LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Pignoramento e sequestro: la regola del primo nel tempo

Una società creditrice ottiene un pignoramento su somme di un debitore. Successivamente, gli stessi fondi vengono sottoposti a sequestro preventivo penale. La giurisprudenza di merito, come riportato nell’ordinanza, affronta il conflitto tra pignoramento e sequestro, confermando la prevalenza del pignoramento se anteriore e in assenza di confisca definitiva, applicando il principio ‘primo nel tempo, più forte in diritto’.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Pignoramento e sequestro: chi vince la corsa per i beni del debitore?

Il conflitto tra le pretese di un creditore privato e le esigenze di giustizia penale è un tema di grande attualità. Un’ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare un caso emblematico di pignoramento e sequestro, in cui la tempestività dell’azione si rivela decisiva. La questione centrale è semplice: se un creditore pignora i beni di un debitore e, successivamente, gli stessi beni vengono sottoposti a sequestro preventivo in un procedimento penale, quale dei due vincoli prevale? La risposta, come vedremo, risiede in un antico principio del diritto: prior in tempore, potior in iure (primo nel tempo, più forte nel diritto).

I Fatti di Causa

Una società creditrice avviava una procedura di pignoramento presso terzi nei confronti di una sua debitrice, per recuperare un credito di circa 20.000 euro. Il terzo pignorato, un istituto di credito, inizialmente confermava la disponibilità di fondi. Tuttavia, la situazione si complicava quando, circa due mesi dopo, le stesse somme venivano colpite da un sequestro preventivo disposto in un procedimento penale. A seguito del sequestro, la banca revocava la sua precedente dichiarazione positiva.

Nonostante ciò, il giudice dell’esecuzione, rilevando che il sequestro non si era ancora trasformato in una confisca definitiva, applicava la regola della priorità temporale. Riconosceva quindi la prevalenza del pignoramento, in quanto perfezionato prima del sequestro, e assegnava al creditore una parte delle somme pignorate, pari a circa 5.000 euro.

L’Opposizione e il Conflitto tra pignoramento e sequestro

Contro questa decisione insorgeva la società pubblica incaricata della gestione dei beni sequestrati, sostenendo che le somme, una volta sequestrate, erano già confluite nel Fondo Unico Giustizia (FUG) e non potevano essere assegnate al creditore privato. L’opposizione veniva però rigettata dal Tribunale.

Il giudice di merito confermava la correttezza della decisione del giudice dell’esecuzione. La motivazione si basava su un punto cruciale: in assenza di una confisca definitiva e di normative specifiche, come quelle del codice antimafia, che stabiliscano una regola diversa, deve prevalere il principio generale dell’ordo temporalis. Il pignoramento, essendo stato trascritto prima del sequestro, manteneva la sua piena efficacia.

Le Motivazioni

La logica giuridica seguita dal Tribunale, e riportata nell’ordinanza di Cassazione, è lineare. Il pignoramento crea un vincolo di destinazione sulle somme a favore del creditore procedente. Questo vincolo, una volta sorto, non può essere pregiudicato da un atto successivo, quale un sequestro preventivo, che ha natura cautelare e non ancora ablativa. Il sequestro ‘congela’ i beni in attesa di una decisione penale definitiva, ma non ne trasferisce la proprietà allo Stato.

Solo con la confisca, che è l’atto finale con cui lo Stato acquisisce la proprietà dei beni, il diritto del creditore privato soccomberebbe. Fino a quel momento, però, la priorità acquisita dal creditore con il pignoramento deve essere rispettata. Di conseguenza, il Tribunale ha ritenuto legittima l’ordinanza di assegnazione delle somme, poiché il diritto del creditore era sorto in un momento in cui i beni erano ancora pienamente aggredibili in sede civile.

Le Conclusioni

La vicenda analizzata ribadisce un principio fondamentale a tutela dei creditori diligenti. Chi agisce per primo per la tutela dei propri diritti attraverso gli strumenti dell’esecuzione forzata, come il pignoramento, acquisisce una posizione di vantaggio che non può essere vanificata da eventi successivi e incerti come un sequestro penale. Questa regola offre certezza giuridica e protegge l’affidamento dei creditori nel sistema giudiziario civile, stabilendo che un diritto validamente costituito non può essere indebolito se non da un provvedimento definitivo di natura superiore, come la confisca.

In un conflitto tra pignoramento civile e sequestro preventivo penale, quale dei due prevale?
Secondo la decisione del tribunale di merito riportata nel provvedimento, prevale l’atto che è stato posto in essere per primo. Se il pignoramento è anteriore al sequestro e non è ancora intervenuta una confisca definitiva, il creditore pignorante ha diritto di essere soddisfatto.

Il sequestro preventivo di una somma blocca sempre il pagamento al creditore che l’aveva pignorata in precedenza?
No. In base alla ricostruzione del caso, finché il sequestro preventivo non si trasforma in una confisca definitiva, il pignoramento preesistente mantiene la sua efficacia in applicazione del principio della priorità temporale (ordo temporalis).

Perché il Tribunale ha dato ragione al creditore pignorante?
Il Tribunale ha ritenuto che, in assenza di una confisca definitiva e di specifiche norme di legge che dispongano diversamente (come quelle del codice antimafia), dovesse essere applicato il principio generale secondo cui l’atto giuridico perfezionato per primo prevale su quello successivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati