soggetto legittimato a ricevere il pagamento. Il debitore si troverebbe nell’incertezza, non sapendo se il beneficiario originale abbia ancora il diritto di incassare o se abbia delegato la propria banca. Questa incertezza genera un pregiudizio oggettivo e auto-evidente al diritto del debitore di effettuare un pagamento liberatorio, inficiando di nullità l’intero atto di precetto.

Le Conclusioni

La sentenza n. 13373/2024 rafforza il principio di autosufficienza dell’atto di precetto. Chi intende agire esecutivamente sulla base di un assegno deve prestare la massima attenzione alla sua redazione, trascrivendo integralmente sia il fronte che il retro del titolo. Questa diligenza non è un mero formalismo, ma una condizione essenziale per garantire la validità dell’azione e tutelare il diritto di difesa del debitore. Per i creditori, la lezione è chiara: la completezza dell’informazione è il primo passo per un’esecuzione forzata legittima ed efficace.

Perché il precetto basato su un assegno circolare è stato dichiarato nullo?
È stato dichiarato nullo perché il creditore ha omesso di trascrivere il retro dell’assegno nell’atto di precetto. Questa omissione ha impedito al debitore di verificare se il creditore fosse ancora legittimato a riscuotere la somma o se avesse girato il titolo a una banca per l’incasso.

Un assegno con la dicitura “non trasferibile” può essere girato?
Sì, ma secondo la legge (art. 43 del R.D. n. 1736/1933), può essere girato soltanto a un banchiere “per l’incasso”. Questo significa che il beneficiario può incaricare la propria banca di riscuotere la somma per suo conto.

Qual è il principio di diritto stabilito dalla Corte con questa sentenza?
La Corte ha stabilito che: «L’omessa trascrizione integrale del fronte e del retro dell’assegno nel precetto, che impedisca di trarre conoscenza dell’esistenza o meno di una clausola di girata per l’incasso, rende nullo l’atto di precetto intimato in virtù di un assegno circolare non trasferibile».

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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