LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Perdita di chance: la prova della probabilità di successo

Un lavoratore ha richiesto il risarcimento per non essere stato selezionato per un incarico dirigenziale. La Corte di Cassazione ha chiarito che, per ottenere un risarcimento per perdita di chance, non basta dimostrare un’irregolarità nella selezione. È necessario provare una probabilità concreta e significativa di successo, valutata confrontando il proprio profilo con quello di tutti gli altri candidati idonei, non solo con quello del vincitore. La Corte ha annullato la precedente decisione, rinviando il caso per una nuova valutazione basata su questo principio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Perdita di Chance: Come Provare la Probabilità di Successo in una Selezione Lavorativa

Il concetto di perdita di chance rappresenta una delle frontiere più complesse del risarcimento del danno, specialmente nel diritto del lavoro. Quando un dipendente partecipa a una selezione per una promozione o un incarico e ritiene che il processo sia stato illegittimo, può richiedere un risarcimento. Ma cosa deve dimostrare esattamente? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza sui criteri per la prova e la quantificazione di questo particolare tipo di danno, stabilendo principi rigorosi per la sua valutazione.

Il caso in esame: la selezione per un incarico dirigenziale

Il caso trae origine dalla domanda di un lavoratore che, sentitosi ingiustamente escluso da una procedura di selezione per un incarico dirigenziale, aveva citato in giudizio il proprio datore di lavoro per ottenere il risarcimento del danno da perdita di chance.

La Corte d’Appello aveva respinto la sua richiesta, limitando la valutazione comparativa al solo profilo del ricorrente e a quello del candidato effettivamente scelto. Insoddisfatto della decisione, il lavoratore ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che la valutazione avrebbe dovuto essere più ampia e che la corte di merito non avesse applicato correttamente i principi che regolano la materia.

La decisione della Corte di Cassazione sulla perdita di chance

La Suprema Corte ha accolto il motivo di ricorso del lavoratore, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Appello per un nuovo esame. Il punto centrale della decisione risiede nel metodo di valutazione della probabilità di successo. I giudici hanno stabilito che è errato limitare il confronto tra il ricorrente e il vincitore della selezione. Per accertare la sussistenza di una perdita di chance risarcibile, è indispensabile verificare le concrete probabilità del candidato di ottenere l’incarico in relazione ai titoli e alle competenze di tutti gli altri soggetti che avrebbero potuto essere valutati.

I due piani della valutazione del danno

La Corte ha ribadito che l’analisi del danno da perdita di chance si articola su due livelli distinti:
1. Accertamento della probabilità (An debeatur): Il giudice deve prima verificare se esisteva una probabilità concreta e non meramente ipotetica che il lavoratore ottenesse il risultato sperato. Questa probabilità deve essere “significativa”, “elevata” e “prossima alla certezza”, come specificato da un consolidato orientamento giurisprudenziale. Solo se questo accertamento ha esito positivo si può passare alla fase successiva.
2. Quantificazione del danno (Quantum debeatur): Una volta accertata l’esistenza di una chance seria, il giudice procede alla valutazione equitativa del danno. Il risarcimento non sarà pari al vantaggio perso, ma a una sua frazione, calcolata in base al grado di probabilità di successo che è stato accertato.

Le motivazioni della sentenza

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione sul principio che la perdita di chance è un danno incerto nella sua verificazione. A differenza di un danno certo, dove per stabilire il nesso causale è sufficiente applicare la regola del “più probabile che non”, nel caso della chance è necessario un grado di probabilità molto più elevato. Questo rigore è giustificato dal fatto che si sta risarcendo non la perdita di un bene della vita, ma la perdita della possibilità di conseguirlo.

Di conseguenza, la Corte d’Appello aveva sbagliato a non considerare tutti i potenziali candidati. Un confronto limitato al solo vincitore non consente di stabilire quale fosse la reale probabilità di successo del ricorrente. Egli avrebbe potuto essere migliore del prescelto, ma peggiore di altri tre candidati, rendendo di fatto la sua chance di vittoria molto bassa. La valutazione deve, quindi, essere globale e tenere conto di ogni elemento che possa influenzare l’esito finale della procedura selettiva.

Conclusioni: implicazioni pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale per chiunque intenda agire in giudizio per il risarcimento del danno da perdita di chance in ambito lavorativo. Non è sufficiente dimostrare un’irregolarità formale nella procedura di selezione. È onere del lavoratore fornire elementi concreti che dimostrino una sua seria e consistente probabilità di essere scelto, attraverso un’analisi comparativa approfondita con tutti gli altri candidati idonei. La decisione sottolinea l’importanza di una preparazione meticolosa della causa, basata non su mere ipotesi, ma su prove solide che possano convincere il giudice dell’elevata probabilità di successo perduta a causa del comportamento illegittimo del datore di lavoro.

Cosa si intende per danno da perdita di chance in ambito lavorativo?
È il danno che un lavoratore subisce quando un comportamento illegittimo del datore di lavoro (ad esempio, in una procedura di selezione) gli fa perdere la possibilità concreta e attuale di ottenere un vantaggio, come una promozione o un incarico. Non si risarcisce il mancato ottenimento del risultato, ma la perdita della probabilità di raggiungerlo.

Quale livello di probabilità è necessario dimostrare per ottenere il risarcimento?
Secondo la Cassazione, la probabilità di successo deve essere “elevata, prossima alla certezza” o comunque “significativa”. Non è sufficiente una mera possibilità teorica o ipotetica. Il lavoratore deve provare che le sue chance di ottenere l’incarico erano concrete e consistenti.

Come deve essere condotta la valutazione comparativa per accertare la perdita di chance?
La valutazione non deve limitarsi al confronto tra il candidato escluso e quello scelto. Il giudice deve effettuare una comparazione più ampia, considerando i titoli, le competenze e le qualifiche del ricorrente in relazione a quelli di tutti gli altri soggetti che erano concretamente valutabili per la posizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati