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Poteri amministratore condominio: nomina avvocato

Un avvocato ha chiesto il pagamento del proprio compenso a un condominio per averlo difeso in una causa di risarcimento danni. Il condominio si è opposto, sostenendo che l’amministratore non avesse il potere di nominare un legale senza una delibera dell’assemblea. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del condominio, affermando che rientra tra i poteri dell’amministratore condominio compiere atti conservativi, inclusa la nomina di un difensore per resistere a una richiesta di risarcimento per danni causati da beni comuni, senza necessità di autorizzazione o ratifica assembleare.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Poteri amministratore condominio: la nomina del legale è valida?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta una questione cruciale per la vita condominiale: i poteri dell’amministratore di condominio nella gestione delle controversie legali. In particolare, la Corte chiarisce se l’amministratore possa autonomamente nominare un avvocato per difendere l’ente in giudizio, senza una preventiva autorizzazione dell’assemblea. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per la gestione e la difesa dei condomini.

Il caso: un avvocato non pagato e la difesa del Condominio

La vicenda ha origine dalla richiesta di pagamento di un avvocato nei confronti di un condominio. Il legale era stato incaricato dall’amministratore per difendere il condominio in una causa intentata da un terzo, il quale chiedeva il risarcimento dei danni subiti a causa di una caduta provocata da una buca su una stradina condominiale.

Il condominio, costituitosi in giudizio, si opponeva al pagamento della parcella, sostenendo che la nomina del legale fosse invalida. Secondo la tesi del condominio, l’amministratore non avrebbe avuto il potere di conferire l’incarico senza una specifica delibera assembleare o, quantomeno, una successiva ratifica da parte dell’assemblea. Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione all’avvocato, condannando il condominio al pagamento. Contro questa decisione, il condominio ha proposto ricorso in Cassazione.

La questione giuridica: serve sempre la delibera per nominare un avvocato?

Il nucleo della controversia ruota attorno all’interpretazione degli articoli 1130 e 1131 del Codice Civile, che definiscono le attribuzioni dell’amministratore. Il condominio ricorrente sosteneva che la difesa in una causa per responsabilità extracontrattuale, come quella per danni da cose in custodia ex art. 2051 c.c., esulasse dai poteri ordinari dell’amministratore, richiedendo quindi un mandato esplicito da parte dell’assemblea. La difesa si basava su una giurisprudenza che attribuisce la responsabilità per i danni a terzi derivanti da beni comuni direttamente ai condomini e non all’amministratore, il quale agirebbe solo come loro mandatario.

I poteri dell’amministratore condominio secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato, confermando la decisione del Tribunale. I giudici hanno chiarito un principio fondamentale: la necessità di un’autorizzazione o ratifica assembleare per la costituzione in giudizio vale solo per le cause che esorbitano dalle attribuzioni specifiche dell’amministratore.

Nel caso specifico, la causa originaria riguardava la responsabilità del condominio per la mancata manutenzione di una parte comune (la stradina). Tale ambito rientra pienamente nei doveri dell’amministratore, come specificato dall’art. 1130, n. 4, del Codice Civile, che gli impone di “compiere gli atti conservativi relativi alle parti comuni dell’edificio”.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha specificato che resistere in giudizio a una richiesta di risarcimento danni per vizi delle parti comuni costituisce un atto conservativo. L’amministratore, infatti, agisce per difendere il patrimonio comune da una pretesa che potrebbe intaccarlo. Di conseguenza, egli possiede un’autonoma legittimazione a nominare un difensore per rappresentare il condominio, anche in assenza di una preventiva autorizzazione assembleare.

La giurisprudenza consolidata della Corte, richiamata nell’ordinanza, sostiene che l’amministratore ha il potere di agire e resistere in giudizio per tutte le controversie che rientrano nelle sue attribuzioni, senza che sia rilevante la natura (contrattuale o extracontrattuale) della responsabilità invocata dal terzo. L’amministratore, in queste situazioni, rappresenta i condomini, che sono i custodi dei beni comuni, e ha il dovere di compiere tutti gli atti necessari alla loro conservazione.

Conclusioni: implicazioni pratiche della decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio di efficienza e funzionalità nella gestione condominiale. Stabilisce chiaramente che, per le controversie legate alla manutenzione e conservazione dei beni comuni, l’amministratore ha il potere e il dovere di agire tempestivamente per tutelare gli interessi del condominio, anche nominando un legale. Attendere una delibera assembleare potrebbe comportare ritardi pregiudizievoli per la difesa dell’ente. Pertanto, la nomina di un avvocato per resistere a una causa di risarcimento danni da cose in custodia è un atto valido ed efficace, e il condominio è tenuto a corrispondere il relativo compenso professionale.

L’amministratore di condominio può nominare un avvocato senza l’autorizzazione dell’assemblea?
Sì, può farlo quando la causa rientra nelle sue attribuzioni, come quelle relative alla conservazione delle parti comuni dell’edificio, ad esempio per difendere il condominio da una richiesta di risarcimento danni per vizi di un bene comune.

In quali casi la nomina di un legale da parte dell’amministratore è considerata valida autonomamente?
La nomina è valida quando la controversia riguarda materie che l’art. 1131 del Codice Civile affida alla sua competenza, come gli atti conservativi dei beni comuni. Non è necessaria una delibera preventiva né una ratifica successiva da parte dell’assemblea.

Cosa si intende per ‘atti conservativi’ che rientrano nei poteri dell’amministratore?
Gli ‘atti conservativi’ sono tutte quelle azioni, anche legali, finalizzate a preservare l’integrità e il valore delle parti comuni. Resistere in giudizio a una richiesta di risarcimento danni causati da un bene comune, come una buca in una strada condominiale, è considerato un atto conservativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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