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Polizze linked: la Cassazione conferma la nullità

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una compagnia assicurativa, confermando la nullità di una polizza linked. La Corte ha ribadito che, se il rischio finanziario grava interamente sul cliente senza garanzia del capitale, il contratto si qualifica come prodotto finanziario e deve rispettare le norme del Testo Unico della Finanza (TUF), pena la nullità.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Bancario, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Polizze Linked: Quando un’Assicurazione Diventa un Investimento a Rischio

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi sulla natura giuridica delle polizze linked, confermando un orientamento consolidato che tutela i risparmiatori. La questione centrale è stabilire se questi prodotti debbano essere considerati contratti assicurativi tradizionali o veri e propri investimenti finanziari. La risposta a questa domanda determina l’applicazione di un corpus normativo completamente diverso, con importanti conseguenze sulla validità del contratto e sui diritti del cliente. La decisione in esame ribadisce che, quando il rischio finanziario è trasferito interamente sul cliente, la polizza perde la sua natura assicurativa e deve sottostare alle stringenti regole del Testo Unico della Finanza (TUF).

I Fatti del Caso: La Sottoscrizione della Polizza Controversa

Due risparmiatori avevano citato in giudizio una compagnia di assicurazioni e l’istituto di credito che aveva collocato il prodotto, chiedendo di dichiarare la nullità di una polizza Index Linked sottoscritta nel 2007. Secondo i clienti, il contratto aveva una natura prevalentemente finanziaria e, di conseguenza, avrebbe dovuto rispettare gli obblighi informativi e formali previsti dal TUF, cosa che non era avvenuta. In particolare, lamentavano la mancata informazione sui rischi e sull’inadeguatezza del prodotto rispetto al loro profilo.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto la domanda, dichiarando nullo il contratto e condannando la compagnia alla restituzione delle somme versate. La decisione era stata poi confermata dalla Corte d’Appello, spingendo la società assicurativa a ricorrere in Cassazione.

La Natura Ibrida delle Polizze Linked: Assicurazione o Finanza?

Il cuore del contendere, in tutti i gradi di giudizio, è stata la qualificazione giuridica del contratto. Le polizze linked sono prodotti complessi che combinano una componente assicurativa (legata a un evento della vita dell’assicurato, come la morte o la sopravvivenza) con una componente finanziaria (il capitale e il rendimento sono legati all’andamento di indici di borsa, fondi o altri strumenti finanziari).

La giurisprudenza ha da tempo chiarito che per distinguere tra un contratto assicurativo e un investimento finanziario è necessario analizzare la ripartizione del rischio. In un contratto di assicurazione sulla vita tradizionale, il rischio demografico è a carico della compagnia, che garantisce una prestazione predeterminata. Nelle polizze linked, invece, il rischio dell’investimento (il cosiddetto rischio di performance) viene spesso trasferito interamente sull’assicurato, che può subire la perdita totale o parziale del capitale investito.

L’Applicazione del Testo Unico della Finanza alle Polizze Linked

Quando la componente finanziaria è preponderante e non vi è alcuna garanzia di restituzione del capitale o di rendimento minimo, il contratto viene attratto nell’orbita del diritto finanziario. Ciò comporta l’applicazione del Testo Unico della Finanza (D.Lgs. 58/1998) e dei relativi regolamenti Consob. Queste normative impongono agli intermediari obblighi stringenti, tra cui:

* La stipula di un contratto-quadro scritto.
* Una dettagliata informativa precontrattuale sui rischi, i costi e le caratteristiche del prodotto.
* La valutazione dell’adeguatezza e dell’appropriatezza dell’operazione rispetto al profilo del cliente.

La violazione di tali obblighi, in particolare la mancata stipula del contratto-quadro, è sanzionata con la nullità del contratto di investimento.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso della compagnia assicurativa, confermando integralmente le sentenze dei giudici di merito. I giudici hanno riaffermato i principi consolidati in materia, chiarendo in modo definitivo la questione.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’elemento dirimente per la qualificazione del contratto è la mancanza di garanzia sulla conservazione del capitale alla scadenza e la possibilità di una perdita rilevante del premio investito. Questi elementi sono indici inequivocabili della natura finanziaria dell’operazione, poiché spostano il rischio dall’assicuratore all’investitore-assicurato. Di conseguenza, il contratto doveva essere assoggettato alla disciplina del TUF, applicabile anche ai contratti stipulati prima delle riforme del 2005-2006 che hanno esplicitamente incluso tali prodotti nel novero degli strumenti finanziari. La mancata stipula di un contratto-quadro scritto tra l’intermediario e il cliente, come richiesto dal TUF, ha quindi determinato la nullità dell’operazione.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un’importante conferma della tutela accordata ai risparmiatori che sottoscrivono prodotti finanziari-assicurativi complessi. Stabilisce con chiarezza che la forma non può prevalere sulla sostanza: anche se un prodotto è commercializzato come ‘polizza vita’, se di fatto trasferisce tutto il rischio finanziario sul cliente, deve essere trattato come un investimento e rispettare le rigorose norme a protezione dell’investitore. Per i risparmiatori, ciò significa avere il diritto a un’informazione completa e trasparente e alla tutela offerta dal TUF, con la possibilità di ottenere la dichiarazione di nullità del contratto e la restituzione del capitale in caso di violazioni.

Quando una polizza vita “linked” viene considerata un prodotto finanziario e non un’assicurazione?
Una polizza “linked” viene considerata un prodotto finanziario quando la sua componente di investimento è preponderante rispetto a quella assicurativa. L’elemento decisivo, secondo la Corte, è il trasferimento del rischio finanziario sull’assicurato, caratterizzato dalla mancanza di garanzia della conservazione del capitale alla scadenza e dall’assenza di un rendimento minimo, potendo il cliente perdere l’intero premio versato.

Quali sono le conseguenze se una polizza linked, qualificata come prodotto finanziario, viene venduta senza rispettare le norme del Testo Unico della Finanza (TUF)?
Se una polizza linked è qualificata come prodotto finanziario, la sua vendita deve rispettare gli obblighi previsti dal TUF, tra cui la stipula di un contratto-quadro scritto tra l’intermediario e il cliente. La violazione di questi obblighi, come la mancata sottoscrizione del contratto-quadro, comporta la nullità del contratto di investimento, con il conseguente diritto del cliente a ottenere la restituzione delle somme versate.

La mancanza di una garanzia di restituzione del capitale in una polizza linked è un elemento decisivo per la sua qualificazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha ribadito che la mancanza della garanzia della conservazione del capitale e la rilevante perdita potenziale del premio investito sono “indici sintomatici significativi ed univoci” della natura finanziaria dell’operazione. Questi elementi marcano la differenza rispetto a un contratto di assicurazione tipico, in cui il rischio è trasferito dall’assicurato all’assicuratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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