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Personalizzazione del danno: quando è lecita?

Un cittadino ha citato in giudizio un comune a seguito di una caduta su una scala bagnata nel cimitero locale. I tribunali di merito hanno riconosciuto il risarcimento, includendo una maggiorazione per la cosiddetta ‘personalizzazione del danno’. La Corte di Cassazione, tuttavia, ha annullato questa parte della decisione, chiarendo che un tale aumento richiede prove specifiche di conseguenze pregiudizievoli uniche e ulteriori rispetto a quelle ordinarie, prove che nel caso di specie mancavano. Di conseguenza, l’importo del risarcimento finale è stato ridotto.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Personalizzazione del Danno: Quando è Possibile Ottenere un Risarcimento Maggiore?

La liquidazione del danno alla persona è un tema centrale nel diritto civile. Spesso ci si chiede se il risarcimento possa andare oltre le tabelle standard. Un’ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la personalizzazione del danno. Analizziamo un caso pratico per capire quando un giudice può legittimamente aumentare l’importo del risarcimento e quali prove sono necessarie.

I Fatti di Causa

Un cittadino subiva una caduta su una scala di marmo all’interno del cimitero comunale. L’incidente, causato dalla mancanza di strisce antiscivolo e dalla superficie bagnata, gli provocava lesioni al polso. L’uomo decideva quindi di citare in giudizio il Comune per ottenere il risarcimento dei danni subiti.

Il Giudice di Pace, in prima istanza, riconosceva la responsabilità dell’ente, condannandolo a un risarcimento di oltre 4.000 euro. Tuttavia, attribuiva al danneggiato un concorso di colpa del 30%, ritenendo che avesse tenuto una condotta parzialmente imprudente. La decisione veniva confermata in appello dal Tribunale. Il Comune, non soddisfatto, proponeva ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza.

I Motivi del Ricorso e la Decisione della Corte

Il Comune basava il proprio ricorso su quattro motivi principali:

1. Vizio procedurale: L’ammissione di un testimone non indicato nell’atto di citazione iniziale.
2. Errata valutazione della condotta: Una presunta sottovalutazione della condotta imprudente del danneggiato, che avrebbe dovuto usare maggiore cautela sulla scala visibilmente bagnata.
3. Incompetenza per valore: Il superamento dei limiti di competenza del Giudice di Pace.
4. Errata liquidazione del danno: L’illegittima maggiorazione del risarcimento a titolo di personalizzazione del danno in assenza di prove specifiche.

La Corte di Cassazione ha rigettato i primi tre motivi, ritenendoli inammissibili o infondati. In particolare, ha chiarito che le questioni procedurali non sollevate tempestivamente non possono essere fatte valere in Cassazione e che la valutazione del concorso di colpa è una questione di fatto, non sindacabile in sede di legittimità.

L’Accoglimento del Motivo sulla Personalizzazione del Danno

Il punto focale della decisione riguarda il quarto motivo, che è stato accolto. La Corte ha ribadito un principio fondamentale in materia di risarcimento del danno non patrimoniale. La cosiddetta personalizzazione del danno non è un automatismo, ma una maggiorazione che il giudice può concedere solo in presenza di circostanze eccezionali.

Le motivazioni

Secondo la Suprema Corte, per ottenere un aumento del risarcimento standard (liquidato sulla base delle tabelle, come quelle del Tribunale di Milano), il danneggiato ha l’onere di allegare e provare conseguenze dannose del tutto anomale e peculiari, che vadano oltre gli effetti pregiudizievoli che normalmente derivano da un illecito simile. Non è sufficiente una generica sofferenza, ma occorre dimostrare che l’infortunio ha avuto un impatto straordinario e specifico sulla vita del singolo individuo, diverso e più grave rispetto a quello che chiunque altro avrebbe subito nelle stesse condizioni.

Nel caso in esame, né il danneggiato aveva fornito prove in tal senso, né la sentenza impugnata aveva motivato in modo analitico le ragioni di tale aumento. La motivazione dei giudici di merito si era limitata a richiami generici a precedenti giurisprudenziali, senza indicare quali fossero le conseguenze ulteriori e specifiche subite dal cittadino. Per questo motivo, la Corte ha cassato la sentenza su questo punto, eliminando la maggiorazione per la personalizzazione del danno, quantificata in circa 1.200 euro, e riducendo l’importo complessivo del risarcimento.

Le conclusioni

Questa pronuncia rafforza un orientamento consolidato: il risarcimento del danno non patrimoniale deve essere equo ma non può trasformarsi in un arricchimento ingiustificato. La personalizzazione del danno è uno strumento eccezionale, riservato a situazioni in cui le conseguenze dell’illecito sono oggettivamente e provatamente più gravi della norma. Chi intende richiederla deve essere pronto a fornire allegazioni precise e prove concrete di come l’evento lesivo abbia inciso in modo unico e devastante sulla propria esistenza, al di là del prevedibile e dell’ordinario.

Quando si può ottenere un aumento del risarcimento per “personalizzazione del danno”?
Solo quando il danneggiato allega e prova l’esistenza di conseguenze pregiudizievoli anomale, peculiari e diverse rispetto a quelle che usualmente derivano da un illecito simile. Non è sufficiente una motivazione generica da parte del giudice.

La vittima di un incidente ha sempre diritto al 100% del risarcimento?
No. Se viene accertato che la vittima ha contribuito a causare il danno con la propria condotta (c.d. concorso di colpa), il risarcimento viene ridotto in proporzione alla percentuale di colpa attribuita, come nel caso di specie dove è stata ridotta del 30%.

È possibile presentare un testimone in un momento successivo all’atto di citazione nel procedimento davanti al Giudice di Pace?
Sì, secondo la Corte il procedimento davanti al Giudice di Pace è meno rigido. L’indicazione di un testimone può avvenire anche in un’udienza successiva alla prima, purché non si siano già maturate le preclusioni istruttorie e la controparte non sollevi una tempestiva eccezione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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