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Postergazione finanziamenti soci: quando si applica?

Una società creditrice, cessionaria di un finanziamento erogato da una capogruppo alla sua controllata poi fallita, ha contestato la subordinazione del proprio credito. La Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che la postergazione finanziamenti soci si applica a ogni forma di finanziamento proveniente da chi esercita direzione e coordinamento e che, per beneficiare delle deroghe temporanee, è necessaria una prova con data certa, non essendo sufficienti le date valuta degli estratti conto.

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Postergazione Finanziamenti Soci: La Cassazione sulla Prova della Data Certa

La disciplina della postergazione finanziamenti soci rappresenta un pilastro del diritto societario e fallimentare, volta a proteggere i creditori esterni da operazioni di finanziamento anomale da parte dei soci. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sull’ambito di applicazione di questa norma, in particolare riguardo alla nozione di “finanziamento” e alla necessità di una prova con “data certa” per beneficiare di deroghe normative. Questo caso aiuta a comprendere quando e come un credito di un socio (o di una società controllante) debba essere subordinato rispetto a quello degli altri creditori.

I Fatti del Caso: Il Finanziamento alla Società Controllata

Una società, che chiameremo Holding Alfa, aveva effettuato diversi pagamenti a favore della sua controllata, Società Beta, per saldare crediti commerciali di quest’ultima verso terzi. Successivamente, la Società Beta veniva dichiarata fallita. Una terza società, Società Gamma, in qualità di cessionaria del credito vantato da Holding Alfa, chiedeva di essere ammessa allo stato passivo del fallimento per un importo superiore a 1,3 milioni di euro.

Il giudice delegato ammetteva il credito, ma ne disponeva la postergazione, ritenendo che Holding Alfa, in qualità di socio unico (prima indiretto e poi diretto) della società fallita, esercitasse su di essa un’attività di direzione e coordinamento. Di conseguenza, i finanziamenti erogati dovevano essere subordinati al soddisfacimento degli altri creditori, ai sensi degli artt. 2467 e 2497-quinquies c.c.

La Decisione del Tribunale e l’Opposizione

La Società Gamma proponeva opposizione allo stato passivo, chiedendo che il proprio credito fosse ammesso come chirografario puro, senza postergazione. In subordine, sosteneva che una parte dei finanziamenti, effettuati tra il 9 aprile e il 31 dicembre 2020, dovesse essere esclusa dalla postergazione in virtù della sospensione temporanea introdotta dalla normativa emergenziale (art. 8 del D.L. n. 23/2020).

Il Tribunale rigettava l’opposizione, confermando l’impostazione del giudice delegato. In particolare, riteneva inammissibile la domanda relativa alla sospensione emergenziale, in quanto l’opponente non aveva fornito la prova, tramite atti con data certa, che i finanziamenti fossero stati effettivamente erogati nel periodo specificato. Gli estratti di conto corrente, con le relative “date valuta”, non venivano considerati idonei a conferire data certa alle operazioni.

L’Analisi della Corte sul tema postergazione finanziamenti soci

La Società Gamma ricorreva in Cassazione, sollevando tre motivi principali. Contestava l’inammissibilità della domanda sulla deroga emergenziale, la valutazione sulla mancanza di data certa e, soprattutto, l’errata applicazione delle norme sulla postergazione finanziamenti soci, sostenendo che non vi fosse stata una violazione dei principi di corretta gestione societaria.

L’Ampia Nozione di “Finanziamento”

La Corte ha innanzitutto ribadito che la nozione di “finanziamento dei soci” ai sensi dell’art. 2467 c.c. è estremamente ampia. Non si limita ai contratti di mutuo, ma include qualsiasi attribuzione patrimoniale che comporti un obbligo di restituzione, effettuata “in qualsiasi forma”. Questo comprende anche il pagamento diretto di debiti della società verso terzi, come avvenuto nel caso di specie. Tali operazioni, infatti, costituiscono un apporto economico che evita alla società un’uscita di cassa immediata, configurandosi a tutti gli effetti come un finanziamento.

La Prova della “Data Certa” e l’Applicazione delle Norme sulla postergazione finanziamenti soci

Il punto cruciale della decisione riguarda la prova necessaria per beneficiare della deroga temporanea alla postergazione. La Cassazione ha confermato che, nel giudizio di verifica del passivo, il creditore che invoca un’eccezione deve fornirne la prova con documentazione munita di data certa, opponibile al fallimento. Gli estratti conto bancari non sono sufficienti, poiché le “date valuta” indicano solo il momento a partire dal quale le somme sono disponibili, ma non provano con certezza il momento in cui l’operazione è stata effettivamente eseguita.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato i motivi di ricorso infondati, assorbendo il primo negli altri due. Ha chiarito che la postergazione prevista dall’art. 2497-quinquies c.c. per i finanziamenti effettuati da chi esercita direzione e coordinamento non richiede la prova di un “abuso” di tale attività. È sufficiente che l’attività di direzione e coordinamento sussista (circostanza presunta in caso di controllo societario) e che il finanziamento sia stato concesso in una situazione di squilibrio finanziario della società controllata. L’eventuale abuso rileva ai fini di un’azione di risarcimento danni (art. 2497 c.c.), ma non per l’applicazione della postergazione.

Il tribunale di merito aveva correttamente stabilito che l’onere di provare la collocazione temporale dei finanziamenti nel periodo di sospensione della norma (9/4/2020 – 31/12/2020) gravava sull’opponente. La mancanza di atti con data certa, opponibili al fallimento, ha reso impossibile superare la regola generale della postergazione. La statuizione del tribunale, secondo cui le date valuta bancarie non costituiscono data certa, è stata ritenuta giuridicamente corretta e in linea con la giurisprudenza consolidata.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida due principi fondamentali in materia di postergazione finanziamenti soci. In primo luogo, conferma l’interpretazione estensiva del concetto di “finanziamento”, che abbraccia ogni operazione che, di fatto, sostenga finanziariamente la società. In secondo luogo, sottolinea il rigore probatorio richiesto nel contesto fallimentare: per far valere diritti o eccezioni nei confronti della massa dei creditori, è indispensabile una documentazione con data certa. Questa decisione serve da monito per i soci e le capogruppo che finanziano società in difficoltà: la forma dell’operazione è irrilevante se la sostanza è quella di un finanziamento, e senza prove rigorose, il loro credito sarà soddisfatto solo dopo tutti gli altri.

Quali operazioni rientrano nella nozione di “finanziamento del socio” soggetto a postergazione?
Secondo la Corte, rientra qualsiasi atto che comporti un’attribuzione patrimoniale con obbligo di futura restituzione, effettuato “in qualsiasi forma”. Questo include non solo i versamenti diretti alla società, ma anche il pagamento di debiti della società nei confronti di terzi, poiché ciò si traduce in un volontario apporto economico utile per la società.

Per applicare la postergazione a un finanziamento erogato da una società che esercita direzione e coordinamento, è necessario dimostrare che ha abusato del suo potere?
No. La Corte ha chiarito che la postergazione ex art. 2497-quinquies c.c. presuppone soltanto che la società finanziatrice esercitasse un’attività di direzione e coordinamento sulla società finanziata. La prova dell’abuso di tale potere è richiesta solo per le azioni di risarcimento danni, non per la subordinazione del credito.

La “data valuta” su un estratto conto bancario è sufficiente per provare la data di un finanziamento in un procedimento fallimentare?
No. La Corte ha stabilito che le “date valuta” risultanti dagli estratti conto bancari non sono idonee a provare il tempo in cui le operazioni sono state realmente effettuate, né a conferire “data certa” ai documenti. Per essere opponibile al fallimento, la prova della data deve basarsi su atti con data certa secondo le norme di legge (es. registrazione, timbro postale, ecc.).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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