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Possesso esclusivo: varco in recinzione e usucapione

La Corte di Cassazione ha stabilito che la presenza di un’apertura in una recinzione non è un dettaglio trascurabile in una causa di usucapione. Se tale varco permette l’accesso al legittimo proprietario, può mancare il requisito del possesso esclusivo, necessario per l’acquisto del bene. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva concesso l’usucapione, rinviando il caso per una nuova valutazione che tenga conto di questo elemento cruciale.

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Possesso esclusivo: il varco nella recinzione può bloccare l’usucapione

L’acquisto di una proprietà per usucapione richiede la prova rigorosa di un possesso esclusivo e ininterrotto per oltre vent’anni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce che la presenza di un semplice varco o apertura nella recinzione di un terreno può essere un elemento decisivo per negare tale diritto. Se il legittimo proprietario ha mantenuto una possibilità di accesso al bene, viene meno il carattere di esclusività del possesso, requisito indispensabile per l’usucapione.

I Fatti del Caso

Una signora conveniva in giudizio il proprietario di un terreno adiacente alla sua abitazione, chiedendo al Tribunale di accertare l’avvenuta usucapione del bene. Sosteneva di averlo posseduto in modo pacifico, pubblico e ininterrotto per oltre vent’anni, avendolo recintato e utilizzato come accesso alla propria casa e al garage.

Il Tribunale, in assenza del convenuto, accoglieva la domanda. La Corte di Appello, dopo aver dichiarato nulla la prima sentenza per un vizio procedurale e aver rinnovato l’istruttoria, confermava la decisione, riconoscendo l’usucapione. Secondo i giudici di secondo grado, la recinzione e l’utilizzo prolungato del terreno integravano un possesso pubblico e non interrotto, escludendo che si trattasse di mera tolleranza da parte del proprietario.

Il proprietario originario decideva quindi di presentare ricorso in Cassazione, basandosi su un unico, ma cruciale, motivo: la Corte di Appello aveva erroneamente ritenuto irrilevante la presenza di un varco nella recinzione.

La questione del possesso esclusivo e il varco

L’elemento centrale del ricorso era la violazione degli articoli 1141 e 1158 del codice civile. Il ricorrente sosteneva che per ottenere l’usucapione, la parte attrice avrebbe dovuto dimostrare un possesso uti dominus, ovvero un possesso tale da escludere completamente il legittimo proprietario dalla relazione con il bene. La presenza di un’apertura nella recinzione, secondo la sua tesi, era un fatto idoneo a dimostrare che il proprietario non era mai stato completamente estromesso, conservando così la possibilità di esercitare il proprio diritto.

La Corte d’Appello, al contrario, aveva considerato la presenza del varco come ininfluente, affermando che “l’ingresso all’interno del fondo munito di una recinzione visibile resterebbe privo di efficacia interruttiva“. In pratica, aveva trattato la questione come se il possesso esclusivo fosse già provato, valutando il varco solo come potenziale causa di interruzione, e non come elemento che poteva negare l’esistenza stessa del possesso qualificante per l’usucapione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Appello in diversa composizione. La decisione si fonda su un principio cardine in materia di usucapione: la prova del possesso deve essere particolarmente rigorosa.

Le motivazioni

I giudici di legittimità hanno chiarito che il ragionamento della Corte di Appello era errato. In una causa petitoria come quella di usucapione, chi agisce ha l’onere di provare di aver posseduto il bene ininterrottamente uti dominus, escludendo il legittimo proprietario.

La presenza di un varco nella recinzione non è un elemento secondario, ma un “fatto idoneo ad assumere rilevanza decisiva”. Se attraverso quel varco il legittimo proprietario ha continuato ad avere una relazione con la res (la cosa), allora il possesso della controparte non può definirsi esclusivo. L’indagine che la Corte veneziana avrebbe dovuto condurre era verificare l’esistenza e l’utilizzo di tale varco da parte del proprietario, poiché ciò avrebbe potuto escludere in radice la sussistenza del possesso uti dominus in capo alla richiedente.

La Cassazione ha ribadito che, in tema di usucapione, il giudice deve impiegare un “particolare rigore nell’apprezzamento” dei presupposti, poiché si tratta di un acquisto a titolo originario che prevale sul titolo di proprietà preesistente. L’onere della prova deve essere assolto secondo la regola della “preponderanza dell’evidenza” o del “più probabile che non”. Di conseguenza, il giudice del rinvio dovrà procedere a un nuovo e più approfondito esame dei fatti, considerando la presenza del varco non solo ai fini di una possibile interruzione, ma innanzitutto per verificare se si sia mai configurato un possesso utile ad usucapire.

Le conclusioni

Questa ordinanza riafferma l’importanza del requisito del possesso esclusivo per l’usucapione. Non è sufficiente recintare un terreno e utilizzarlo per decenni; è necessario dimostrare di averlo fatto escludendo chiunque altro, e in primo luogo il proprietario legittimo. Un’apertura, un cancello non chiuso o qualsiasi altro elemento che consenta l’accesso al titolare del diritto può diventare un ostacolo insormontabile per chi vuole usucapire un bene. La decisione sottolinea come l’onere della prova in queste cause sia particolarmente gravoso e richieda un’analisi attenta di tutte le circostanze di fatto, senza dare per scontato alcun elemento costitutivo della domanda.

Perché un’apertura in una recinzione è così importante in una causa di usucapione?
Perché può negare il requisito del possesso esclusivo. Se il legittimo proprietario può accedere al terreno attraverso tale apertura, significa che il possessore non lo ha escluso completamente dal godimento del bene, e quindi il possesso non è ‘uti dominus’, cioè esercitato come se fosse l’unico proprietario.

Qual è l’errore commesso dalla Corte di Appello nel suo giudizio?
La Corte di Appello ha erroneamente considerato la presenza del varco come un fatto ininfluente, valutandolo solo come possibile causa di interruzione di un possesso che dava già per esistente. Avrebbe invece dovuto considerarlo come prova che il possesso esclusivo, requisito fondamentale per l’usucapione, potrebbe non essere mai sorto.

Qual è lo standard di prova richiesto per dimostrare l’usucapione?
La Corte di Cassazione ribadisce che il giudice nazionale deve applicare un ‘particolare rigore’ nella valutazione delle prove. L’onere probatorio a carico di chi invoca l’usucapione deve essere apprezzato secondo la regola della ‘preponderanza dell’evidenza’ o del ‘più probabile che non’, data la prevalenza di questo modo di acquisto sul titolo di proprietà preesistente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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