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Potere sanzionatorio: chi multa nella laguna veneta?

Un diportista ha impugnato una sanzione del Comune di Venezia per la mancata esposizione di un contrassegno sulla propria imbarcazione. La Corte di Cassazione ha stabilito che il Comune non era competente a emettere la sanzione, poiché il potere sanzionatorio spetta all’ente che ha emanato il regolamento violato, ovvero la Città Metropolitana di Venezia, in assenza di una valida delega di funzioni.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Potere Sanzionatorio: la Cassazione Chiarisce Chi Può Multare nella Laguna di Venezia

La questione del potere sanzionatorio è cruciale nel diritto amministrativo e tocca direttamente i cittadini che si trovano a fronteggiare multe e sanzioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatta luce su un caso emblematico, sorto nelle acque della laguna di Venezia, stabilendo un principio fondamentale: l’autorità competente a sanzionare è, di norma, la stessa che ha il potere di emanare le regole violate. Vediamo nel dettaglio la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti di Causa: una Multa Contesa

Tutto ha origine da un’ordinanza-ingiunzione emessa dal Comune di Venezia nei confronti di un diportista. La sanzione, pari a 172,00 euro, era stata comminata per la violazione del Regolamento Provinciale per la navigazione locale, in particolare per non aver esposto sull’imbarcazione il contrassegno “LV”.

Il cittadino ha immediatamente contestato l’atto, non per la violazione in sé, ma per un vizio di competenza. A suo avviso, non era il Comune a dover irrogare la multa, bensì la Città Metropolitana di Venezia. Il Giudice di Pace gli ha dato ragione, ma il Tribunale, in sede di appello, ha ribaltato la decisione, ritenendo legittimo l’operato del Comune. La questione è così giunta fino al vaglio della Corte di Cassazione.

Il Cuore del Problema: Potere Sanzionatorio e Potere Regolamentare

La controversia si è incentrata sulla distinzione e sul legame tra due poteri fondamentali degli enti pubblici:

* Potestà Regolamentare: la capacità di creare norme e regolamenti in una determinata materia.
* Potestà Sanzionatoria: la capacità di imporre sanzioni per la violazione di tali norme.

Il Tribunale aveva ritenuto che, sebbene la Città Metropolitana avesse il compito di emanare il Regolamento per la navigazione lagunare, il potere sanzionatorio fosse stato delegato dalla Regione ai singoli Comuni. Questa interpretazione, tuttavia, non ha convinto la Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del diportista, annullando la sanzione. I giudici hanno chiarito che esiste un legame intrinseco tra il potere di regolamentare e quello di sanzionare. L’ente a cui la legge affida la disciplina di una materia è anche quello titolare del potere di farla rispettare, salvo espresse e valide deleghe.

Le Motivazioni

La Corte ha ricostruito il complesso quadro normativo delle deleghe di funzioni. Il potere di coordinare la navigazione nella laguna veneta è stato delegato dallo Stato direttamente alla Provincia (ora Città Metropolitana) di Venezia. Questa delega statale include sia la potestà regolamentare sia quella sanzionatoria.

La Regione Veneto, non essendo titolare di questa specifica competenza, non poteva a sua volta delegare ai Comuni un potere sanzionatorio che non possedeva. In altre parole, un ente non può trasferire ad altri un potere di cui non è titolare. Di conseguenza, la delibera regionale che delegava ai Comuni l’applicazione delle sanzioni in questa materia non era applicabile al caso di specie.

La potestà sanzionatoria per le violazioni al Regolamento sulla navigazione lagunare è rimasta quindi in capo alla Città Metropolitana di Venezia. L’ordinanza-ingiunzione emessa dal Comune di Venezia era, pertanto, illegittima perché proveniente da un’autorità incompetente.

Le Conclusioni

Questa sentenza stabilisce un principio di chiarezza e di garanzia per i cittadini. L’individuazione dell’autorità competente a sanzionare non è un mero formalismo, ma un elemento essenziale di legalità dell’azione amministrativa. Per le violazioni di regolamenti specifici (comunali, provinciali o metropolitani), il potere di irrogare la sanzione spetta all’ente che ha emanato quel regolamento, a meno che non esista una norma di legge chiara e specifica che disponga una diversa attribuzione di competenza. Questo precedente rafforza il diritto dei cittadini a contestare le sanzioni non solo nel merito, ma anche per vizi di competenza dell’ente che le ha emesse.

Chi ha l’autorità di multare per violazioni al regolamento di navigazione nella laguna di Venezia?
Secondo la sentenza, l’autorità competente è la Città Metropolitana di Venezia, in quanto è l’ente a cui lo Stato ha delegato la potestà regolamentare e, di conseguenza, anche il relativo potere sanzionatorio.

Un ente pubblico, come una Regione, può delegare un potere sanzionatorio che non possiede?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che un ente non può delegare a terzi (in questo caso, i Comuni) poteri di cui non è titolare. La delega sarebbe inefficace.

Qual è il rapporto tra il potere di emanare regole (potestà regolamentare) e quello di multare (potestà sanzionatoria)?
La sentenza stabilisce uno stretto legame tra i due. Di norma, l’ente che ha il potere di creare le regole ha anche il potere di farle rispettare attraverso le sanzioni, a meno che una legge non disponga diversamente in modo esplicito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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