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Personalizzazione del danno: il caso del musicista

Un musicista professionista, a seguito di un’infezione nosocomiale contratta in ospedale, subisce un danno biologico permanente del 5%. In appello, chiede un risarcimento maggiore per danno morale, esistenziale e patrimoniale. La Corte d’Appello riconosce la personalizzazione del danno biologico, aumentando il risarcimento del 20% in considerazione delle specifiche ripercussioni sulla sua attività professionale. Tuttavia, rigetta la domanda per danno morale e per danno patrimoniale per insufficienza di prove specifiche, sottolineando la necessità di dimostrare concretamente ogni singola voce di danno richiesta.

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Pubblicato il 8 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Personalizzazione del danno: quando il risarcimento aumenta?

La liquidazione del risarcimento per un danno alla persona non è una mera operazione matematica. La recente sentenza della Corte d’Appello di Bari analizza un caso emblematico, offrendo chiarimenti cruciali sulla personalizzazione del danno e sul rigore probatorio richiesto per ogni voce di pregiudizio, sia patrimoniale che non. Il caso riguarda un musicista professionista che, a seguito di un’infezione contratta in ospedale, ha visto compromessa la sua capacità lavorativa e la sua vita quotidiana.

I Fatti di Causa

Un musicista professionista si sottoponeva a un intervento chirurgico di microdiscectomia. A seguito del ricovero, contraeva un’infezione nosocomiale che gli causava una spondilodiscite, con conseguenti dolori cronici alla regione lombare. In primo grado, il Tribunale riconosceva la responsabilità della struttura sanitaria e liquidava un risarcimento per il danno biologico permanente, quantificato nella misura del 5%, pari a circa 16.581 euro.
Ritenendo la somma insufficiente, il musicista proponeva appello, lamentando il mancato riconoscimento del danno morale ed esistenziale e chiedendo il risarcimento di specifici danni patrimoniali, per una somma totale aggiuntiva di oltre 92.000 euro.

La Personalizzazione del Danno non Patrimoniale

Il cuore della decisione della Corte d’Appello risiede nella distinzione tra le diverse componenti del danno non patrimoniale. L’appellante lamentava di non poter più sollevare pesi e di aver dovuto modificare il proprio repertorio musicale, non potendo più sostenere performance di lunga durata. La Corte ha ricondotto queste doglianze non tanto al danno esistenziale, quanto alla cosiddetta personalizzazione del danno biologico.
I giudici hanno riconosciuto che le conseguenze della lesione, per un musicista affermato, sono state oggettivamente più gravose rispetto a quelle subite da un’altra persona con la stessa invalidità. L’impossibilità di suonare per tempi prolungati e la necessità di esibirsi in piedi rappresentano peculiarità meritevoli di un più ricco risarcimento. Per questo motivo, la Corte ha applicato un aumento del 20% sulla somma liquidata per il danno biologico, portando il totale a 6.231,79 euro.
Al contrario, la richiesta di un autonomo risarcimento per il danno morale è stata respinta. La Corte ha sottolineato che il ‘dolore’ inteso come sofferenza interiore deve essere provato in modo concreto, non potendo essere desunto automaticamente dalla presenza di dolore fisico, già ricompreso nel danno biologico. Le affermazioni sulla vergogna o sul timore di un peggioramento, sebbene suggestive, non sono state ritenute sufficientemente provate.

L’Onere della Prova per il Danno Patrimoniale

La Corte ha rigettato tutte le richieste di risarcimento per danno patrimoniale a causa di una carenza probatoria.
1. Mancato Guadagno: Il musicista chiedeva 5.680 euro per un mancato ingaggio come direttore artistico a Seul. Tuttavia, non ha prodotto un contratto, ma solo una locandina e una scrittura privata successiva di oltre un anno. Per la Corte, mancava la prova certa dell’opportunità lavorativa persa.
2. Spese di Riabilitazione: Le spese sostenute per un soggiorno riabilitativo in una nota clinica sono state negate perché frutto di una libera scelta del paziente, non supportata da alcuna prescrizione medica che ne attestasse la necessità e l’insostituibilità.
3. Spese per Palestra: Il rimborso per un abbonamento in palestra è stato respinto in assenza di prescrizione medica che indicasse una specifica attività riabilitativa e l’idoneità di quel centro.
4. Lucro Cessante e Perdita di Chance: L’appellante sosteneva di aver perso occasioni di lavoro, ma non ha fornito alcuna prova di concerti rifiutati o di un calo di incarichi. Le fatture prodotte, inoltre, erano intestate a un’associazione di cui era presidente e non a lui come persona fisica, rendendo i compensi non direttamente a lui riferibili.

Le Motivazioni

La decisione della Corte d’Appello si fonda su un principio cardine del diritto processuale: l’onere della prova (art. 2697 c.c.). Chi chiede un risarcimento deve dimostrare non solo l’esistenza del danno, ma anche la sua precisa entità e il suo collegamento causale con l’illecito. La Corte ha valorizzato la personalizzazione del danno quando le prove documentali e le allegazioni specifiche hanno dimostrato un impatto peggiorativo unico sulla vita del danneggiato (in questo caso, sulla sua professione di musicista). Al contrario, ha respinto tutte le pretese basate su presunzioni, allegazioni generiche o prove insufficienti. Il danno morale, il lucro cessante e le spese mediche non prescritte non possono essere risarciti se non sono supportati da elementi concreti e inequivocabili.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, conferma che il risarcimento del danno biologico può essere aumentato attraverso la personalizzazione del danno se si dimostra che la lesione ha inciso in modo particolarmente negativo sulle specifiche abitudini di vita o sull’attività lavorativa del danneggiato. In secondo luogo, ribadisce che ogni singola voce di danno, sia esso morale o patrimoniale, deve essere rigorosamente provata. Non è sufficiente ‘lamentare’ un pregiudizio, ma è necessario fornire al giudice tutti gli elementi (contratti, prescrizioni mediche, testimonianze) per dimostrarne l’effettiva esistenza e quantificazione.

Quando è possibile ottenere un aumento del risarcimento per ‘personalizzazione del danno’?
È possibile quando si dimostra, con prove concrete, che la lesione subita ha avuto conseguenze negative specifiche e particolarmente gravose sulla vita quotidiana o professionale della persona danneggiata, andando oltre le conseguenze ordinarie previste dalle tabelle standard di liquidazione.

Perché la richiesta di risarcimento per danno morale è stata respinta?
La richiesta è stata respinta perché l’appellante non ha fornito prove specifiche della sofferenza interiore patita. Secondo la Corte, il dolore fisico è già compreso nel danno biologico, mentre il danno morale come turbamento emotivo deve essere allegato e provato con elementi concreti, non potendo essere semplicemente presunto.

Quale tipo di prova è necessaria per ottenere il risarcimento del lucro cessante (mancato guadagno)?
Per ottenere il risarcimento del lucro cessante, è necessario fornire prove rigorose e concrete delle opportunità di guadagno perse, come ad esempio contratti di lavoro non onorati, accordi scritti o altra documentazione che dimostri in modo certo l’esistenza dell’incarico e del relativo compenso che non è stato percepito a causa del danno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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