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Perdita di chance: risarcimento e P.A. inadempiente

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di due dirigenti di un ente pubblico che chiedevano il risarcimento per la perdita di chance di percepire indennità variabili. L’ente non aveva adottato i necessari regolamenti interni. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che per ottenere il risarcimento per perdita di chance, il lavoratore non solo deve provare l’inadempimento del datore di lavoro, ma deve anche allegare e dimostrare in modo concreto la possibilità effettiva che avrebbe avuto di ottenere l’incarico e i relativi benefici economici, prevalendo su altri concorrenti. Una semplice allegazione dell’inadempimento non è sufficiente.

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Perdita di Chance nel Pubblico Impiego: Cosa Devi Provare per Ottenere il Risarcimento?

L’inadempimento della Pubblica Amministrazione (P.A.) può causare un danno ai propri dipendenti, non solo per la mancata corresponsione di somme certe, ma anche per la cosiddetta perdita di chance. Si tratta della perdita di un’opportunità concreta di ottenere un vantaggio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce quali elementi il lavoratore deve dimostrare per ottenere il risarcimento, delineando un percorso probatorio rigoroso. Il caso analizzato riguarda due dirigenti di un ente pubblico che, a causa della mancata adozione di regolamenti interni, hanno perso la possibilità di percepire indennità di posizione variabile e di risultato.

I Fatti del Caso: Una Lunga Attesa per i Regolamenti

Due dirigenti di un Ente di Sviluppo Agricolo regionale avevano citato in giudizio il proprio datore di lavoro. Sostenevano che l’ente, pur avendo attribuito loro incarichi dirigenziali, non aveva mai adottato i regolamenti di organizzazione necessari per applicare i contratti individuali di diritto privato e, di conseguenza, per corrispondere la parte variabile della retribuzione, come l’indennità di posizione e quella di risultato. Questa omissione, protrattasi per anni, avrebbe causato loro un danno economico, configurando una perdita di chance di percepire emolumenti a cui avrebbero avuto diritto.

La Domanda di Risarcimento per Perdita di Chance

I dirigenti hanno quindi chiesto al Tribunale di accertare il comportamento omissivo dell’ente e di condannarlo al risarcimento del danno. La loro richiesta, tuttavia, è stata respinta sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte territoriale. Entrambi i giudici hanno ritenuto che le domande dei lavoratori non fossero state adeguatamente provate. I due dirigenti hanno quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando che i giudici di merito non avessero correttamente valutato la loro domanda risarcitoria e l’onere della prova.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione: L’Onere della Prova sulla Chance

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo un’importante enunciazione di principio sulla prova della perdita di chance. Secondo i giudici supremi, non è sufficiente che il lavoratore dimostri l’inadempimento della P.A. (in questo caso, la mancata adozione del regolamento). Per ottenere il risarcimento, il dipendente deve fare un passo ulteriore: deve allegare e dimostrare in modo specifico gli elementi che rendevano la sua chance una possibilità concreta e non una mera speranza.

Nello specifico, il lavoratore deve provare:
1. L’esistenza di una plausibile occasione perduta: non basta dire “avrei potuto ottenere l’incarico”, ma occorre fornire elementi concreti.
2. Il possibile vantaggio perso: quantificare, anche in via presuntiva, il beneficio economico che si sarebbe ottenuto.
3. Il nesso causale: dimostrare che la perdita dell’occasione è una conseguenza diretta dell’inadempimento della P.A.

Nel caso in esame, i ricorrenti si erano limitati a lamentare l’inadempimento dell’ente senza descrivere i compiti dirigenziali effettivamente svolti, il numero di persone gestite, i risultati raggiunti e, soprattutto, senza dimostrare che, se il regolamento fosse stato adottato, avrebbero avuto concrete possibilità di ottenere gli incarichi retribuiti con le indennità variabili, prevalendo su altri potenziali concorrenti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Dipendenti Pubblici

La decisione della Cassazione rafforza un principio fondamentale: il risarcimento per perdita di chance non è automatico. Il dipendente pubblico che si ritiene danneggiato dall’inerzia della P.A. deve preparare una strategia difensiva solida, che vada oltre la semplice denuncia dell’inadempimento. È necessario raccogliere e presentare in giudizio tutte le prove idonee a dimostrare che la possibilità di ottenere un vantaggio era reale, seria e concreta. In assenza di una dimostrazione dettagliata della probabilità di successo, la domanda risarcitoria rischia di essere rigettata per difetto di specificità e di prova.

Cosa deve provare un dipendente pubblico per ottenere un risarcimento per perdita di chance?
Non è sufficiente dimostrare l’inadempimento della Pubblica Amministrazione. Il dipendente deve anche allegare e provare l’esistenza di una concreta e plausibile possibilità di ottenere un vantaggio economico, il nesso causale tra l’inadempimento e la perdita di tale possibilità, e gli elementi costitutivi del danno subito.

La mancata adozione di un regolamento da parte della P.A. dà automaticamente diritto al risarcimento?
No. La mancata adozione del regolamento costituisce l’inadempimento, ma il diritto al risarcimento sorge solo se il dipendente dimostra che, a causa di tale inadempimento, ha perso una possibilità seria e concreta di ottenere un beneficio, come un incarico meglio retribuito, e che aveva buone probabilità di prevalere su eventuali altri concorrenti.

Come può essere provato il danno da perdita di chance?
Il dipendente deve fornire elementi specifici, come i compiti dirigenziali svolti, i risultati raggiunti, il personale gestito, e ogni altro fattore che possa dimostrare la sua idoneità e le sue elevate probabilità di successo se la procedura selettiva si fosse svolta correttamente. La prova può essere fornita anche tramite presunzioni o secondo parametri di probabilità, ma deve essere fondata su fatti concreti allegati dal ricorrente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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