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Polizza auto e alluvione: quando la clausola esclude

Una recente ordinanza della Cassazione affronta il caso di un’auto danneggiata da un allagamento a seguito di una tempesta. Nonostante la polizza auto coprisse le tempeste, una clausola specifica escludeva i sinistri avvenuti in occasione di alluvioni e inondazioni. La Corte ha dato ragione alla compagnia assicurativa, stabilendo che la clausola di esclusione definisce l’oggetto del contratto e non è vessatoria, distinguendo nettamente tra l’evento scatenante (sinistro) e il danno conseguente.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Polizza Auto e Danni da Alluvione: La Cassazione Chiarisce i Limiti della Copertura

Quando si stipula una polizza auto che copre eventi atmosferici come le tempeste, è naturale pensare di essere protetti da ogni conseguenza, inclusi gli allagamenti. Tuttavia, una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda l’importanza di leggere attentamente ogni clausola del contratto. Il caso analizzato riguarda un veicolo gravemente danneggiato dall’allagamento di un garage causato da una violenta tempesta. Nonostante la polizza includesse la copertura per le “tempeste”, un’altra clausola escludeva esplicitamente i “sinistri avvenuti in occasione di (…) alluvioni, inondazioni”. La Suprema Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, negando l’indennizzo all’assicurata.

I Fatti del Caso

Una proprietaria di un’automobile aveva parcheggiato il suo veicolo in un garage seminterrato. Durante la notte, una violenta tempesta ha colpito la zona, causando il completo allagamento del locale con acqua e fango e danneggiando gravemente l’auto. La polizza auto stipulata prevedeva una garanzia accessoria (art. 25 bis) per i danni materiali e diretti subiti dal veicolo in occasione di “trombe d’aria, uragani, bufere e tempeste compresa la grandine”.

La compagnia assicurativa, tuttavia, ha respinto la richiesta di indennizzo invocando un’altra clausola del contratto (art. 26), che escludeva dalla copertura “i sinistri avvenuti in occasione di (…) trombe d’aria, uragani, alluvioni, inondazioni”. La questione giuridica si è quindi concentrata sull’interpretazione e la prevalenza di queste due disposizioni apparentemente contraddittorie.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’assicurata, confermando le sentenze dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno stabilito che l’eccezione sollevata dalla compagnia assicurativa era fondata, ritenendo che la clausola di esclusione (art. 26) fosse pienamente operativa.

La Corte ha respinto tutti i motivi di ricorso, tra cui la presunta violazione del giudicato esterno, l’omessa motivazione e, soprattutto, l’errata interpretazione delle clausole contrattuali e la loro presunta natura vessatoria.

La corretta interpretazione della polizza auto

Il fulcro della decisione risiede nella distinzione tra la nozione di “sinistro” e quella di “danno”. La Corte ha chiarito che il “sinistro” è l’evento assicurato che causa il danno (la tempesta), mentre il “danno” è la conseguenza materiale di tale evento (l’allagamento). La clausola di esclusione si riferiva ai sinistri avvenuti “in occasione di” allagamenti. Poiché il danno all’auto si è verificato a causa dell’allagamento, la Corte ha ritenuto che l’esclusione fosse applicabile.

Le clausole di esclusione non sono vessatorie

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte riguarda la natura della clausola di esclusione. L’assicurata sosteneva che tale clausola fosse vessatoria ai sensi dell’art. 1341 c.c. e del Codice del Consumo, in quanto limitativa della responsabilità dell’assicuratore. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: le clausole che definiscono l’oggetto del contratto e delimitano il rischio assicurato non sono considerate clausole limitative della responsabilità. Esse servono a specificare cosa è coperto e cosa non lo è, e pertanto non richiedono una specifica approvazione per iscritto. Di conseguenza, la clausola non è stata ritenuta vessatoria.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che l’interpretazione del contratto è un’attività riservata al giudice di merito. In sede di legittimità, la Corte può censurare tale interpretazione solo se viola i canoni legali di ermeneutica contrattuale o si basa su una motivazione palesemente illogica, cosa che nel caso di specie non è avvenuta. I giudici di merito avevano correttamente distinto tra “sinistro” (l’evento atmosferico garantito in astratto) e “danno” (la conseguenza materiale, ovvero l’allagamento, che era escluso). La Corte ha evidenziato che l’art. 26, escludendo i sinistri avvenuti in occasione di allagamenti, ha di fatto delimitato il perimetro del rischio coperto dall’art. 25 bis. Non si tratta di una contraddizione che porta le clausole ad elidersi a vicenda, ma di una specificazione dei limiti della garanzia. La Corte ha inoltre respinto l’argomentazione secondo cui l’interpretazione fosse ambigua e dovesse essere risolta a favore del consumatore (contra stipulatorem), ritenendo chiara la volontà delle parti come espressa nel contratto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici per tutti gli assicurati. In primo luogo, evidenzia l’assoluta necessità di leggere con la massima attenzione tutte le clausole del contratto di assicurazione, prestando particolare riguardo alle sezioni relative alle esclusioni e alle delimitazioni del rischio. In secondo luogo, chiarisce che la copertura per un determinato evento atmosferico non implica automaticamente la copertura per tutte le sue possibili conseguenze. Infine, ribadisce che le clausole che definiscono l’oggetto della copertura non sono, di per sé, vessatorie, ma rappresentano il nucleo fondamentale dell’accordo tra le parti. Per gli automobilisti, ciò significa verificare attentamente che la propria polizza auto includa esplicitamente la copertura per eventi come alluvioni e inondazioni, se si desidera essere protetti da questo tipo di danni.

Se una polizza auto copre le tempeste, copre automaticamente anche i danni da allagamento che ne derivano?
No. Come chiarito dalla Corte, la copertura per un evento (la tempesta) non implica automaticamente la copertura per tutte le sue conseguenze. Se una clausola specifica del contratto esclude i sinistri avvenuti in occasione di allagamenti o inondazioni, l’indennizzo per i danni da allagamento non è dovuto, anche se causato da una tempesta coperta dalla polizza.

Una clausola che esclude un rischio in una polizza auto è considerata ‘vessatoria’ e quindi nulla?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che le clausole che definiscono l’oggetto del contratto e delimitano il rischio assicurato (specificando cosa è coperto e cosa non lo è) non sono considerate clausole limitative della responsabilità e, pertanto, non sono vessatorie ai sensi dell’art. 1341 del codice civile. Esse sono parte integrante della definizione della garanzia.

Cosa distingue il ‘sinistro’ dal ‘danno’ in un contratto di assicurazione?
Il ‘sinistro’ è l’evento assicurato che costituisce la causa del danno (ad esempio, la tempesta). Il ‘danno’ è la conseguenza materiale e diretta prodotta dal sinistro (ad esempio, l’allagamento del garage e il conseguente danneggiamento del veicolo). La polizza può coprire il sinistro in generale, ma escludere specifici danni che ne derivano.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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