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Perizia grafologica su fotocopia: è valida?

La Corte d’Appello di Roma ha confermato la validità di una perizia grafologica condotta su una fotocopia nell’ambito di una querela di falso. La sentenza stabilisce che tale analisi è ammissibile a condizione che la qualità della copia consenta all’esperto un’analisi completa e attendibile dei segni grafici. L’appello, che contestava l’affidabilità di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) basata su un documento non originale, è stato respinto, ribadendo che la mancanza dell’originale non invalida automaticamente la perizia se la copia è idonea allo scopo.

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Pubblicato il 6 febbraio 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Perizia Grafologica su Fotocopia: Quando è Valida Secondo la Corte d’Appello?

La validità di una perizia grafologica su fotocopia è una questione cruciale e dibattuta nei tribunali. Può un’analisi calligrafica basata su una semplice copia, e non sull’originale, essere considerata prova sufficiente in un processo per falso documentale? Una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma fornisce una risposta chiara, stabilendo un principio di fondamentale importanza pratica per avvocati e cittadini coinvolti in contenziosi sulla genuinità di documenti.

I Fatti del Caso: La Querela di Falso su una Fideiussione

Il caso trae origine da una querela di falso promossa da alcuni soggetti che contestavano l’autenticità della firma apposta su un contratto di fideiussione. In un precedente giudizio, la controparte aveva depositato una copia fotostatica di tale documento, con attestazione di conformità all’originale. Gli attori, sostenendo che la firma fosse apocrifa, avviavano un giudizio specifico per farne accertare la falsità.

La Decisione del Tribunale e i Motivi d’Appello

Il Tribunale di primo grado aveva rigettato la querela di falso. La decisione si basava principalmente sugli esiti di una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) grafologica, che, pur essendo stata eseguita sulla copia fotostatica del documento, aveva concluso per l’autenticità della sottoscrizione.

Insoddisfatti, gli eredi della parte originaria proponevano appello, articolando due motivi principali di doglianza:
1. L’inattendibilità della perizia grafica, proprio perché svolta su una fotocopia e non sul documento originale, ritenuto l’unico supporto idoneo per un’analisi affidabile.
2. L’erronea declaratoria di inammissibilità della querela per la parte in cui si contestava la non conformità della copia all’originale, sostenendo che il Tribunale non avesse il potere di riesaminare tale aspetto.

La validità della perizia grafologica su fotocopia: Il Principio della Corte

La Corte d’Appello di Roma ha respinto l’impugnazione, confermando integralmente la sentenza di primo grado. Il cuore della decisione risiede nell’affermazione del principio secondo cui una perizia grafologica su fotocopia è pienamente ammissibile e può essere fondamento di una decisione giudiziaria. La Corte ha richiamato consolidati orientamenti della Corte di Cassazione (tra cui Cass. n. 42938/2011), secondo i quali nessuna norma impone che la perizia debba svolgersi necessariamente sull’originale.

Il fattore dirimente non è il tipo di supporto (originale o copia), ma la sua idoneità. Se la copia fotostatica è di qualità tale da permettere all’esperto un’analisi completa ed esaustiva dei segni grafici, il risultato della perizia deve essere considerato attendibile, specialmente se congruamente motivato.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che, nel caso in esame, l’esperto grafologo aveva potuto condurre un’indagine approfondita, cogliendo l’estrema similitudine tra i tratti grafici della firma contestata e quelli presenti nelle scritture di comparazione. Il tribunale di primo grado aveva correttamente valutato l’accuratezza della consulenza, ritenendola affidabile nonostante fosse stata svolta su copia. La Corte ha inoltre distinto questa fattispecie da quelle relative ai testamenti olografi, dove la giurisprudenza talvolta adotta un approccio più rigoroso.

In merito al secondo motivo di appello, i giudici hanno chiarito che la decisione di un’altra Corte di sospendere un giudizio per permettere la proposizione della querela di falso non costituisce una valutazione vincolante sulla sua ammissibilità. Tale giudizio spetta esclusivamente al giudice competente a decidere sulla querela, il quale aveva correttamente rilevato la genericità delle allegazioni relative alla presunta difformità tra copia e originale.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio processuale: la contestazione di una perizia grafologica non può basarsi unicamente sulla circostanza che sia stata eseguita su una copia fotostatica. La parte che intende invalidarla deve dimostrare concretamente perché quella specifica copia non era idonea a consentire un’analisi attendibile. Questa decisione ha rilevanti implicazioni pratiche, poiché legittima l’uso di copie nei processi per falso, a patto che la loro qualità sia adeguata. Di conseguenza, l’appello è stato respinto e gli appellanti sono stati condannati al pagamento delle spese legali, secondo il principio della soccombenza.

È possibile effettuare una perizia grafologica su una fotocopia di un documento?
Sì, secondo la Corte d’Appello è possibile. La validità della perizia non dipende dal supporto (originale o copia), ma dalla sua qualità. Se la fotocopia è sufficientemente chiara da permettere all’esperto un’analisi completa ed esaustiva dei segni grafici, l’esito della perizia è da considerarsi attendibile.

La contestazione della conformità di una fotocopia all’originale può essere generica?
No. La sentenza chiarisce che le allegazioni relative alla non conformità tra la copia e l’originale devono essere specifiche e dettagliate. Una contestazione generica non è sufficiente per invalidare il documento o la perizia su di esso basata.

L’ammissione di una querela di falso in un giudizio significa che è automaticamente valida e ammissibile?
No. La decisione di una Corte di sospendere un giudizio per consentire la proposizione di una querela di falso è una valutazione preliminare che non vincola il giudice competente sulla querela stessa. Quest’ultimo ha il pieno potere di valutare l’ammissibilità e il merito della querela in modo autonomo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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