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Pericolosità sociale: valutazione attuale è necessaria

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di un Giudice di Pace che confermava l’espulsione di un cittadino straniero. La decisione si basa sul principio che la valutazione della pericolosità sociale non può fondarsi unicamente su un elenco di precedenti penali, ma richiede un’analisi concreta e attuale della personalità e della condotta di vita del soggetto, che nel caso di specie era mancata.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Pericolosità Sociale e Espulsione: La Cassazione Richiede una Valutazione Attuale e Concreta

L’espulsione di un cittadino straniero per motivi di ordine pubblico è una misura che incide profondamente sui diritti della persona. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 5798/2024, ribadisce un principio fondamentale: la valutazione della pericolosità sociale non può essere un automatismo basato su precedenti penali, ma deve scaturire da un’analisi attenta, concreta e, soprattutto, attuale. Questa pronuncia offre spunti cruciali per comprendere i limiti del potere amministrativo e il ruolo del giudice nel garantirne il corretto esercizio.

I Fatti del Caso

Un cittadino senegalese si era opposto a un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Reggio Calabria. Il provvedimento si fondava sulla sua presunta pericolosità sociale, dedotta da alcuni precedenti penali. Il Giudice di Pace, in prima istanza, aveva respinto l’opposizione, ritenendo corretta la valutazione dell’amministrazione. Secondo il primo giudice, non era rilevante che uno dei procedimenti penali citati fosse ancora pendente e non definitivo, poiché ciò non impediva l’emissione del decreto di espulsione. Insoddisfatto, il cittadino ha presentato ricorso per cassazione.

La Valutazione della Pericolosità Sociale al vaglio della Suprema Corte

Il ricorrente ha lamentato una violazione di legge e una motivazione assente o solo apparente da parte del Giudice di Pace. In sostanza, il giudice non avrebbe condotto una propria autonoma valutazione della pericolosità sociale, ma si sarebbe limitato a richiamare quanto affermato dal Prefetto. A sua volta, il Prefetto si era basato su un elenco di precedenti, riportandone erroneamente uno come definitivo mentre era ancora in corso, senza fornire elementi concreti per desumere una pericolosità attuale.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno evidenziato come il Giudice di Pace abbia commesso una “cattiva applicazione” dei principi di diritto. La sua motivazione era del tutto insufficiente: si era limitato a menzionare la sussistenza di precedenti penali senza specificare di quali reati si trattasse, quali fossero le condanne, se le pene fossero state scontate e, soprattutto, senza considerare altre circostanze utili a desumere l’attualità della pericolosità.

La Corte ha ribadito un orientamento ormai consolidato: la valutazione della pericolosità sociale deve essere effettuata “in concreto ed all’attualità”. Questo significa che non ci si può fermare a una mera constatazione dei precedenti penali. È necessario un esame complessivo della personalità dello straniero, che deve essere desunta dalla sua condotta di vita e dalle sue manifestazioni sociali. Limitarsi a elencare vecchi reati, senza contestualizzarli e senza verificare se il soggetto rappresenti ancora una minaccia per la collettività, svuota di contenuto la valutazione richiesta dalla legge.

Le Conclusioni

La decisione in commento rafforza le garanzie a tutela degli stranieri destinatari di un provvedimento di espulsione. Essa impone sia all’amministrazione che all’autorità giudiziaria un onere motivazionale stringente. Non è sufficiente affermare la pericolosità, ma è necessario dimostrarla sulla base di elementi concreti, individualizzati e attuali. Un semplice elenco di precedenti penali, magari datati o non specificati, non è più sufficiente a giustificare una misura così grave come l’allontanamento dal territorio nazionale. Questa ordinanza serve da monito: ogni decisione deve essere il risultato di un’istruttoria completa e di un giudizio ponderato, non di un superficiale rinvio a fatti passati.

È sufficiente avere precedenti penali per essere considerati socialmente pericolosi ai fini dell’espulsione?
No, secondo la Corte non basta. La valutazione della pericolosità sociale deve essere concreta e attuale, basata su un esame complessivo della personalità e della condotta di vita del soggetto, e non può limitarsi a una mera elencazione dei precedenti penali.

Cosa deve considerare un giudice quando valuta la pericolosità sociale di uno straniero?
Il giudice deve effettuare un esame complessivo della personalità dello straniero, analizzando la sua condotta di vita e le sue manifestazioni sociali. Non può limitarsi a considerare i precedenti penali, ma deve valutare tutte le circostanze per determinare se la pericolosità sia attuale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del Giudice di Pace?
La Corte l’ha annullata perché la motivazione era insufficiente e apparente. Il Giudice di Pace si era limitato a richiamare i precedenti penali senza specificarli né analizzarli, omettendo di compiere una valutazione autonoma, concreta e attuale della pericolosità sociale del ricorrente, come invece richiesto dalla legge e dalla giurisprudenza costante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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