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Poteri del CTU: la Cassazione sui documenti d’ufficio

In una complessa causa di regolamento di confini e usucapione, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio la sentenza d’appello. La Corte ha stabilito che rientra nei poteri del CTU acquisire d’ufficio documenti, come una aerofotogrammetria, se necessari a chiarire fatti secondari. Ha inoltre ravvisato un travisamento della prova nella valutazione dei titoli di proprietà, accogliendo sia il ricorso principale che quello incidentale e ordinando un nuovo esame del merito.

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Poteri del CTU: la Cassazione sui documenti d’ufficio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sui poteri del CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) e sul vizio di travisamento della prova, due temi cruciali nel contenzioso civile. Analizzando una complessa vicenda di confini immobiliari, la Suprema Corte ha cassato la decisione di merito, stabilendo principi fondamentali sull’acquisizione di documenti e sulla corretta valutazione delle prove documentali. Vediamo i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La controversia nasce da un’azione legale intentata da una società immobiliare contro i proprietari di fondi confinanti. La società lamentava l’occupazione illegittima di una porzione di oltre 1.200 mq del proprio terreno e chiedeva il regolamento dei confini, la restituzione dell’area e il risarcimento dei danni.

A sua volta, una delle convenute si difendeva chiedendo, in via riconvenzionale, il riconoscimento dell’acquisto per usucapione delle porzioni di terreno contestate e della strada privata interpoderale. Contestava inoltre l’efficacia di alcuni atti di compravendita relativi a una piazzola di accesso, sostenendo che fossero stati stipulati da chi non ne aveva più la titolarità.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello rigettavano tutte le domande, sia quelle della società attrice sia quelle della convenuta. La Corte territoriale, in particolare, riteneva non provato lo sconfinamento lamentato dalla società e infondata la domanda di usucapione, oltre a considerare validi gli atti di compravendita contestati.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Entrambe le parti soccombenti hanno proposto ricorso per Cassazione.

I poteri del CTU al centro del ricorso principale

La società ricorrente lamentava la violazione delle norme processuali (artt. 194 e 195 c.p.c.), poiché la Corte d’Appello aveva omesso di verificare la possibilità per il CTU di acquisire d’ufficio un rilievo aerofotogrammetrico risalente al 1974. Secondo la società, tale documento sarebbe stato decisivo per dimostrare la configurazione originaria dei luoghi e, di conseguenza, lo sconfinamento subito.

Il travisamento della prova nel ricorso incidentale

La convenuta, con il suo ricorso incidentale, denunciava un travisamento della prova. Sosteneva che la Corte d’Appello avesse dichiarato inefficace un atto di vendita del 2001 relativo a una quota della piazzola di accesso, basandosi su una lettura incerta e ipotetica degli atti notarili e senza confrontarli adeguatamente con altri documenti cruciali, come precedenti atti di vendita e relazioni tecniche.

Le Motivazioni della Decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i ricorsi, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Le motivazioni sono di grande interesse giuridico.

Per quanto riguarda il ricorso principale, la Corte ha affermato un principio fondamentale sui poteri del CTU. Citando una recente sentenza delle Sezioni Unite (n. 3086/2022), ha chiarito che il consulente tecnico, nei limiti del mandato ricevuto e nel rispetto del contraddittorio, può acquisire documenti da pubblici uffici anche senza una specifica allegazione delle parti. Questo potere è consentito a condizione che i documenti non servano a provare i fatti principali posti a fondamento della domanda (il cui onere probatorio spetta alle parti), ma siano diretti a provare fatti secondari utili per la decisione. Nel caso di specie, l’aerofotogrammetria del 1974 era finalizzata proprio ad accertare un fatto secondario (lo stato dei luoghi in una data specifica), e la sua mancata acquisizione ha viziato la decisione.

Anche il ricorso incidentale è stato ritenuto fondato. La Cassazione ha ravvisato nella decisione della Corte d’Appello un vero e proprio ‘travisamento della prova’, così come delineato dalle Sezioni Unite (n. 5792/2024). Questo vizio si verifica quando il giudice fonda la sua decisione su una percezione errata del contenuto oggettivo di un documento, attribuendogli un significato che non ha. La Corte ha ritenuto che i giudici di merito fossero giunti a ‘conclusioni incerte e ipotetiche’, senza un’analisi rigorosa e coordinata di tutti gli atti di provenienza e dei rilievi tecnici, adagiandosi acriticamente sulla decisione di primo grado.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre due importanti lezioni. In primo luogo, rafforza e chiarisce i poteri del CTU, riconoscendogli un ruolo proattivo nell’accertamento della verità processuale, seppur entro i limiti invalicabili dell’onere probatorio delle parti. In secondo luogo, ribadisce la gravità del ‘travisamento della prova’ come vizio che inficia la sentenza, imponendo al giudice di merito un’analisi attenta, completa e non contraddittoria di tutto il materiale probatorio. La decisione finale spetterà ora alla Corte d’Appello in sede di rinvio, che dovrà attenersi ai principi di diritto stabiliti dalla Cassazione per giungere a una nuova e più ponderata valutazione del caso.

Può il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) acquisire d’iniziativa propria un documento da un ufficio pubblico?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il CTU può acquisire documenti da pubblici uffici, anche senza una specifica richiesta delle parti, a condizione che tali documenti siano necessari per rispondere ai quesiti posti dal giudice e non servano a provare i fatti principali che le parti hanno l’onere di dimostrare, ma piuttosto fatti secondari utili alla decisione.

Che cos’è il ‘travisamento della prova’ e quando può essere motivo di ricorso in Cassazione?
Il travisamento della prova è un errore del giudice che consiste nel percepire in modo errato il contenuto oggettivo e letterale di una prova (ad esempio, un documento), attribuendogli un significato che non ha. Secondo una recente pronuncia delle Sezioni Unite, citata nel provvedimento, questo costituisce un vizio della sentenza che può essere denunciato in Cassazione quando si traduce in una svista sul fatto probatorio in sé, e non in una diversa valutazione dello stesso.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso di disputa sui confini?
La Corte di Cassazione ha accolto sia il ricorso principale della società che quello incidentale della proprietaria confinante. Di conseguenza, ha cassato (annullato) la sentenza della Corte d’Appello e ha rinviato il caso alla stessa Corte d’Appello, ma in diversa composizione, affinché proceda a un nuovo esame del merito attenendosi ai principi di diritto stabiliti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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