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Periodo di comporto: incidente in itinere è escluso?

Un lavoratore veniva licenziato per superamento del periodo di comporto. La Corte di Cassazione ha annullato il licenziamento, stabilendo che le assenze dovute a un infortunio in itinere (incidente nel tragitto casa-lavoro) non devono essere incluse nel calcolo del periodo di comporto, a meno che il contratto collettivo non lo preveda espressamente. La Corte d’Appello aveva errato nel ritenere che il silenzio del CCNL sul punto ne implicasse l’inclusione.

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Licenziamento e Periodo di Comporto: L’Incidente nel Tragitto Casa-Lavoro Conta?

Il licenziamento per superamento del periodo di comporto rappresenta una delle questioni più delicate nel diritto del lavoro. Ma cosa succede quando le assenze sono causate da un infortunio avvenuto durante il tragitto per recarsi al lavoro? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo un principio a tutela del lavoratore. Analizziamo insieme la decisione e le sue importanti implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un dipendente di una società di trasporti, licenziato perché le sue assenze per malattia avevano superato il limite massimo previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), ovvero il cosiddetto periodo di comporto. Una parte significativa di queste assenze era dovuta a un infortunio in itinere, cioè un incidente avvenuto mentre si recava al lavoro.

Inizialmente, il Tribunale aveva dato ragione al lavoratore, dichiarando il licenziamento illegittimo. Tuttavia, la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, sostenendo che, in assenza di una specifica esclusione nel CCNL di settore, anche i giorni di assenza per infortunio in itinere dovessero essere conteggiati nel periodo di comporto. Il lavoratore ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: l’Infortunio in Itinere e il Periodo di Comporto

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore, cassando la sentenza della Corte d’Appello e rinviando la causa per un nuovo esame. I giudici supremi hanno riaffermato un principio cruciale: l’infortunio in itinere è legalmente equiparato all’infortunio sul lavoro.

Di conseguenza, le assenze che ne derivano non devono essere incluse nel calcolo del periodo di comporto, a meno che non sia il contratto collettivo a prevederlo espressamente. L’errore della Corte d’Appello è stato interpretare il silenzio del CCNL come un’implicita inclusione, mentre la Cassazione ha chiarito che vale la regola opposta: il silenzio conferma l’esclusione prevista dalla legge.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda sull’articolo 2110 del Codice Civile, che tutela il lavoratore in caso di infortunio, malattia, gravidanza o puerperio. Secondo la giurisprudenza consolidata, questa tutela si estende anche all’infortunio in itinere. Pertanto, le norme dei contratti collettivi che regolano il periodo di comporto possono derogare a questa regola generale solo in senso più favorevole al lavoratore, oppure, se in senso peggiorativo, devono farlo in modo esplicito e inequivocabile.

Nel caso specifico, il CCNL degli Autoferrotranvieri non conteneva alcuna disposizione che includeva esplicitamente l’infortunio in itinere nel calcolo. Di conseguenza, doveva prevalere la regola generale di esclusione. La Corte ha sottolineato che un’interpretazione differente violerebbe i principi di tutela della salute e della sicurezza del lavoratore (artt. 32 e 38 della Costituzione) e creerebbe una disparità di trattamento ingiustificata tra infortunio sul luogo di lavoro e infortunio nel tragitto per raggiungerlo.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento di grande importanza per lavoratori e datori di lavoro.

1. Per i Lavoratori: Viene rafforzata la tutela in caso di incidenti nel tragitto casa-lavoro. I giorni di assenza dovuti a tali eventi, di regola, non erodono il periodo di comporto e non possono essere usati come base per un licenziamento per eccessiva morbilità.
2. Per i Datori di Lavoro: È fondamentale un’attenta analisi del proprio CCNL. Prima di procedere a un licenziamento per superamento del comporto, è necessario verificare non solo il numero totale di assenze, ma anche la loro natura, escludendo quelle per infortunio in itinere a meno che il CCNL non disponga espressamente e chiaramente la loro inclusione.

In sintesi, il silenzio del contratto collettivo gioca a favore del dipendente, confermando la regola generale dell’esclusione dal calcolo del periodo di comporto.

Un’assenza per infortunio in itinere (incidente casa-lavoro) va contata nel periodo di comporto?
No. Secondo la decisione analizzata, l’assenza per infortunio in itinere è equiparata all’infortunio sul lavoro e, di regola, non si calcola nel periodo di comporto, a meno che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) non preveda espressamente il contrario.

Cosa succede se il Contratto Collettivo (CCNL) non dice nulla riguardo all’infortunio in itinere?
Se il CCNL non specifica nulla, si applica il principio generale stabilito dall’art. 2110 del Codice Civile e dalla giurisprudenza. Pertanto, l’assenza per infortunio in itinere non deve essere inclusa nel calcolo del periodo di comporto, poiché l’esclusione è la regola generale.

È legittimo il licenziamento di un dipendente che ha superato il periodo di comporto a causa di un infortunio in itinere?
Secondo questa ordinanza, il licenziamento è illegittimo se il superamento del periodo di comporto è avvenuto conteggiando anche le assenze per infortunio in itinere, salvo che il CCNL applicato preveda esplicitamente tale inclusione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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