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Pignoramento pertinenza: i limiti del ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante un’opposizione agli atti esecutivi. I ricorrenti sostenevano che il pignoramento di un’autorimessa dovesse estendersi a un’area adiacente, quale pertinenza. La Corte ha stabilito che la valutazione sull’estensione del bene pignorato, basata sulla perizia catastale, costituisce una “quaestio facti” (questione di fatto) non sindacabile in sede di legittimità, ribadendo i confini tra giudizio di merito e ricorso in Cassazione.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Pignoramento Pertinenza: la Cassazione Chiarisce i Limiti del Ricorso

Il tema del pignoramento pertinenza è cruciale nelle esecuzioni immobiliari. Cosa succede quando un’area accessoria, come un cortile o un accesso, non viene esplicitamente menzionata nell’atto di pignoramento? È automaticamente inclusa? Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione fa luce sui limiti del ricorso per far valere tale inclusione, distinguendo nettamente tra valutazione dei fatti e violazione di legge.

I Fatti del Caso: un Garage e un’Area Contesa

La vicenda nasce dall’opposizione agli atti esecutivi presentata dalle società che si erano aggiudicate un’ampia autorimessa in una procedura esecutiva presso il Tribunale di Napoli. Le società sostenevano che il decreto di trasferimento fosse errato, in quanto non includeva una zona scoperta di circa 400 mq antistante l’autorimessa. Quest’area, a loro dire, fungeva da unico accesso al locale e doveva quindi essere considerata una pertinenza, oggetto del pignoramento ai sensi dell’art. 2912 c.c., anche se priva di una propria identificazione catastale specifica.

Il Tribunale di Napoli aveva rigettato l’opposizione, basando la propria decisione sulle risultanze della perizia di stima, secondo cui l’area rivendicata costituiva una “diversa particella catastale” e non era quindi compresa nel bene pignorato. Contro questa decisione, le società hanno proposto ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e il Pignoramento della Pertinenza

I ricorrenti hanno basato il loro appello su due motivi principali.

Violazione delle Norme sulle Pertinenze

Il primo motivo denunciava la violazione degli articoli 817, 818 e 2912 del codice civile. Secondo i ricorrenti, il Tribunale aveva errato nel non riconoscere la natura pertinenziale dell’area scoperta, che, in quanto tale, avrebbe dovuto seguire le sorti del bene principale (l’autorimessa) ed essere inclusa nel pignoramento e nel successivo trasferimento, a prescindere da una distinta menzione.

Omesso Esame di un Fatto Decisivo

Con il secondo motivo, si lamentava la nullità della sentenza per omesso esame di circostanze fattuali decisive, ai sensi dell’art. 360, n. 5, c.p.c. In particolare, i ricorrenti sostenevano che il giudice non avesse considerato documenti da loro prodotti, i quali avrebbero provato la corretta composizione del bene pignorato, includendo l’area contesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato entrambi i motivi, e di conseguenza l’intero ricorso, inammissibili, fornendo importanti chiarimenti sulla funzione del giudizio di legittimità.

La Distinzione tra Questione di Fatto e Questione di Diritto

In merito al primo motivo, la Corte ha sottolineato che i ricorrenti non stavano denunciando un errore nell’applicazione della legge (errore di sussunzione), ma stavano di fatto chiedendo alla Corte una nuova valutazione dei fatti (quaestio facti). Il Tribunale aveva concluso che l’area esterna non era inclusa nel pignoramento basandosi sulle risultanze della perizia tecnica, che la identificava come una particella catastale distinta. Contestare questa conclusione significa contestare l’accertamento dei fatti, un’attività che è preclusa alla Corte di Cassazione. Il ricorso in sede di legittimità non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio di merito.

L’Omesso Esame del Fatto Decisivo: una Nozione Rigorosa

Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile. La Corte ha ribadito la sua consolidata interpretazione del vizio di “omesso esame di un fatto decisivo”. Tale “fatto” deve essere inteso in senso storico-naturalistico, come un accadimento specifico e concreto, e non come una prova documentale, un’argomentazione difensiva o una qualsiasi risultanza istruttoria. Lamentare che il giudice non abbia considerato alcuni documenti non configura il vizio denunciato, ma si traduce, ancora una volta, in un tentativo di ottenere un riesame del merito della controversia.

Le Conclusioni

L’ordinanza conferma un principio fondamentale del nostro sistema processuale: la Corte di Cassazione è giudice della legge, non del fatto. La questione se un bene accessorio costituisca una pertinenza inclusa nel pignoramento dipende da un accertamento di fatto, basato sulle risultanze catastali e peritali, che è di competenza esclusiva del giudice di merito. Tentare di contestare tale accertamento in Cassazione, criticando la valutazione delle prove, porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Questa decisione serve da monito sull’importanza di definire con precisione l’oggetto del pignoramento fin dalle prime fasi della procedura esecutiva e sui limiti invalicabili del ricorso in sede di legittimità.

Un’area esterna, usata come unico accesso a un immobile pignorato, è automaticamente considerata una pertinenza inclusa nel pignoramento?
No, non automaticamente. Secondo la decisione in esame, se l’area esterna risulta essere una particella catastale diversa e la perizia tecnica la esclude, il giudice di merito può legittimamente ritenerla non compresa nel pignoramento. La contestazione di tale valutazione è una questione di fatto non riesaminabile in Cassazione.

È possibile contestare in Cassazione la perizia tecnica usata dal giudice nella procedura esecutiva?
No. Il ricorso per Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Pertanto, non si può chiedere alla Corte di rivalutare le prove, come la perizia di stima, o di ricostruire diversamente i fatti. Questo compito spetta esclusivamente al giudice del tribunale.

Cosa intende la Corte di Cassazione per “fatto decisivo” il cui omesso esame può viziare una sentenza?
Per “fatto decisivo” si intende un evento storico-naturalistico specifico e concreto, non una prova documentale, un’argomentazione difensiva o una risultanza probatoria. La Corte ha chiarito che lamentare la mancata considerazione di documenti non rientra in questa fattispecie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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