LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Personalizzazione danno biologico: la sentenza di Firenze

Una donna di 32 anni, investita su strisce pedonali, ottiene un risarcimento che va oltre le tabelle standard. Il Tribunale di Firenze ha applicato la personalizzazione del danno biologico, riconoscendo l’impatto specifico dell’incidente sulla vita relazionale, lavorativa ed estetica della vittima. La sentenza distingue tra danno biologico base, danno morale e le conseguenze ‘peculiari’ che giustificano un aumento del risarcimento, come il danno estetico e la maggiore fatica nello svolgere il lavoro (cenestesi lavorativa).

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Personalizzazione del Danno Biologico: Oltre le Tabelle

La personalizzazione del danno biologico rappresenta un principio fondamentale nel diritto del risarcimento, assicurando che la vittima riceva una compensazione equa che vada oltre i freddi numeri delle tabelle medico-legali. Una recente sentenza del Tribunale di Firenze offre un chiaro esempio di come questo principio venga applicato, riconoscendo le conseguenze uniche e specifiche che un grave sinistro ha avuto sulla vita di una giovane donna.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una donna di 32 anni che, nel novembre 2019, mentre attraversava sulle strisce pedonali con la sua bambina, veniva investita da un’automobile. L’incidente, la cui responsabilità è stata attribuita esclusivamente al conducente del veicolo, ha causato alla donna gravi lesioni. In particolare, ha riportato una frattura pluriframmentata del piatto tibiale sinistro, che ha richiesto un intervento chirurgico d’urgenza con applicazione di un fissatore esterno, seguito da un secondo intervento per l’osteosintesi definitiva con placche e viti.

Il percorso post-operatorio è stato lungo e complesso, caratterizzato da un periodo di immobilità con tutore, una prognosi di 45 giorni e successivi cicli di fisioterapia fino al giugno 2020.

L’Analisi della Consulenza Tecnica

Il Consulente Tecnico d’Ufficio (CTU) ha accertato un periodo di inabilità temporanea totale e parziale per complessivi 210 giorni. Ha inoltre quantificato il danno biologico permanente nella misura del 13%. Tuttavia, l’analisi del CTU non si è fermata qui. Ha evidenziato postumi significativi: dolore al ginocchio durante la deambulazione, un importante deficit funzionale, una lassità legamentosa e, non da ultimo, la presenza di estese cicatrici chirurgiche. Questi elementi, nel loro insieme, hanno determinato una riduzione della capacità lavorativa specifica della donna (badante) quantificata anch’essa al 13%.

La Decisione del Giudice e la Personalizzazione del Danno Biologico

Il Tribunale di Firenze, pur partendo dalla valutazione del CTU, ha adottato un approccio più approfondito per garantire un risarcimento completo. Il giudice ha riconosciuto che le conseguenze del sinistro non potevano essere liquidate basandosi unicamente sulla percentuale del 13%. La decisione si articola su diversi punti chiave:

1. Danno da Perdita di Capacità Lavorativa Generica: Il Tribunale ha ritenuto che la stima del 13% di perdita di capacità lavorativa specifica, pur non traducendosi automaticamente in un danno patrimoniale futuro (per cui sarebbe servita la prova di una riduzione di reddito), costituisce un elemento fondamentale per la personalizzazione del danno biologico. La maggiore fatica e difficoltà nello svolgere le proprie mansioni (la cosiddetta ‘cenestesi lavorativa’) è stata considerata una compromissione dell’essenza della persona che merita un risarcimento nell’ambito del danno alla salute.

2. Danno Morale e Danno Estetico: Il giudice ha sottolineato come le sofferenze della vittima non si siano limitate al momento dell’incidente e degli interventi. La presenza di vistose cicatrici (fino a 17 cm) su una giovane donna rappresenta una fonte di sofferenza interiore continua (danno morale) e altera i rapporti interpersonali (danno dinamico-relazionale). Questo ‘danno estetico’ non è una voce autonoma, ma una componente che, per la sua gravità, giustifica una personalizzazione del danno biologico in aumento rispetto ai valori tabellari standard.

3. Danno Patrimoniale: Il Tribunale ha liquidato il danno patrimoniale per il mancato guadagno durante tutto il periodo di malattia (confermato dalle buste paga a ‘zero’), oltre al rimborso delle spese mediche e legali stragiudiziali sostenute.

Le Motivazioni

La motivazione della sentenza si fonda su consolidati principi della Corte di Cassazione. Il giudice ha chiarito che il risarcimento deve distinguere due fasi: la prima, che liquida le conseguenze ‘ordinarie’ di una lesione secondo criteri standard; la seconda, che deve considerare le conseguenze ‘peculiari’, cioè quelle che non sono immancabili ma che si sono verificate nello specifico caso.

Nel caso in esame, elementi come il danno estetico su una persona giovane, le limitazioni in attività come passeggiare o andare in bicicletta, e la particolare penosità nello svolgere il proprio lavoro di cura, sono state ritenute conseguenze peculiari. Queste giustificano un incremento del valore del punto di invalidità, portando a un risarcimento ‘massimamente personalizzato’ che riflette il reale pregiudizio subito dalla vittima.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio cruciale: ogni vittima di un illecito è un individuo unico, e il risarcimento deve riflettere questa unicità. La personalizzazione del danno biologico non è un automatismo, ma il risultato di un’attenta analisi delle prove che dimostrano come la lesione abbia inciso in modo straordinario sulla vita quotidiana, relazionale e lavorativa della persona. Per ottenere un giusto risarcimento, è essenziale allegare e provare non solo la lesione in sé, ma tutte le sue specifiche e personali ripercussioni.

Un risarcimento per danno alla persona può superare i valori delle tabelle medico-legali standard?
Sì, il risarcimento può superare i valori standard attraverso la ‘personalizzazione del danno’. Il giudice può aumentare l’importo liquidato quando la vittima dimostra che la lesione ha comportato conseguenze specifiche e particolarmente gravi sulla sua vita quotidiana, relazionale o lavorativa, che vanno oltre ciò che accadrebbe normalmente a chiunque subisca la stessa lesione.

Cosa si intende per danno da ‘cenestesi lavorativa’ e come viene risarcito?
Per ‘cenestesi lavorativa’ si intende la maggiore usura, fatica e difficoltà che una persona incontra nello svolgimento della propria attività lavorativa a causa delle lesioni subite. Secondo la sentenza, questo tipo di danno non viene risarcito come perdita di reddito futura (danno patrimoniale), ma contribuisce alla personalizzazione del danno biologico, in quanto rappresenta una compromissione della salute e del benessere della persona.

Il danno estetico causato da cicatrici viene risarcito come una voce di danno a parte?
No, il danno estetico non è una voce di danno autonoma, ma costituisce una componente del danno biologico. Tuttavia, come stabilito nella sentenza, quando le cicatrici sono particolarmente vistose e deturpanti, specialmente su una persona giovane, il loro impatto sulla vita interiore (sofferenza) e relazionale giustifica una significativa personalizzazione in aumento del risarcimento per danno biologico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati