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Perizia grafologica su fotocopia: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 2777/2025, ha stabilito che una perizia grafologica su fotocopia non è scientificamente attendibile per verificare l’autenticità di una sottoscrizione disconosciuta. In un caso tra fratelli per un riconoscimento di debito, l’originale della scrittura privata era stato smarrito. La Suprema Corte ha cassato la decisione d’appello che aveva equiparato il valore probatorio della perizia sulla copia a quella sull’originale, affermando che, in assenza dell’originale, la prova dell’autenticità deve essere fornita con altri mezzi, e la perizia sulla copia può valere al massimo come mero indizio.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Perizia Grafologica su Fotocopia: Non è Prova Certa secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha recentemente ribadito un principio fondamentale in materia processuale: una perizia grafologica su fotocopia non possiede l’attendibilità scientifica necessaria per accertare con certezza l’autenticità di una firma disconosciuta. Questa ordinanza chiarisce il valore probatorio delle copie in giudizio, specialmente quando il documento originale è irreperibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da una controversia familiare. Un uomo otteneva un decreto ingiuntivo nei confronti del proprio fratello per una somma di oltre 14.000 euro, sulla base di una scrittura privata contenente un riconoscimento di debito. Il fratello, tuttavia, si opponeva al decreto, disconoscendo la propria firma apposta sul documento. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello rigettavano l’opposizione.

Il punto cruciale della questione emergeva quando, a causa dello smarrimento del fascicolo d’ufficio, l’originale della scrittura privata andava perso. Il procedimento proseguiva quindi sulla base di una copia fotostatica. La Corte d’Appello riteneva ammissibile ed efficace una consulenza tecnica grafologica eseguita su tale copia, equiparandone il valore a un’analisi svolta sull’originale. Contro questa decisione, il fratello soccombente proponeva ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: i limiti della perizia grafologica su fotocopia

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza d’appello. Gli Ermellini hanno affermato un principio consolidato: il giudizio di verificazione di una sottoscrizione deve necessariamente svolgersi sull’originale del documento. Questo perché solo l’analisi del documento originale consente di esaminare elementi cruciali come la pressione della penna sul foglio, la continuità del tratto e altre caratteristiche fisiche del segno grafico, che sono indispensabili per un’analisi grafologica attendibile.

Una copia fotostatica, per sua natura, non può riprodurre questi elementi tridimensionali e dinamici della scrittura. Di conseguenza, una perizia grafologica su fotocopia non può essere considerata scientificamente affidabile per provare in modo incontrovertibile la paternità di una firma.

Cosa succede se l’originale è smarrito?

La Corte ha chiarito che l’indisponibilità dell’originale, anche se non imputabile alla parte che intende avvalersene, non permette di derogare a questo principio. La parte che ha prodotto il documento e vuole dimostrarne l’autenticità non può semplicemente sostituire l’analisi sull’originale con una sulla copia. Dovrà, invece, fornire la prova dell’autenticità della firma con altri mezzi ammissibili, come testimonianze, documenti di comparazione o altre prove indiziarie.

Le Motivazioni

La Cassazione ha spiegato che l’assunto della Corte d’Appello, secondo cui la copia fotostatica prodotta per la ricostruzione del fascicolo avrebbe lo ‘stesso valore’ dell’originale a ogni effetto, è errato. Tale equivalenza vale per il contenuto rappresentativo del documento, ma non per le sue caratteristiche fisiche e strutturali, che sono l’oggetto specifico dell’indagine grafologica.

L’ordinanza precisa che, in casi eccezionali e in presenza di altri elementi di prova, il giudice può disporre una consulenza tecnica sulla copia. Tuttavia, tale analisi avrà un oggetto limitato e le sue risultanze non potranno mai costituire, da sole, la piena prova richiesta per la verificazione. Potranno essere valutate solo come un elemento indiziario, da considerare unitamente a tutte le altre prove disponibili nel processo.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha stabilito i seguenti principi:
1. La verificazione dell’autenticità di una firma disconosciuta richiede una perizia grafologica sull’originale del documento.
2. Se l’originale non è disponibile, la prova della sua autenticità deve essere fornita con altri mezzi ordinari (testimoni, prove documentali, etc.).
3. Una perizia grafologica su fotocopia non è scientificamente attendibile e non può, da sola, provare l’autenticità della firma. Il suo esito può essere valutato dal giudice solo come un mero indizio, insieme ad altri elementi probatori.

La sentenza è stata quindi annullata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questi principi, valutando il complesso degli elementi istruttori per decidere se sia stata raggiunta o meno la prova della paternità della sottoscrizione, senza però basare la sua decisione esclusivamente sulla consulenza svolta sulla copia.

È possibile effettuare una perizia grafologica su una fotocopia per verificare l’autenticità di una firma?
No, secondo la Cassazione una perizia grafologica per essere pienamente attendibile e scientificamente valida deve essere eseguita sull’originale del documento. L’analisi su una copia fotostatica non consente di rilevare elementi fondamentali come la pressione e le caratteristiche fisiche del tratto.

Cosa succede se il documento originale con la firma contestata viene smarrito?
Se l’originale non è disponibile per cause non imputabili alla parte, questa non può semplicemente sostituirlo con una copia per la perizia. Deve invece provare l’autenticità della sottoscrizione utilizzando altri mezzi di prova ammessi dalla legge, come testimonianze o altri documenti.

Che valore probatorio ha una consulenza tecnica effettuata su una copia fotostatica di un documento?
Una consulenza grafologica su una copia fotostatica non può fornire da sola la piena prova dell’autenticità di una firma. Le sue risultanze possono essere valutate dal giudice solo come un elemento indiziario, da considerare insieme a tutte le altre prove raccolte nel corso del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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