LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pirateria software: condanna e risarcimento del danno

Una società produttrice di software ha citato in giudizio un’azienda e il suo legale rappresentante per l’utilizzo di un programma CAD senza licenza. Il Tribunale di Milano ha accertato la violazione del diritto d’autore, basandosi anche su prove raccolte dalla Guardia di Finanza in un precedente procedimento penale. Ha condannato i convenuti in solido al risarcimento del danno patrimoniale, quantificato nel costo di mercato delle licenze, e del danno non patrimoniale, oltre alla rimozione del software illecito. La sentenza ha confermato la responsabilità personale dell’amministratore, sottolineando il suo dovere di vigilanza contro la pirateria software.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Pirateria Software: Responsabilità Aziendale e Risarcimento del Danno

La pirateria software rappresenta una grave violazione del diritto d’autore e un rischio significativo per le aziende. Una recente sentenza del Tribunale di Milano ha ribadito i principi fondamentali in materia, condannando una società e il suo amministratore al risarcimento dei danni per l’utilizzo di programmi senza licenza. Questo caso offre spunti cruciali sulla quantificazione del danno, sulla responsabilità degli amministratori e sul valore probatorio degli accertamenti penali in sede civile.

I Fatti di Causa

Una nota casa produttrice di software, titolare dei diritti su un programma di progettazione CAM/CAD, citava in giudizio un’azienda e il suo legale rappresentante. L’azione legale nasceva a seguito di accertamenti della Guardia di Finanza, che avevano rivelato la presenza di quattro copie del software installate sui computer aziendali, tutte prive della necessaria licenza d’uso.

Questi controlli avevano già dato origine a un procedimento penale, conclusosi con un decreto penale di condanna a carico dell’amministratore per la violazione dell’art. 171-bis della legge sul diritto d’autore. Forte di questi elementi, la società di software chiedeva al Tribunale civile la cancellazione dei programmi illeciti, un’inibitoria per il futuro, la pubblicazione della sentenza e il risarcimento di tutti i danni, patrimoniali e non.

La Decisione del Tribunale

Il Tribunale di Milano ha accolto in larga parte le domande della società attrice, dichiarando l’illegittimità della condotta dei convenuti. Ha condannato la società e il suo amministratore, in solido tra loro, a pagare:
1. € 48.556,00 a titolo di danno patrimoniale.
2. € 2.427,80 a titolo di danno non patrimoniale.

Inoltre, ha ordinato la rimozione immediata del software illegale dai sistemi informatici della convenuta, fissando una penale di € 100,00 per ogni giorno di ritardo nell’adempimento. Ha invece rigettato le richieste di inibitoria e di pubblicazione della sentenza, ritenendole sproporzionate dato che la società convenuta si trovava in stato di liquidazione.

Pirateria Software: come si calcola il danno?

Il Tribunale ha basato la quantificazione del danno patrimoniale sul cosiddetto criterio del “prezzo del consenso”. Questo significa che il danno è stato calcolato come l’importo che l’azienda avrebbe dovuto pagare per acquistare legalmente le licenze.

Significativamente, il calcolo è stato effettuato sul valore della versione “premium” del software, e non su quella “standard”. Questa decisione si fonda sulla testimonianza secondo cui la versione “craccata” (non autorizzata) del programma permetteva di accedere a tutte le funzionalità avanzate della versione superiore. Il danno complessivo è stato quindi determinato moltiplicando il costo di una licenza premium (€ 9.950,00 + IVA) per il numero di copie illecite trovate (quattro).

Le Motivazioni della Sentenza

Il Tribunale ha ritenuto provata la titolarità dei diritti d’autore in capo alla società attrice e, di conseguenza, la violazione commessa dai convenuti. Le prove decisive sono state gli accertamenti della Guardia di Finanza e l’esito del procedimento penale. Sebbene un decreto penale di condanna non costituisca prova legale nel giudizio civile, è stato considerato un indizio grave, preciso e concordante della commissione dell’illecito.

Un punto centrale della motivazione riguarda la responsabilità solidale dell’amministratore. Il giudice ha stabilito che l’amministratore non poteva non essere a conoscenza della pirateria software in atto, dato il suo ruolo apicale e le dimensioni ridotte dell’azienda. La sua condotta, quantomeno omissiva nel vigilare sulla legalità delle dotazioni informatiche, è stata considerata causa diretta dell’illecito, giustificando la sua responsabilità personale e solidale con la società ai sensi degli artt. 2395 e 2476 c.c.

Il danno non patrimoniale è stato riconosciuto poiché la duplicazione abusiva di software a scopo imprenditoriale costituisce reato. La sua quantificazione è stata stabilita in via equitativa, nella misura del 5% del danno patrimoniale.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce con forza che l’uso di software senza licenza è un illecito grave con conseguenze economiche rilevanti. Le aziende devono essere consapevoli che il “risparmio” derivante dalla pirateria software è solo apparente e può trasformarsi in un costo molto più elevato, comprensivo non solo del prezzo delle licenze, ma anche di danni ulteriori, sanzioni e spese legali.

Inoltre, la decisione sottolinea la responsabilità diretta degli amministratori, che hanno il dovere di implementare policy aziendali per garantire la conformità delle licenze software, pena il rischio di dover rispondere personalmente e con il proprio patrimonio dei danni causati alla società titolare dei diritti.

L’uso di software senza licenza in azienda che tipo di danno comporta?
Comporta un danno patrimoniale, calcolato sul prezzo di mercato delle licenze che si sarebbero dovute acquistare (il cosiddetto “prezzo del consenso”), e un danno non patrimoniale, poiché la violazione costituisce reato. A questi si aggiungono gli interessi, la rivalutazione monetaria e le spese legali.

L’amministratore della società è responsabile per la pirateria software?
Sì, l’amministratore risponde in solido con la società. Il Tribunale ha ritenuto che, per il suo ruolo di vertice, non potesse non essere a conoscenza dell’illecito, configurando una sua responsabilità personale per omessa vigilanza sulla legalità degli strumenti informatici aziendali.

Un decreto penale di condanna ha valore di prova nel processo civile?
No, non ha efficacia di prova legale vincolante. Tuttavia, come chiarito dalla Cassazione e applicato in questa sentenza, costituisce un fatto storico che il giudice civile può valutare come un indizio grave, preciso e concordante, specialmente se corroborato da altre prove come i verbali della Guardia di Finanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati